Obiettivo: un nuovo mondo - un mondo nuovo di … pace
Ad esserne intelligente protagonista, è SHIRIN EBADI, Nobel per la Pace 2003
di Giuseppe Lembo | BlogLe notizie che ci vengono quotidianamente dal mondo, non sono solo notizie di gossip, di disumana violenza e/o degli uni del mondo contro gli altri armati, facendosi male e rendendo la vita, di un mondo senza PACE, sempre più difficile da vivere a tutti.
Oggi il cammino dell’uomo della Terra si chiama Millennio globalizzato; un tempo nuovo in cui anche l’uomo deve sapersi sentire nuovo; deve umanamente sentirsi un uomo nuovo; un uomo rigenerato dentro e portatore di valori etici universalmente condivisi, primo dei quali, quello della PACE, alla base del futuro dell’umanità in tutti gli angoli della Terra dove si combattono assurdamente guerre fratricide e/o guerre dal mondo dimenticate, causa di dolore, di sofferenze e di morte per tanti che cercano di fuggire da un inferno terreno che deve essere assolutamente ed al più presto cancellato per tutti gli uomini del mondo; per tutti gli uomini, disperatamente alla ricerca di un mondo nuovo, incamminandosi per le vie del mondo ed invocando solidarietà e PACE.
La Terra, ammalata di uomo, ha bisogno di Pace; ha bisogno di un mondo di Pace e di solidarietà; tanto, per costruire quel mondo nuovo, il grande obiettivo del Millennio globalizzato, un tempo in cui niente è come prima e con le razze ed i popoli sempre più in cammino, per quel diritto alla vita che viene negato nella Terra dei padri.
Questi sono gli scenari di un possibile mondo nuovo; purtroppo, sono, per molti loro aspetti, scenari ancora umanamente tristi fatti di violenze, di distruzioni e di morti che spesso e con indifferenza, vengono affidati ad una frettolosa cronaca quotidiana che produce altrettanta frettolosa e distratta attenzione da parte della gente, sempre più egoisticamente avvitata su se stessa; sempre più egoisticamente indifferente alle tragedie umane che, per colpa degli uomini, si consumano nel mondo per il falso diritto ad affermarsi da parte di un falso potere sovrano a cui, tutto è dovuto; a cui tutto è lecito fare. A cui è data la disumana sovranità di costruire per tanti, una vita negata fatta di terrore e di morte.
Oggi, agli inizi del Millennio globalizzato, un tempo assolutamente nuovo, ancora ci sono residui di un disastroso fare umano che mette gli uni contro gli altri; che violentemente diventa feroce protagonista di terrore e di morte per tanti, vittime innocenti della follia umana o peggio ancora, per grave ignoranza e per mancanza di giustizia.
Quali le cause di tutto questo disastro umano di cui ancora soffre il mondo e che non permette agli uomini della Terra di vivere in un mondo di Pace, preferendo la guerra e scegliendo follemente la guerra per uccidere i propri simili e per prevalere sugli altri della Terra e così mettere a tacere il dissenso?
Sfogliando, venerdì 13 maggio, Sette, allegato del giornale il Corriere della Sera ho trovato delle cose condivise che mi portano a riflettere sul mondo e la sua umanità e sull’impegno di ciascuno di noi per un mondo nuovo.
Condivido di questi contenuti l’editoriale di Pier Luigi Vercesi “L’ignoranza genera mostri”, in cui l’autore fa scaturire l’integralismo violento che, tanto male fa al mondo, distruggendo e massacrando innocenti, da una diffusa ignoranza che, in modo altrettanto diffuso, genera mancanza di giustizia, fomentando, ovunque la fa da padrone, odio e razzismo violento.
La soluzione possibile, così come nel saggio pensiero, dell’autore, è quella della conoscenza; è quella dei saperi, una insostituibile premessa alla tolleranza umana che viene unicamente dalla conoscenza e dall’accesso al pensiero altrui.
Queste interessanti cose a Pier Luigi Vercesi vengono suggerite da un incontro con Shirin Ebadi, iraniana, Premio Nobel per la Pace nel 2003, più che mai saggiamente convinta che “Se vogliamo affrontare il problema dalle radici, invece di sganciare bombe, lanciamo loro dei libri”.
Le teocrazie del Medio Oriente, è questo il saggio pensiero di Shirin Ebadi, per sopravvivere, devono coltivare l’ignoranza, i dogmi e propagandare un essere supremo spietato.
Che fare? Seguire, per liberarle da un mostro così spietato e violento, l’esempio dell’Europa che riuscì a rimuovere quest’essere supremo spietato, combattendo l’analfabetismo, dando così alla gente gli strumenti per crescere e per cancellare dalle loro coscienze per sempre quell’essere supremo spietato, così come fatto credere ai deboli culturalmente, che si trattava di un dio che giustifica le torture ed ordina di ammazzare.
C’è un suo importante “Rifarei assolutamente tutto”; c’è un suo saggio impegno in “Fa ciò che è giusto”. Sono i temi della sua vita di coraggio per gli altri, per un mondo, ovunque umanamente nuovo; sono i temi del suo libro “Finché non saremo liberi”, sottotitolo “Iran la mia lotta per i diritti umani” Bompiani Editore.
All’età di 68 anni è fuori dall’Iran dal 2009, anno delle grandi proteste di piazza. Vive, soprattutto, negli aeroporti di tutto il mondo.
Con il suo libro vuole fare sapere al mondo quante disumane sofferenze ha sopportato e sopporta il suo popolo nell’ultimo decennio. “Uno stato di polizia, dice, con tanta sofferta disperazione dentro, può influire sulla vita delle persone e gettare le famiglie nella disperazione”.
Purtroppo in Iran sono cambiate tante cose rispetto all’avvento della Rivoluzione Khomeinista del 1979.
Crescente è la durezza della vita; grave la crisi economica, con altissimi tassi di disumana disperazione che spingono in blocco i giovani ad abbandonare l’Iran, non potendo assolutamente trovare lavoro.
Stando ai dati dell’Unesco, dall’Iran c’è il più alto livello di fuga di cervelli nel mondo. Altrettanto elevato è il livello di corruzione.
L’impegno di Shirin Ebadi è assolutamente senza sosta. Ogni giorno è un giorno nuovo per pensare di costruire un mondo nuovo anche per il suo sofferente popolo.
Nonostante tutto, riesce ancora a sperare ed a credere anche per il suo Paese, ad un mondo nuovo; ad un mondo libero e nel pieno rispetto dell’uomo.
In questo progetto di umanità nuova per tutto il Medio Oriente, a partire dalla tormentata Iran, mi sento umanamente vicino, molto vicino a Shirin Ebadi; ne condivido il suo impegno e le sue preoccupazioni.
Solidarizzo con i suoi percorsi di idee e di umanità profonda, augurandomi ed augurandole un grande cammino di PACE che la possa vedere, da testimone di PACE, ambasciatrice di un mondo nuovo per tutti e prima di tutto per le sue terre tormentate da un terrorismo fondamentalista che fa tanto male alla sua gente sempre più dalla democrazia negata e dai diritti umani cancellati, per un vuoto assordante di saperi e di conoscenza e per quella devastante ignoranza che rende diffusamente protagonista il fanatismo opportunistico delle teocrazie, che come ci dice Shirin Ebadi, fa presa sull’animo dei tanti deboli delle martoriate terre del Medio Oriente, con l’invadente presenza di un essere supremo e spietato che, assumendo l’autorità divina, giustifica la tortura ed ordina di ammazzare.
Il popolo ignorante è sempre pronto fanaticamente ad obbedire. Il popolo è vittima di una falsa propaganda, da parte di autorità e di un potere terreno che, trasfigurato in volere divino, rende la vita dei tanti, una vera e propria vita di inferno terreno, disumanamente e strumentalmente fatto credere come volontà divina, di cui “nutrirsi” per poi godere il piacere eterno.
La nostra saggia Shirin Ebadi, si è ribellata a tutto questo; a tutta questa propaganda di un falso e disumano insieme umano, dove domina l’odio sull’amore, cancellando quel mondo di Pace assolutamente necessario, per cambiare in Iran e nelle vaste terre mediorientali, il destino della gente che nasce per diventare disperatamente vittima di un grave fanatismo di un falso divino che porta alla violenza, alla distruzione ed alla morte dei tanti che si oppongono e che pensano come giusto, un mondo nuovo.
A quel mondo nuovo, che è il sogno della difficile vita di Shirin Ebadi instancabilmente in giro per il mondo, per costruire insieme al mondo umani e giusti percorsi di Pace; percorsi di umanità nuova anche in Iran e nel Medio oriente, tormentato da guerre fanatiche e disumane che sono diabolicamente pensate come necessarie ed indispensabili, perché si vuole la morte dell’altro, in quanto scomodo; in quanto umanamente “inopportuno” e da eliminare; da cancellare con determinata e disumana violenza.
Significativa la presenza di Shirin Ebadi alla Mostra del Libro di Torino.
Altrettanto importante e significativo il suo chiaro messaggio al mondo che vive sempre più di paure per un terrorismo che fa del terrore nel sempre più instabile mondo della “normalità” e della “pace”, la sua carta vincente.
Una condizione da allarme rosso che va affrontata e vinta; tanto, per il bene dell’umanità; tanto, compresa l’umanità tradita di chi si rende protagonista di atti di terrore, per essere vittima inconsapevole di una falsa propaganda che, in molte parti del mondo, non rende libera la gente e tanto meno ne permette la nascita della democrazia ed il dovuto rispetto per i diritti umani.
Mi piace e condivido in pieno il messaggio al mondo di Shirin Ebadi. È il messaggio della speranza che si apre alle nuove certezze del mondo.
Alla base di questo messaggio di un mondo umanamente nuovo anche nelle tormentate aree del terrore dominante del Medio Oriente, c’è la saggezza dei saperi e della conoscenza del mondo.
Il terrorismo, Shirin Ebadi ne è più che mai convinta, si combatte con i libri.
È l’ignoranza il grande nemico del mondo; è l’ignoranza che genera i mostri e fa tanto diffuso male all’uomo del mondo che vittima delle teocrazie, viene tenuto nelle disastrose condizioni di analfabeta, disumanamente circondato da inespugnabili barriere di un distruttivo e barbaro non sapere che, cammin facendo, si traduce in forme aggressive di fanatismo, con un fare terroristico disumanamente feroce contro gli altri del mondo, considerati falsamente responsabili di un’infedeltà ad un essere supremo spietato che giustifica le torture ed ordina, tra l’altro, di ammazzare.
Tanto, per effetto di un’insipienza diffusa; tanto, per effetto di un analfabetismo che è devastante non solo, per chi ne è vittima, ma anche per i tanti costretti a subirne le disumane conseguenze per mano di carnefici, fanaticamente indottrinati e sottomessi.
L’arma vincente per combattere il terrorismo ed i suoi gravi mali, dentro e fuori, è il sapere; è la conoscenza; soni i libri.
Il terrorismo si combatte con i libri; è questa un’arma assolutamente vincente.
Attraverso i libri si possono sconfiggere le tante negatività umane dovute all’ignoranza; dovute all’analfabetismo che non permette all’uomo che ne è vittima, di diventare, un uomo libero.
Questi mali del Medio Oriente, sono mali dovuti, come in Iran, ad un sistema costituzionale che dà, tra l’altro, il potere ad una sola persona.
Che fare? Come vincere la sfida? Con una lotta pacifica, gandhianamente intesa; con una diffusa lotta disarmata, usando libri e saperi, per vincere l’ignoranza e così sconfiggere il terrorismo e dare ai popoli del Medio Oriente quella democrazia negata da teocrazie che coltivano le negatività e l’ignoranza, diffondendo tra la gente ignorante, i dogmi di un dio che giustifica le torture ed ordina, tra l’altro, di ammazzare.
Nel Medio Oriente con i governi ferocemente aggressivi, c’è da combattere per il cambiamento ed i diritti umani, facendo, prima di tutto, crescere la gente; cambiandone gli scenari, attraverso la lotta all’analfabetismo, la causa prima di tutti i mali di un mondo umanamente sbagliato, assolutamente da cambiare, per cambiare i destini del mondo, vincendo il terrorismo e le paure che porta con sé e ne compromette il futuro; tanto con una lotta diffusa all’analfabetismo che, purtroppo, rende umanamente inferiore e sottomesso chi lo vive e non riesce a liberarsene.
Per sradicare dal Medio Oriente le radici del terrorismo, come ci dice Shirin Ebadi, bisogna sradicare l’ignoranza e dare alla gente il senso di giustizia giusta che, purtroppo, non ha e che, attraverso l’analfabetismo diffuso, si alimenta l’ignoranza.
Al Medio Oriente non servono interventi di guerra che causano solo distruzione e morte; al Medio Oriente, al posto delle bombe, bisogna intelligentemente lanciare libri; tanti libri, al fine di diffondere quei saperi e quella conoscenza, i soli a poter cambiare umanità disperatamente abbandonate a se stesse e vittime di fanatismi che sfociano nella disumana violenza degli uni contro gli altri del mondo.
Bisogna dare una svolta al mondo dominato da quel perdente fanatismo fondamentalista che, proprio non porta da nessuna parte; che proprio non giova a nessuno nel Medio Oriente, come in altre parti del mondo, sempre più bisognoso di un insieme condiviso; sempre più bisognoso di dialogo e di un positivo confronto umano tra tutti gli uomini della Terra; tanto, per un mondo nuovo; per un mondo di PACE.
Occorre un progressismo umano che voglia e sappia garantire i diritti umani; che voglia e sappia garantire una visione del mondo compatibile con la difesa dei diritti umani, contro i tanti abusi, in loro violazione nel Medio Oriente ed in altre parti del mondo dove tarda a farsi strada la libertà di espressione dei propri valori senza sentirsi offesi dai valori professati dagli altri; dai tanti altri della Terra.
Tutto questo mi porta a dire che, ognuno al mondo deve essere libero di credere e di non credere e tanto meno ferire l’appartenenza dell’altro.
Fino a quando, questa condizione falsamente umana continuerà ad essere una grave piaga del nostro tempo?
Una piaga che in Medio Oriente, non è l’Islam in sé, bensì il fanatismo; quel fanatismo che accomuna tutti i violenti della Terra, alimentando l’odio verso l’altro.
L’odio, il frutto dell’ignoranza umana che si può cancellare dalle scene del mondo e così salvare il mondo, sostituendolo, per questo fine con il dialogo; con il dialogo in un mondo saggio e giusto, con nuovi percorsi di umanizzazione ricca di un forte insieme umano e di una condivisione che, all’uomo della Terra, può venire solo dalla cultura, dai saperi e dalla grande conoscenza di cui ciascuno ha bisogno per potersi sentire un uomo concretamente libero e capace di interpretare e vivere secondo il principio espresso da Kant che ci dice “La premessa di ogni virtù è il rispetto per ogni uomo”.
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