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ITALIA DISMESSA. PAESE MIO CHE STAI SULLA COLLINA

📅 mercoledì 5 ottobre 2016 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

L’Italia degli oltre ottomila comuni è, prima di tutto, un Paese territoriale. Un Paese che, oltre alle grandi città, ha una forte anima paesana.
Tante piccole realtà territoriali che rappresentavano in sé la grande risorsa italiana in una ruralità che permetteva di vivere in grande dignità e di garantire i territori con i contadini guardiani intelligenti che coltivano la Terra rispettandola ed usandola saggiamente per poi trasmetterla al futuro dei loro figli e dei loro nipoti; tanto, con una saggezza antica dei nonni che piantavano gli alberi, pensando ai nipoti che dovevano godere i frutti della buona Terra.
Questo saggio fare antico, con i tempi confusamente cambiati e senza prospettive certe di futuro, è un fare purtroppo, sempre più cancellato; è un fare che, rifiutato dai più, non avendo ragione di esistere è e sempre più, patrimonio della sola lontana memoria di un tempo ormai scomparso.
È sempre più indifferente ricordare la propria Terra; è sempre più difficile ricordarne i sapori e quel fascino di “Terra amica” che non muore mai; che non muore e non tradisce nessuno, perché dentro di Noi e quindi fa parte di un Noi antico che rappresenta l’espressione forte di essere uomini di questa Terra, nata per essere umana, ma poi, cammin facendo, resa sempre meno amica dell’Uomo, per essere l’uomo, sempre più, un suo poco saggio nemico facendosi, così facendo, un male da morire.
Purtroppo, per diffuso nanismo umano e culturale, nel nostro Paese, viviamo situazioni di grave rischio geomorfologico con danni irreparabili soprattutto, per l’Italia minore; soprattutto, per l’Italia dei Paesi dal futuro umanamente negato; tanto, con grave danno per l’insieme italiano che fa di tutto per farsi male e per negarsi, così facendo al futuro, non sapendo, tra l’altro, fare quel sempre più necessario bene italiano che è, prima di tutto, nella saggia conservazione del suolo italiano, purtroppo, dal futuro negato, perché degradato, abbandonato a se stesso e quindi, sempre meno sicuro per viverlo con scivolamento a valle della collina, con allagamenti e distruzioni delle zone pianeggianti usate, abusandone.

Siamo ad un’Italia fortemente ammalata di italiani che sanno sempre meno proteggerla, conservarla e trasmetterla al futuro.
Le sue condizioni più tragiche, da Italia dismessa ed abbandonata a se stessa, riguardano i Paesi; i tanti Paesi italiani da salvare per non farli morire.
La prima grande sofferenza è dovuta all’abbandono dell’uomo che ha preferito e preferisce vivere in mondi italiani più urbanizzati e quindi più vivibili e con opportunità di vita purtroppo negate a chi ancora si ostina a vivere la montagna e/o la collina; costoro sono, purtroppo, sempre meno, proprio per le diffuse e mancate opportunità di vita; per le tante difficoltà di vita che, sempre più spesso, non garantiscono neppure la sopravvivenza di chi si ostina ad abitare i tanti luoghi italiani negati alla vita e disumanamente sempre più inabitabili.
Perché tutto questo? Soprattutto, per colpa di una vecchia politica che, nel corso del tempo, è rimasta indifferente al “piccolo italiano” evitando di salvare, come meritava e merita l’Italia dei Paesi di quei tanti Paesi dell’anima italiana, sempre più senz’anima e che, con grave danno italiano, sono ormai prossimi a morire, lasciando l’Italia fortemente orfana di una sua insostituibile provenienza genetica, fatta di una grande bellezza della natura e di tanta, tanta saggezza umana.
Per tutto questo, i tanti Paesi italiani, sempre più abbandonati a se stessi ed al loro destino, proprio non possono morire, né essere cancellati, come se si trattasse del “niente italiano”.
Chi ne ha questa visione idiota è un pessimo italiano; è un vero e proprio “italianuzzo” che poco sa volere bene all’Italia ed alle tante bellezze italiane come l’insieme presepiale dei tanti Paesi dell’anima che, in sé rappresentano l’anima italiana; che in sé rappresentano la nobile e generosa anima italiana assolutamente da conservare al futuro italiano.
I tanti Paesi dell’anima di questa nostra Bella Italia, per le loro caratteristiche di unicità e di Bellezza, sono parte di un patrimonio universale; un patrimonio di Bellezza e di umanità che l’Italia, liberandosi del suo fare da indifferente, deve impegnarsi a conservarlo, così come merita, al futuro italiano ed al mondo.
Quest’indifferenza diffusa per il mondo del “Paese italiano” deve assolutamente finire. I tanti Paesi italiani ormai senz’anima, devono riavere di nuovo un’anima; tanto, liberandoli da quel senso diffuso di degrado e di abbandono, parte di quella dismissione italiana, dove il “piccolo” è considerato inutile ed ingombrante per il nuovo italiano; un nuovo senz’anima con gli “italianuzzi” che, così facendo, si adoperano attivamente per far morire il bello italiano e con il bello, quell’antropologicamente saggio che il degrado e l’abbandono dei luoghi, va ostinatamente cancellando.
Basta con questo fare sciagurato che fa tanto male alla nostra Bella Italia minore, dove i Paesi dell’anima, diventano sempre più, Paesi senz’anima; Paesi del niente umano, sempre più degradati ed abbandonati a se stessi.
Occorre, per cambiare, pensare ad una coesione territoriale nuova; ad una saggia coesione italiana con al centro le 66 aree fortemente abbandonate e dismesse con ben oltre mille piccoli comuni ed una loro popolazione del tutto marginale di ben due milioni di abitanti; trattasi di cittadini italiani considerati di serie B ed assolutamente poco italiani per il loro mancato rispetto e per i diritti della persona sempre più negati.
L’Italia dei Paesi non è assolutamente un problema; diventa un problema, sempre più grave, facendoli morire; tanto, con il grave danno di cancellare dai territori i guardiani che saggiamente li hanno saputi garantire al futuro. Un futuro da considerare ancora possibile e ricco di speranza e di vita; così facendo, diventa sempre più, disumanamente, futuro negato.
Occorre fermare il degrado dei piccoli Paesi dell’anima italiana; tanto, invertendone la disumana e poco saggia tendenza al degrado ed all’abbandono italiano.
Rimettere al centro del pensare e del fare italiano i Paesi dell’anima, è un’importante ed intelligente azione per ripartire; per ridare speranza di futuro all’Italia che nel “piccolo italiano” ha, tra l’altro, un grande patrimonio di una ricca biodiversità, con caratteristiche di unicità al mondo; è questa, una grande ricchezza italiana da conservare al futuro italiano.
Una ricchezza del suolo italiano intimamente legata al “piccolo d’Italia”.
Per tutto questo, occorre ripensare il “nuovo italiano”, mettendo al centro, così come merita, il “piccolo italiano”, con la grande anima dei Paesi dell’anima, purtroppo e sempre più, senz’anima; tanto, per gravi responsabilità italiane da parte di chi non sa saggiamente adoperarsi per un buon governo dell’insieme italiano, dove il piccolo, oltre che bello, è assolutamente necessario al futuro italiano nel suo percorso di insieme fatto di passato, presente, futuro.
Occorre e da subito rimettere ordine al disordine; occorre intelligentemente rimettere insieme ciò che, per troppo lungo tempo, è stato considerato un patrimonio di cose inutili e quindi come tale, rimasto isolato, depresso e disperso nel suo nulla esistenziale.
Tanto e gravemente, nell’indifferenza di un’umanità senz’anima, più saggiamente da definire, l’espressione di una disumanità italiana, indifferente al bello ed al saggio italiano.
Nonostante l’indifferenza di lungo corso, ci sono interessanti segnali di un’attenzione nuova; tanto, con un possibile ritorno umano al mondo dei Paesi.
Un augurio-speranza per il futuro italiano è quello di vedere finalmente un ritorno di saggia attenzione umana per l’Italia dei Paesi che deve assolutamente uscire dal suo clima depressivo.
Deve essere questo, un impegno italianamente diffuso dal Nord al Sud del Paese. Bisogna ridare all’Italia nuovi scenari italiani; tanto, cancellando il binomio mondo rurale, mondo italiano arretrato, depresso ed assolutamente senza futuro.
Occorre, da parte di tutti, un’attenzione umanamente nuova al mondo italiano dei Paesi ormai senz’anima, per troppo lungo tempo, considerati inutili e sempre più abbandonati a se stessi.
È saggio partire da qui per una rinascita italiana che, prima di tutto e soprattutto, deve intelligentemente fondarsi sulla rigeneratio italiana; tanto, per il bene del possibile futuro italiano, partendo dal sogno per molti versi proibiti di un mondo che non c’è perché cancellato e/o per troppo lungo tempo disumanamente ed inopportunamente negato; negando, così facendo, un’importante parte d’Italia al Paese Italia.

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