La modernità liquida nel pensiero del sociologo Zygmunt Bauman
La grave crisi italiana è dovuta alla mancanza di un leader. La causa, senza soluzioni possibili, di tante debolezze italiane.
di Giuseppe Lembo | BlogIl saggio mondo dei vecchi è un valore importante anche nel tempo del Millennio globalizzato.
Lo dimostra al mondo Zygmunt Bauman, il sociologo polacco novantenne, dal 1971 emigrato nel Regno Unito.
È uno dei più importanti pensatori viventi. Il suo pensiero per il mondo, è tutto proiettato nel futuro del mondo. È suo, tra l’altro, il concetto di “modernità liquida”. Recentemente, da pensatore attento alle cose del mondo, si è intelligentemente occupato dell’uomo forte nelle sempre più fragili democrazie del nostro tempo con alla base una crescente e sempre più diffusa “modernità liquida”.
Siamo, osserva saggiamente Bauman, ad un modello di società in declino; tanto, per un diffuso nanismo del fare, poco umanamente aperto agli altri; le società del mondo si chiudono sempre più in se stesse mettendo, così facendo, a nudo le loro “democrazie ammalate” e, purtroppo, destinate inevitabilmente al declino, nonostante la presenza miracolistica dell’UOMO FORTE, di cui il caso Trump in America è un segnale fortemente significativo del dove va il mondo, confusamente incerto e senza la giusta sicurezza.
L’America con Trump, l’uomo forte al centro del libro di Robert Reich “Donald Trump e la rivolta della classe ansiosa”.
L’esempio americano deve far riflettere. La classe media americana, osserva saggiamente Bauman, è fortemente impaurita dalla probabilità sempre più elevata, di finire in miseria; tanto, per una situazione diffusa dei due terzi dei cittadini che oggi vivono in grave difficoltà e, con tanti altri, tra l’altro, destinati a perdere entro breve, il proprio posto di lavoro.
L’America descritta da Reich, per Bauman è lo specchio di una condizione umana gravemente preoccupante. Dice allarmato che, siamo a due terzi di americani costretti a camminare sull’acqua. Mancano assolutamente, per dare fiducia alla gente, segnali positivi.
Il governo in America, come in altre parti del mondo (ed in questo, l’Italia è in primo piano) non fa nulla per proteggere il lavoro.
Le aziende delocalizzano in Asia; chiudono, per difficoltà di sopravvivenza, lasciandosi dietro scenari tristi di un mondo senza futuro, sempre più abbandonato a se stesso, con protagonista, un modo nuovo di essere se stessi, parte di un insieme sempre più coeso di un crescente mondo sociale in grave difficoltà.
È questo il mondo della “classe ansiosa”; di quella classe, come ci insegna l’America, che crede nell’uomo forte, il solo a poter dare una soluzione possibile ai tanti gravi mali di una società bloccata ed assolutamente incapace di guardare con fiducia al proprio futuro negato.
Che fare? I più, come in America con Trump ed in Italia con Renzi, molto inopportunamente, pensano di poter trovare la “saggia” soluzione ai propri mali e più in generale ai mali del mondo, buttandosi a capo fitto nelle braccia dell’uomo forte; un uomo che, con arte, da scaltro impostore, sa fingersi come l’atteso messia e quindi come la saggia soluzione di tutti i mali del mondo, vicini e lontani.
Ma è questo, un fare da impostore; è questo, un falso taroccato, che inopportunamente spinge gli “ansiosi” del mondo, nelle braccia dell’uomo forte; di quell’uomo forte che, come ci dice Bauman, riesce facilmente a suggestionare le coscienze del mondo della società liquida, ad un punto tale da addossare alla gente, sempre più terrorizzata, la soluzione dei problemi generali della società che, per la loro comune difficoltà, non sono assolutamente risolvibili, in quanto, trattasi di problemi, dal percorso gravemente compromesso, per cui senza soluzioni possibili; soprattutto, senza soluzioni miracolistiche possibili.
Bauman, preoccupato come non mai prima, al Convegno di Istambul su “Religione e socialismo”, si è rivolto al mondo del sapere con lo scritto “L’uomo forte e le democrazie”.
In che modo la religione contribuisce a fondare ed a legittimare la democrazia? Sempre più spesso nel mondo, sono proprio le fedi ad essere fonti di una intolleranza che va oltre il religioso, allargandosi, tra l’altro, anche agli spazi dei poteri politici laici.
Tanto ci porta ad una condizione fortemente disumana in cui gli uomini di oggi sono esposti come non mai prima, ad una società insicura ed in sé liquida che, oltre ad essere traboccante di rischi, è anche gravemente vuota di certezze e di garanzie. Il tutto, è favorevolmente funzionale all’entrata sulla scena delle ammalate democrazie del mondo, dell’uomo forte che diventa sempre più il riferimento unico della società, in caduta libera verso un declino che rappresenta in sé, il declino della democrazia senz’anima, in mano all’uomo forte che esercita il potere, rappresentando la società con un ordine di cose guidato da falsi principi morali di giustizia e responsabilità, assolutamente funzionali ad imporsi, imponendo il potere, ad una società liquida, traboccante di rischi e sempre più vuota di certezze e di garanzie, assolutamente necessarie ad una società dal vivere concretamente drammatico.
Purtroppo, nonostante l’allarmato messaggio dei tanti saggi della Terra, con in prima fila Zygmunt Bauman, ancora e sempre più, siamo ad un potere costituito dal fare società che mira unicamente ad affrontare e risolvere i problemi carichi di una forte incertezza esistenziale, affidandone la soluzione ai singoli individui, con risorse personali umanamente limitate e quindi del tutto inadeguate alla soluzione miracolistica dei tanti complessi problemi.
È un errore, un errore assolutamente grave e quindi da evitare, affidarsi ai singoli individui per affrontare e quindi risolvere i problemi individuali e sociali, purtroppo sempre più complessi, sempre più diffusi, parte di una società liquida, fortemente disgregata; tanto, succede soprattutto, per effetto della perdita del senso comune dell’autostima, con le conseguenze gravi di un senso diffuso di emarginazione e di esclusione che rende assolutamente difficile vivere e/o semplicemente sopravvivere, avendo i tanti “caini” del potere pronti a succhiare il sangue, facendo così ritrovare senza difese il “povero” cittadino, assolutamente inetto ed inefficace, con le gravi e devastanti conseguenze di una diffusa emarginazione e di una esclusione che, con le sue tante incertezze istituzionali, porta alla perdita diffusa di autostima di sé, un sentimento che genera paura; è, purtroppo, uno spettro sempre più tangibile e disumanamente realistico.
Siamo, purtroppo e sempre più, costretti a vivere in una società fortemente disgregata, con una vita diffusamente frammentata che si riproduce giorno dopo giorno, in quanto funzionale al potere dell’uomo forte che, come dice Anthony Giddens nell’arena della politica della vita, si cala nella “società di attori” per interpretare attivamente il ruolo di “uomo forte”, il cui corso umanamente senz’anima, nessuno per propria autocondanna, può fermare e tantomeno invertirne il corso, con il suo carico disumano fatto di un crescente aggravarsi.
Tutto questo succede negativamente all’uomo del nostro tempo ed alla sua società di riferimento in forte crisi soprattutto per una grave mancanza della politica.
Con grande saggezza sociologica Zygmunt Bauman, vede un’inarrestabile globalizzazione del potere a cui non è seguita l’opportuna globalizzazione della politica e tanto meno di un insieme di umanità.
Il mondo vive sempre più in una triste “paura cosmica” con l’uomo in solitudine, tagliato fuori dalle comunicazioni ed assolutamente senza alcuna speranza di dialogo con le istituzioni; è questo l’aspetto nuovo di un mondo in cammino con una nuova condizione umana sempre più globalizzata; siamo alla “modernità liquida”.
Quale futuro umanamente possibile c’è dietro l’angolo?
Avviandomi alla conclusione, ritengo opportuno fare delle sagge considerazioni finali. Le affido essenzialmente a Bauman, mio grande maestro del pensiero sociologico.
Condividendone il senso, sono convintamente come Bauman, a dire che, l’insieme umano deve imparare a coesistere; deve assolutamente imparare a stare insieme.
Le comunità ed i gruppi etnici, come non mai prima, nel futuro del mondo sono destinati sempre più a coesistere.
Siamo, sempre più, di fronte a violente trasformazioni socio-economiche. Saranno sempre più veloci e cammineranno insieme agli spostamenti di popolazioni, con il mondo fatto da “stranieri” del mondo in cammino, carico del peso di uno sradicamento che ci appartiene e che conosciamo da vicino, come sradicamento delle nostre sempre più fragili radici familiari.
Nella quotidianità della paura che cresce in noi, si fa strada l’uomo forte; l’uomo della provvidenza che, dal piccolo al grande territoriale, si produce come l’uomo nuovo, come l’unto del Signore, capace di trovare per tutto le soluzioni giuste, mettendo ordine al grande disordine umano, in cui è precipitata l’umanità del nostro tempo, tra l’altro, per effetto di un pianeta globalizzato in accelerato cammino verso mondi nuovi; un pianeta che, in tanti vorrebbero riportare indietro, in una dimensione che ci riporta con la mente all’opera di Hobsbawm “Nazioni e nazionalismi del 1780”, un tempo ormai lontano da noi che, nonostante i tanti nostalgici del ritorno ad un passato condiviso, è un passato che proprio non tornerà.
Che, tra l’altro, proprio non è assolutamente necessario che torni, in quanto negativamente poco utile al bene comune.
Purtroppo, come ci informa il saggio anziano sociologo Zygmunt Bauman, è veramente triste il destino delle società in declino; è triste il riporre tutte le speranze in un salvatore, in un uomo della provvidenza che per l’America potrebbe essere Trump o peggio ancora, per l’Italia, potrebbe essere Matteo Renzi.
Siamo, purtroppo, a verità seducenti, dai contenuti fortemente fuorvianti. Siamo a verità che appartengono a tanti e che sono sempre più, il frutto del vuoto della politica odierna, tra l’altro, carente di potere condiviso ed assolutamente basata sull’autorità del “principe sovraumano”; è questo, l’uomo forte in cui sono tanti a credere con la convinzione-certezza, di trovare la soluzione giusta per i tanti problemi di non facile soluzione che sono gravemente problemi dei “tanti” di un mondo nuovo, caratterizzato da un tempo mai prima conosciuto che, si chiama il tempo del “Mondo globalizzato”.
La democrazia del mondo, con sempre più, in primo piano, l’uomo forte, è caratterizzata da una crescente e diffusa incapacità di attuare quanto promette.
Le promesse sono tante, veramente tante; le promesse sono la forza grintosa dell’uomo forte.
Purtroppo e sempre più, non vanno oltre; restano al punto di partenza come promesse fatte e come altrettanti tradimenti da parte di chi usa il potere delle promesse per tenere sottomessi come sudditi silenziosi i cittadini che, nel mondo sono sempre meno protagonisti nel determinare il corso del proprio futuro; un futuro sempre più negato dalle promesse dell’uomo forte che democraticamente inganna la gente, trasformandola sempre più, da cittadini in sudditi.
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