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Cara Milano, se ne sei capace, fai ripartire l'Italia

Da Milano può, anzi deve partire la "rigeneratio" italiana

📅 mercoledì 2 novembre 2016 · 📰 AttualitàSalerno

02112016 milano duomo
Credits Foto pixabay.com

foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

L'auspicio-speranza più cara agli italiani, purtroppo e sempre più ridotti ad italiani del niente, è quello di rigenerarsi e di tornare attivamente protagonisti sulla scena del mondo; tanto, dal Nord al Sud, creando quelle condizioni di sviluppo possibile ed assolutamente necessario per risolvere i gravi problemi italiani; problemi che sono diffusamente presenti nel sociale italiano dal Nord al Sud, soprattutto nel rassegnato Sud, creando condizioni diffuse di una grave sofferenza umana.
Una sofferenza, purtroppo, vera e per niente inventata, come si ostina a voler far credere il nostro Premier che considera i mali italiani, mali inopportunamente inventati, attribuendoli alle sole responsabilità allarmistiche di un gufismo italiano che si compiace di parlare di un’ Italia inventata che soffre; di un’Italia inventata e che tale non è.
Magari! Magari, fossero solo le malelingue gufiste, la causa assolutamente inventata dei mali d’Italia! Purtroppo esistono e sono mali che possiamo toccare con mano e che possiamo ritrovare nella società italiana che ne è portatrice tra il silenzioso e l’arrabbiato.
C’è nel nostro Paese, una grave e diffusa crisi di umanità nella e della cosiddetta specie umana, una specie che, cammin facendo, è diventata sempre più, disperatamente disumana; tanto, con grave danno e sofferenze per tutti.
Per tutti gli italiani traditi, dal Nord al Sud del Paese creando, così facendo, condizioni umanamente e socialmente tristi; condizioni umanamente e socialmente disumane e disperate.

Siamo ad un punto italiano senza ritorno? Molti dei mali italiani irreversibili ed assolutamente irrisolvibili, porterebbero a dire che, purtroppo, siamo al capolinea. Che siamo ad un punto senza ritorno.
Tanto, stando all’amara evidenza delle cose; ma, al di là dell’amara realtà delle cose italiane, c’è la speranza che non deve assolutamente morire, di una possibile rinascita italiana; di una rinascita che può fare sperare agli italiani in un’Italia rigenerata e protagonista di sviluppo possibile.
C’è, quindi, da sperare; c’è, quindi, da sperare con fiducia che le cose italiane possano cambiare e da negative quali sono, diventare felicemente positive.
Un miracolo italiano? Più che di un miracolo c’è da affidarsi all’Italia degli italiani che volendo, possono cambiare le cose italiane; tanto, ridando serenità di vita e fiducia di futuro ai tanti italiani delle braccia e dei cervelli, disperatamente soli e senza certezze di futuro; di italiani sradicati, soprattutto giovani meridionali, in giro per il mondo, costretti ad abbandonare la Terra dei padri e ad assaporare “quanto amaro è lo pane altrui”, lontani dai luoghi che li hanno visti nascere.
Tornando al positivo umano per cambiare le cose italiane dal Nord al Sud, c’è da riconoscere compiacendosi, che in qualche parte d’Italia ci sono segnali positivamente interessanti che fanno ben sperare per il futuro italiano.
Questa parte, oggi guardata con crescente attenzione dall’Italia e dal mondo, è la meneghina Milano con S. Ambrogio protettore e la Lombardia più in generale, una Terra che, se si apre al mondo, senza le false ed inopportune chiusure leghiste, può essere di intelligente riferimento e guida per il futuro italiano e più oltre ancora.
A Milano è, com’è stato scritto, l’ora dell’orgoglio; un’ora da accettare, da condividere e da implementare positivamente nell’Italia intera che attende il saggio nocchiero per essere traghettata fuori dalle secche dei mari in tempesta, con una forza di aggressiva distruzione che non risparmia niente e nessuno.
Milano, è stato certificato nella sede dell’Assolombarda, alla presenza dei tanti personaggi del potere del Governo italiano, è in una felice condizione di sviluppo per i suoi tanti obiettivi raggiunti. Tanto, in controtendenza rispetto al resto del Paese.
Segnali fortemente positivi sono da vedere nei 31 mila residenti in più tra i 25 ed i 34 anni nel 2015 e nella crescita dell’Export ai livelli precrisi.
Tutto questo è nel positivo fare milanese che ci auguriamo e presto, diventi positivo fare italiano, dal Nord al Sud del Paese.
Se Milano, capitale italiana del fare lavoro, creando così facendo, sviluppo umano e territoriale, ha questi requisiti e queste sue buone caratteristiche è assolutamente necessario e da subito, riconoscerle il ruolo guida per la più generale e diffusa crescita dell’Italia intera.
Tanto, con le prospettive di contagiare l’Italia del suo “paradigma di ottimismo operoso” e così, creare un senso di fiducia italiana, tornando a far credere agli italiani che è possibile cambiare; che è possibile avere positivamente fiducia nel futuro, costruendo insieme, con mani e con cervelli italiani, quel tanto atteso sviluppo; quello sviluppo che non c’è e che è assolutamente necessario per l’Italia; che è assolutamente necessario per cambiare questo nostro Paese, oggi maledettamente ammalato di uomo.
Allora, siamo con questi segnali, veramente sulla strada giusta? Siamo al possibile del nuovo italiano?
Se è così, che Milano, prenda per mano l’Italia ed indichi saggiamente agli altri d’Italia il suo modello del fare impresa e quindi sviluppo milanese e lombardo più in generale, la via giusta per cambiare l’Italia dal Nord al Sud.
Tanto, per portare l’Italia e gli italiani verso lo sviluppo possibile; tanto, dal Nord al Sud, uscendo così da una condizione diffusa di maledetta sfiducia italiana.
C’è da credere, c’è da tornare a credere che l’Italia è un grande Paese! Con determinata convinzione e gratitudine affidiamoci concretamente alle sagge ed operose mani della Milano meneghina; tanto, per rigenerare l’Italia e fare del nostro Paese, tra l’altro, forte del suo passato, un Paese che sappia credere al futuro e quindi intelligentemente capace di tante, tante cose positive.
Che la cultura del fare, concretamente trasformata in cultura del fare impresa, con la guida di Milano che produce e cresce, possa ed al più presto, diventare cultura italiana! Una cultura di sviluppo del lavoro, una grande risorsa italiana che, se saggiamente organizzato, può rigenerare l’Italia, facendola crescere; sviluppandola dal Nord al Sud.
Tanto, per il bene dell’Italia tutta, compreso il Nord ed il virtuoso fare impresa di Milano, una città italiana, la prima e più importante città italiana per fare della cultura del fare una cultura diffusamente italiana anche nelle terre italiane del Centro e del Sud d’Italia.
Milano è cresciuta e si è sviluppata negli anni grazie alle menti italiane (tante quelle meridionali) che ce l’hanno messa tutta nel fare creativo e di ingegno che oggi porta la città meneghina ad essere la prima virtuosa città italiana del fare intelligentemente impresa; del promuovere la cultura di impresa che, diffondendosi, può fare crescere e sviluppare diffusamente l’Italia.
Grazie Milano, grazie milanesi meneghini; grazie milanesi meridionali.
Grazie al vostro impegno ed al vostro fare proiettato nello sviluppo di un futuro assolutamente possibile, oggi l’Italia è ricca di una città proiettata nel futuro italiano ed oltre e con una sua risorsa del fare impresa che sicuramente ed al più presto può, anzi deve, diventare risorsa italiana.
Vitale risorsa italiana anche per il Centro Italia e per il Sud che, pur essendo naturalmente vocati allo sviluppo sostenibile, pur avendo risorse naturali, saperi e testimonianze di saperi che vengono da un saggio passato di civiltà, non hanno in sé quella cultura del fare impresa e dell’insieme produttivo di cui mancano, con tra l’altro, la diffusa sofferenza “familistica amorale” della gente rassegnata ed ostinatamente convinta del non “c’è niente da fare”; una condizione umana che non ha mai permesso al Sud di crescere e di svilupparsi e così uscire dal malessere del sottosviluppo che, per prima causa, ha proprio purtroppo l’uomo meridionale, in sé gravemente povero della cultura dello sviluppo d’impresa, un modello che oggi può venire da Milano, come aiuto italiano per sviluppare l’Italia che, tra l’altro, si arricchirà di Sud; dei saperi del Sud e dei suoi sapori, il frutto di una Terra meridionale ricca di risorse, purtroppo mal governate per cui poco funzionali al Sud che ha così mancato, con grave danno per tutti il suo, da tanto tempo atteso, appuntamento con lo sviluppo possibile.
Una considerazione assolutamente pregiudiziale al futuro italiano in tutte le sue parti è la mancanza nel nostro Paese della classe media; una parte essenziale della società italiana dal Nord al Sud.
Manca all’Italia la sua spina dorsale; occorre quindi pensare come affrontare e risolvere il problema, per affrontare con Milano in testa il problema italiano, con al primo posto, il problema del lavoro che manca e senza il quale non c’è sviluppo e quindi crescita italiana.
Tanto, purtroppo, anche con Milano, guida dell’Italia che vuole guardare al futuro, un futuro, senza la crescita del lavoro, assolutamente negato.
Cara Milano, capitale morale dell’Italia che cammina, dell’Italia che crede nel futuro possibile, facendo impresa, facendo così crescere, in modo diffuso, un’economia d’impresa che serve a quest’Italia, dal cammino, purtroppo, confusamente incerto sul piano umano, morale, valoriale, culturale, della politica e di fiducia nel futuro che per tanti è un futuro assolutamente negato, devi intelligentemente fare la tua parte italiana.
L’innesto positivamente saggio delle due e/o più Italia con le tante diversità umane in cammino per ritrovarsi felicemente insieme, è una grande risorsa di insieme italiano; può tonificare al massimo il fare italiano con alla base le tecnologie avanzate, per un governo intelligente delle risorse, a partire, prima di tutto dalle risorse umane che vanno organizzate ed utilizzate nel rispetto della persona risorsa, attivamente utile a se stessa ed al bene comune.
Il Nord che lavora, organizzandosi e governando al meglio l’umanità del fare, può aiutare il Sud a crescere ed a fargli trovare la strada umanamente giusta, prima di tutto credendo in se stesso e cancellando, per questo obiettivo, quella asfissiante sfiducia che si porta dietro un rassegnato “non c’è niente da fare” che non ha permesso al mondo meridionale di svilupparsi, trovando nella grande risorsa dei saperi e della conoscenza, insieme alle tante testimonianze della “Bellezza italiana” ed alla ricchezza di una buona e generosa Terra, la saggia forza per mettere in cammino l’umanità meridionale e farla finalmente sviluppare, così come si conviene.
Farla sviluppare, con percorsi di un fare impresa intelligente, con al primo posto, il primo importante obiettivo che è l’uomo, una grande risorsa che può trovare le sue sagge ragioni di vita proprio al Sud, Terra dell’Essere; Terra del pensiero dell’Essere parmenideo da cui la Milano meridionale saprà trarre il giusto vantaggio per un insieme del fare impresa e del fare economia per l’uomo e non, in modo deviato, contro l’UOMO.

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