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PENSIERI D’ESTATE: È triste un Pianeta abitato da giovani le cui dita sfiorano più cellulari che volti

Dove va il mondo? Riuscirà a prevalere il mondo dei giusti? Sarà l’uomo saggio a governare il futuro del mondo? L’Italia sarà, sempre più il Paese del “dopo” nei suoi tanti disastri annunciati?

📅 domenica 13 settembre 2015 · 📰 AttualitàSalerno

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Credits Foto approdosicuro.blogspot.com

foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Trattasi di pensieri d’estate in assoluta e grande libertà; nonostante il gran caldo e la grave e conseguente sofferenza fisica, dei pensieri in libertà, sul futuro del mondo, mi affollano la mente e mi portano a riflettere attentamente su aspetti dell’uomo del mondo che riguardano il dove andremo.

Il dove andrà il mondo dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Ogni possibile previsione sul futuro del mondo è, purtroppo, una previsione azzardata ed alla fine, può rivelarsi anche senza senso.

Precedere il futuro del mondo con un’umanità in cammino senza umane certezze, è assolutamente difficile. Significa volersi ostinatamente avventurare nel regno dell’impossibile.

Mancano, purtroppo, le certezze del fare per l’uomo della Terra, da rispettare in quanto uomo, garantendogli quei diritti propri dell’uomo, così come riconosciuti in quanto diritti universali di tutti gli uomini della Terra.

Un primo grave problema è rappresentato proprio dalla violazione disumana e barbara dei diritti dell’uomo; purtroppo e sempre più spesso, non più e non sempre, diritti veri, ma sempre più e solo, diritti di carta; diritti di soli trattati, delle sole carte dei diritti e delle sole tante convenzioni internazionali con, a parole, al centro l’uomo e l’universalità dei suoi diritti.
Sono, purtroppo e sempre più l’espressione di una incerta deriva umana, con da una parte i potenti del mondo assetati di potere e di averi e dall’altra parte l’umanità crescente delle povertà che rivendica il diritto alla vita ed il dovuto rispetto in quanto uomini della Terra.

In questi due mondi separati non c’è assolutamente possibilità di trovare punti di incontro per un cammino d’insieme; per un cammino per l’uomo senza se e senza ma, con il giusto riconoscimento a tutti gli uomini della loro dignità umana e del diritto alla vita che nessun potente del mondo potrà mai pretendere di negare agli altri uomini della Terra, appellandosi al suo naturale potere di potente ed al suo falsamente naturale avere, il frutto di una rapina senza fine, disumanamente organizzata a danno dei “deboli” della Terra, costretti a subire le arroganti prepotenze di chi si sente “padrone” di tutto e da “padrone”, si sente autorizzato a dettare le regole del vivere umano, stabilendo con rigore, senza se e senza ma, il dominio dei ricchi dominanti sui poveri naturalmente destinati alla sottomissione. Siamo di fronte ad una vera e propria feroce schiavitù del tempo moderno, con dominatori del tutto della Terra, compreso il possesso della carne umana, considerata un vero e proprio possesso - abusato, con un inappellabile ed esclusivo diritto padronale in forma sempre più disumana e violenta di uno schiavismo umano che non ammette differenze di appartenenza, di razza e/o di provenienza; colpisce soprattutto e come sempre, il mondo della povertà; il mondo del disagio sociale e dei tanti ultimi della Terra che, per chi si sente forte del potere sovrano, non contano assolutamente niente e per questo sono costretti a subire tutte le possibili disumane sofferenze, il frutto di vere e proprie barbarie.

Purtroppo, il pessimismo della ragione, è il mio compagno di viaggio di questi miei pensieri ferragostani; un pessimismo non capriccioso ma il solo frutto delle sempre più evidenti tragicità umane del mondo che, per comportamenti assolutamente sbagliati, creano situazioni fortemente pessimistiche, da futuro negato.
Chi pagherà il prezzo di tante previste e disumane sofferenze? Tutti; proprio tutti.

Credo che il futuro possibile del mondo non è una condizione della sola quotidianità della nostra esistenza umana; il futuro del mondo è assolutamente di tutti.

Nessuno può sentirsene escluso anche in età avanzata.
Il protagonismo del futuro del mondo va oltre; molto oltre la vita di ciascuno di noi.
Il protagonismo del futuro del mondo non vuole rotture violenti tra una generazione e l’altra; vuole continuità generazionale.
Le generazioni devono saper conoscere il loro passato; è l’humus della loro vita presente; è l’insostituibile lievito della loro vita futura.

Mi ha fatto tanto male leggere la frase che non conoscevo “È triste un Pianeta abitato da giovani le cui dita sfiorano più cellulari che volti” .

Così facendo, siamo ormai prossimi al disastro umano; ad un vero e proprio suicidio collettivo con mondi separati; attraverso il comportamento dei giovani indifferenti all’umanità intergenerazionale c’è un profondo vuoto esistenziale; c’è un distacco disumano tra generazioni affascinate del loro freddo mondo tecnologico e sempre più indifferenti ad usare le dita per carezzare il volto del proprio padre e/o della propria madre; è, purtroppo, un atto sempre più indifferente ai più; sempre più disumanamente ed inopportunamente rifiutato per il diffuso nanismo con alla base una insipienza umana che, così come si manifesta, non è per niente il nuovo del mondo.

Il mondo per sfidare il futuro ha necessariamente bisogno di umanità; le tecnologie non potranno mai sostituire quegli insostituibili valori dell’essere che sono dentro di noi e vanno coltivati e trasferiti, così come conviene, facendoli diventare valori condivisi.

Valori universali dell’uomo; nessun cellulare pazzescamente sfiorato senza limiti, potrà mai essere paragonato al volto dell’uomo; al volto delle persone care che va recuperato centralmente con le opportune carezze dei tanti che si masturbano agitatamente con la tastiera inanimata del proprio cellulare.
Trattasi di un oggetto senz’anima che non può assolutamente riempire quell’assordante e disperato vuoto esistenziale che produce solo silenzi e profonda solitudine umana.

Meglio è per i giovani, il riuso delle loro dita per accarezzare il sempre più gelido e sofferente volto del proprio padre e della propria madre, disperatamente vittime di un fare disumano da cancellare, in quanto sarebbe meglio che non esistesse.
Meglio sarebbe cancellarlo restituendo ai tanti volti ormai e sempre più senza le carezze dei giovani, quel sorriso ormai spento e quella gioia di vivere sempre più negata da chi, isolandosi ha creato per la prima volta sul Pianeta Terra, gli amari presupposti di una triste storia umana; della triste storia dei volti del padre e della madre senza carezze per l’insipienza dei propri figli follemente impegnati a tambureggiare sui loro freddi cellulari da cui sono dipendenti ad un punto tale da non riuscire a staccarsene, neanche per il tempo di una carezza alla propria madre.

La mia preoccupata carrellata di pensieri ferragostani, proprio on può fermarsi qui.

Ho altre ed altre cose da dire e da affidare alla condivisione dell’indifferenza umana del nostro ammalato tempo; un’indifferenza che fa tanto, ma tanto male ad un punto tale da essere, tra l’altro, causa di morte violenta.

Un’indifferenza che uccide senza una ragione l’uomo; tanti uomini della Terra, rassegnati a morire per mano di un boia senza volto che si chiama uomo indifferente.

Siamo veramente e sempre più, in un’epoca sbagliata; siamo al “protagonismo dell’indifferenza” con le nuove generazioni espressioni di un mondo del “tutto è lecito” e del “tutto è dovuto”; generazioni senza un domani possibile che non cercano, appellandosi al protagonismo della ragione, di costruirsi responsabilmente il proprio domani; un domani sempre più incerto ed insicuro, perché non progettato insieme; perché non pensato insieme; perché non condiviso come il frutto di idee comuni.
Purtroppo, il nostro presente avendo bandito la saggezza umana, ha percorsi sempre più accidentati di una vita da sballo; di una vita sempre più negativamente e solo virtuale.

Tutto questo ha un prezzo; un prezzo sempre più spesso, disumanamente alto.

Mentre la tragedia dell’umanità continua, i carnefici del crescente e disumano umano, crescono nell’indifferenza per tutto.
I nostri disumani fratelli, nel ruolo di piccoli ed intoccabili padreterni in Terra, proprio si rifiutano di sapere che, dietro l’angolo c’è l’appuntamento con la morte per tutti; c’è, l’appuntamento con la morte, anche per loro e per le loro violenze di uomini senz’anima contro altri uomini.

Con un’insipida e disumana morte, l’ultimo atto di una “vita da sballo”, da tanti ricercata con il nuovo Paradiso godereccio in Terra, si considerano insipidamente il simbolo di un’eternità virtuale che assolutamente non esiste, in quanto del tutto fragile e basata sul solo devastante nulla terreno, un percorso fortemente distruttivo di breve corso; per tanti, il proprio vivere terreno finisce in tragedie senza senso, copiosamente bagnate dalle lacrime amare dei padri che non sanno farsene una ragione.

Considerando gli scenari tristi del mondo, c’è da dire che, purtroppo, non esistono ricette magiche per ritrovare finalmente se stessi; una soluzione, forse l’unica soluzione possibile, può sicuramente venire da noi stessi; dal profondo del nostro intimo, parte di un mondo sconosciuto che può dare a ciascuno di noi, le tante necessarie risposte utili a poter ritrovare noi stessi e camminare sicuri per le vie del mondo, ricercando la pace; la pace dei giusti e la saggezza di quegli uomini saggi che, da sempre, appartengono al solo mondo dell’essere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


AL SIGNOR
MICHELANGELO DA PISA


Caro sig. Michelangelo da Pisa,
ho letto con attenzione la sua e-mail in cui rivendica il legittimo diritto di proprietà intellettuale.
Sono un comunicatore autentico con 50 anni di professione giornalistica e di impegno come scrittore-saggista.
Il mio obiettivo è quello di comunicare idee e saperi, rallegrandomi quando trasmigrano e vengono usati anche in modo abusato ed anonimo da altri; le idee che diventano noi condiviso, anche attraverso un uso non dichiarato, sono una importante risorsa per un confronto, purtroppo, sempre meno di casa in questo nostro Paese.
Ho recentemente elogiato la prospettiva non facile di “libri rubati”; ancora più da elogiare è l’utilizzo dei loro contenuti da parte di altri che mi auguro siano sempre di più.
A preoccupare è l’indifferenza per le idee, per il pensiero, per i saperi e per la comunicazione autentica che deve saper favorire il confronto; il confronto umano e delle idee, facendole diventare sempre più condivise.
Sul mio blog, per doverosa trasparenza, pubblico questo mio scritto a riscontro della sua “legittima” richiesta di riconoscimento della sua proprietà intellettuale.
Per evitare errori per una utile attribuzione, così come richiesta, la prego affettuosamente nel rispetto deontologico della professione giornalistica, di cui mi sento un comunicatore autentico di lunga data ed esperienza, di far pervenire al sito dove è postato il mio blog, fonte di questa notizia, il testo ed il riferimento della pubblicazione dello stesso; tanto, per una corretta attribuzione della sua proprietà intellettuale, così come da Lei rivendicata.
Gliene sono grato; molto cordialmente, suo

Giuseppe Lembo


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