L’Italia piange il “Dario italiano”
Il saggio giullare irriverente d’Italia, intelligente protagonista nella difesa degli ultimi, purtroppo, non c’è più.
La sua scomparsa rappresenta un grande vuoto italiano.
di Giuseppe Lembo | BlogVoglio ricordare il “Dario italiano”, partendo da un suo pensiero che è stato sempre suo compagno di vita; che è stato suo compagno di viaggio nel corso dei suoi 90 anni attivamene vissuti con grande umano impegno, per cambiare il mondo, purtroppo e sempre più, fortemente disumano e triste.
Contro le barbarie del mondo e soprattutto, contro le tante disumane barbarie italiane, ha sempre tuonato con forza il “Dario italiano”.
Il “Dario giullare”, attore intelligente, pensatore, scrittore, non c’è più. Dario Fo era molto attaccato alla vita; alla vita del pensare, in una con la vita del fare.
Il suo attaccamento alla vita è tutto concentrato in questo suo messaggio “Se mi capitasse qualcosa, dite che ho fatto di tutto per campare”.
È campato fino a 90 anni, intensamente vissuti e proiettati in un suo forte attaccamento a volere essere a lungo, uomo di questa Terra.
Inseparabile compagno di viaggio della sua Franca; della sua Franca Rame, con la quale, oggi che ci ha lasciati, si è andato nuovamente ad unire per l’eternità, continuando a riproporci e riproporle le sue giullarate, ricche di saggia umanità.
Che tristezza! Che tristezza italiana per questo 13 ottobre italiano che ci ha portato via il nostro “Dario italiano”!
Dei suoi 90 anni di vita, ben settanta li ha vissuti dedicandoli al teatro. È stato, per comune riconoscimento, il più grande e famoso artista italiano dei tempi moderni.
Artista e pensatore con un forte fare ideativo e creativo che ha lasciato il segno; un segno assolutamente incancellabile.
Un segno che sarà parte di Noi e dell’Italia che soffre e che, forte dei messaggi di vita e di impegno umano e civile del “Giullare italiano”, vuole un mondo nuovo, rigenerandosi e credendo nel suo futuro possibile.
Vuole continuare a credere, come lui credeva, in un mondo umanamente nuovo; in un mondo italiano umanamente nuovo; in un mondo italiano saggiamente nuovo e libero dal grave nanismo che porta con sé quella mediocrità italiana, maledettamente dannosa al futuro italiano, un futuro dell’anima che stava tanto, ma tanto a cuore al nostro “Dario italiano”.
Quante belle cose ha saputo dire all’Italia ed al mondo; sono in sé, testimonianze di vita assolutamente incancellabili.
Sono riferimenti forti per costruire un nuovo insieme italiano, con Dario che da lassù ci guarda e ci guida, per un futuro italiano assolutamente nuovo.
Un futuro in cui ha sempre creduto; un futuro saggio obiettivo dei suoi 90 anni, gran parte dei quali vissuti con Franca Rame che, come andava spesso dicendo, sono stati in sé, tre volte più degli altri; un futuro,quello del “Dario italiano” a cui credeva ed a cui dava, giorno dopo giorno, intensamente tutto di se stesso.
Dario Fo, amico mio, amico degli italiani onesti e saggiamente attenti alle cose del mondo, amico del mondo che ti ha apprezzato per l’universalità della tua arte e del tuo pensiero, con quel “Mistero Buffo” la pietra miliare della tua anima e della tua umanità di giullare, capace di dominare le scene, come nessuno altro mai, ci mancherai; ci mancherai veramente tanto.
Mancherai all’Italia ed al mondo.
Alla base del suo geniale fare artistico, c’è la satira; una satira così eccellentemente artistica da valergli nel 1997 il Nobel per la letteratura, accolto con irriverente sospetto da un mondo di intellettuali italiani arrabbiati che, mal digerirono il massimo riconoscimento del mondo del sapere, per un intellettuale che amava autodefinirsi “buffone irriverente”.
Una caratteristica fortemente presente nel lungo corso del suo fare artistico è stata quella,poi riconosciutagli dal mondo con il Premio Nobel, di aver seguito con ed attraverso la sua arte, la tradizione dei giullari medievali, dileggiando, con una non comune forza giullaresca, il potere, restituendo, così facendo, quella dignità negata agli oppressi d’Italia e del mondo.
Da Franca Rame, donna della sua vita, scomparsa nel maggio del 2013, ha avuto un figlio, Jacopo che ha ereditato,dal suo non comune mondo d’insieme familiare, una grande passione per il Teatro e la recitazione.
È con il Mistero Buffo che l’Italia riconosce a Dario Fo, la sua genialità artistica di attore, di pensatore, di creatore e di fine giullare, erede di un mondo di cantastorie, dal sapere lontano, ma sempre vivo ed attuale.
Attraverso Mistero Buffo Dario Fo, racconta le storie della Bibbia, dei Vangeli e dei Papi; una narrazione che piace all’Italia ed al mondo, ma che, proprio non piace al Vaticano di cui si attira le ire per la sua forte irruenza verso un mondo sacro che da buon giullare, il Dario italiano, dissacra, mettendo in luce il negativo del falso perbenismo evangelico praticato da una nomenclatura della Chiesa, purtroppo, sempre più lontana dalle cose divine, ma fortemente attenta alle cose terrene.
Oltre al teatro Dario Fo ha lasciato negli anni più recenti, il segno, dalle inconfondibili impronte artistiche, nella sua scrittura, con un libro dopo l’altro e nella pittura con quadri dal linguaggio inconfondibile che, attraverso i colori vivacissimi, trasmettono quelle emozioni dell’anima così come sentite dall’autore nel pensarle e nel crearle, fermandole sensibilmente in un acceso cromatismo, da vero e proprio linguaggio dell’anima.
Una figura, quella del nostro Dario, di artista italiano, assolutamente non comune; una figura come non poche. Da attore sommo a drammaturgo; da regista a scenografo ed impresario. Ma oltre ancora è da saperlo considerare per affidarlo al futuro, nella sua veste, a lui tanto cara, di scrittore e di pittore.
Dario Fo, un irriverente uomo di sinistra, fuori da coro e senza bandiere, ha per decenni dominato la scena italiana, facendosi sempre beffa del potere.
Un irriverente scomodo, dalle mille verità giullaresche offerte come riflessioni di vita alla gente comune; a quella gente comune che, tanto amava e che è stata sempre al centro dell’arte giullaresca del “Dario italiano”.
Non mi soffermerò più a lungo sui particolari del suo ricco fare artistico; si tratta di percorsi già abbondantemente noti e/o facilmente acquisibili attraverso la stampa ed il web che sta dando tanto dovuto spazio al mondo di un artista che anche adesso che non c’è più, rimarrà vivo in tutti noi, sempre pronti a ricordarlo per le sue giullarate irriverenti ed il mondo dissacratorio del suo capolavoro che tutti ricorderanno nel titolo magico di “Mistero Buffo”.
Come dimenticare le sue comunicanti e contagiose risate? Come cancellare dalla nostra mente il suo volto irriverente, espressione profonda di una irriverenza espressa attraverso le cose irriverentemente dette?
Le sue satire al vetriolo, fatte di parlate di suoni di parlate diverse, sono in sé quella magnifica invenzione e salutare iniezione di umanità del Dario italiano, assolutamente difficile da dimenticare; assolutamente difficile da cancellare dalla nostra mente di uomini attenti al futuro italiano del mondo.
Caro amico mio, intelligente dissacratore del potere, anche da morto saprai parlare agli italiani ed al mondo; anche da morto, parlando con gli italiani e con il mondo, continuerai a combattere le ingiustizie umane con le tue sagge giullarate; tanto, per difendere gli ultimi, gli esclusi, l’umanità tradita e dai diritti negati.
Lo farai anche da lassù, guardando da irriverente e ridendo delle tante miserie terrene, soprattutto di questa povera Italia nostra.
Continua Dario, amico mio, amico nostro, con le tue giullarate al vetriolo; continua a dissacrare il nanismo italiano, dove, come tu ben sai va crescendo la medicorizzazione del fare e del pensare; tanto, purtroppo, con un grave danno italiano, soprattutto, per gli ultimi; per i deboli e gli indifesi a cui hai sempre rivolto la tua attenzione di geniale artista ed a cui hai sempre voluto, tanto, ma tanto bene.
Addio caro Dario italiano. Per renderti contento delle cose terrene che tu non lascerai mai di seguire, ti comunico la bella notizia del Nobel per la letteratura a Bob Dylan.
Ne sarai contento e non poco; nei sarai contento, perché è con il suo canto, un comunicatore di umanità; è un uomo-artista della Terra che tu hai tanto apprezzato in vita, come tutte le cose belle che hanno riguardato le poche vittorie degli ultimi, degli esclusi, degli emarginati, tuoi amici di sempre. Purtroppo, Dario caro, hai lasciato l’Italia nostra in una al mondo, senza certezze; senza un orizzonte possibile e con le fonti di umanità sempre più spente ed inaridite.
Con la forza del giullare irriverente che tu ci hai lasciato in eredità l’Italia e con l’Italia il mondo, saprà agire e reagire.
Saprà saggiamente liberarsi delle catene di una schiavitù nanistica che la democrazia del mondo saprà sconfiggere, rompendo le catene di quell’opprimente silenzio che tu “giullare irriverente d’Italia”, hai sempre combattuto con la forza della risata, ottenendo, così facendo, tante intelligenti conquiste per quell’insieme italiano e del mondo che, forte della tua forza di pensiero, saprà da protagonista, imporre al mondo dei potenti e dei prepotenti.
Caro Dario italiano, l’Italia dei saggi e dei giusti saprà ascoltarti anche adesso che non ci sei più.
Saprà dire No anche in quel 5 dicembre, un giorno di grande festa che ti godrai da “giullare irriverente” da lassù, regalandoti ai perdenti con un artistico sorriso di consolazione che è e sarà sempre parte di Noi; sempre parte di un’umanità coraggiosa e ribelle che non si rassegna a vivere da “umanità vinta e sottomessa”, rivendicando per sé, quei tanti diritti negati che, prima o poi, grazie anche al tuo aiuto di pensiero e di “giullare irriverente”, diventeranno diritti acquisiti in un’Italia rigenerata per merito primario dei suoi tanti uomini saggi e giusti, così come italiano saggio e giusto sei stato tu sulla Terra e lo sarai nella memoria italiana che non dimenticherà mai, dico mai, il suo Dario italiano; il suo “giullare irriverente”che tanto, ma tanto serve al nuovo italiano e del mondo.
Ciao, Dario Fo. Il dialogo continuerà. Sicuramente, ti scriverò dopo il 5 dicembre, per comunicarti il nuovo italiano e la volontà diffusa di un saggio protagonismo italiano dei tanti che vogliono vivere in PACE, nel dovuto rispetto di uomini di questa Terra purtroppo avvelenata da un potere asfissiante che non permette di vivere in PACE e nel dovuto rispetto umano degli uni per gli altri.
Degli uni per i tanti altri che proprio non sanno vivere umanamente la loro vita sulla Terra e non hanno capito niente della grande tua lezione di vita da “giullare irriverente” d’Italia.
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