L’EUROPA, IL PNCVD, LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’
di Paolo Abbate | BlogNello stesso giorno, il 7 dicembre, la Commissione europea, presieduta da Jean Claude Junker, e il Consiglio europeo, ambedue residenti a Bruxelles, nello stesso enorme palazzo, hanno deciso solennemente e all’unanimità, che la tutela della Biodiversità deve essere incrementata e difesa ad ogni costo.
Cominciamo dalla Commissione. Rappresenta e tutela gli interessi dell'Unione europea nella sua interezza e, avendo il monopolio del potere di iniziativa legislativa, propone l'adozione degli atti normativi dell'UE. L’approvazione ultima di questi però spetta al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione europea. È composta da un delegato per ogni stato membro (detto Commissario): a ciascun delegato è però richiesta la massima indipendenza dal governo nazionale che lo ha indicato (questa è una buona norma).
Ebbene, dopo un lungo “percorso di analisi delle due direttive, definito del “Fitness check” (cioè buon funzionamento) svolto dalla Commissione europea con il coinvolgimento degli attori sociali di tutta Europa”, si conferma solennemente “che le direttive comunitarie habitat e uccelli non vanno riscritte e depotenziate ma conservate e applicate meglio, anche attraverso un dettagliato piano attuativo”. Naturalmente le due prestigiose associazioni Wwf e Lipu hanno fatto la loro parte, premendo in questa direzione. I tanti volontari lavorano Infatti sul territorio dei vari paesi membri e conoscono bene come gli ecosistemi naturali, le specie animali e vegetali stiano piuttosto maluccio causa le interferenze antropiche, e la mancata “tutela e sorveglianza” . Basti pensare alla caccia, ad esempio in Italia, ma non solo, dove ogni giorno si impallinano per semplice “divertimento sportivo” - anche nei parchi naturali - centinaia di specie protette e in via d’estinzione. Basta pensare agli abusi edilizi e le compromissioni in aree protette nazionali e regionali.
A mio parere un parco naturale nasce soprattutto come laboratorio privilegiato dove sperimentare un rapporto nuovo tra uomo e natura. Laboratorio dove si debba promuovere la lotta contro l’inquinamento, applicando ad esempio la strategia “rifiuti zero” e la legge recente su l’abbandono delle cicche di sigaretta nel territorio. Sanno pertanto di stantio le lamentele, anche ad alto livello, per le restrizioni e i vincoli imposti come protezione della natura, che finiscono per “alzare il costo della vita e lo spopolamento del territorio protetto”. Come se a Sapri o Cicereale vivere costasse di meno, i giovani trovassero facilmente lavoro e aziende e esercizi commerciali spuntassero come funghi. Non mancano altresì le lamentazioni per la presenza di cinghiali, cervi, lupi (io aggiungerei di scoiattoli che popolano i parchi e giardini ), che distruggono l’agricoltura.
Nello stesso giorno, ma sempre nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles, al parco più grande e blasonato d’Italia, ovvero il Pncvd e A, viene conferito il prestigioso riconoscimento della «Carta Europea per il Turismo Sostenibile». Si tratta della “certificazione che permette una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile, con l’obiettivo di tutelare il patrimonio naturale e culturale e sviluppare il continuo miglioramento della gestione del turismo nell’area protetta a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori”.
La Carta è stata sottoscritta a Bruxelles dal Vice Presidente, dott. Cono D’Elia, e dal Responsabile dell’Ufficio Unesco dell’Ente Parco, il dott. Aniello Aloia. Già perché il nostro Parco è Patrimonio dell’Umanità.
Si dichiara dunque esplicitamente di “tutelare il patrimonio naturale e culturale”. Ebbene, gli attivisti wwf e Lipu conoscono benissimo questo patrimonio di tutti, intendo tutti gli esseri viventi , in quali condizioni di degrado si trovi da lungo tempo malgrado le molte segnalazioni ed esposti alle autorità competenti a tutelarlo. Penso alle numerose discariche a cielo aperto ancora presenti nella macchia mediterranea, nei valloni, nei bordi delle strade, con presenza anche di amianto, scoperte e segnalate dagli ecologisti. Penso alle spiagge meravigliose della costa cilentana erose causa costruzioni di mega porti , a fiumi quali il Mingardo, divenuto un porto fluviale malgrado le precise norme che vietano la navigazione di barche a motore, al Bussento e Alento sbarrati a monte da dighe, alle fasce dunali, una volta ricche di vegetazione tipica, distrutte da lidi balneari installati proprio sopra di esse., per diversi anni consecutivi.

Mi balzano agli occhi gli abusi sulla Cala del cefalo, forse la più bella e culturalmente prestigiosa per le sue grotte preistoriche, realizzati da discoteche pericolose e ristoranti, come il Ciclope e l’Indian, ricavati sotto o dentro la falesia dolomitica dove fioriscono specie endemiche come la Primula palinuri. Abusi ambedue sottoposti a sequestri: il Ciclope già addirittura nel mese di marzo del 2011 per la caduta di massi dal costone roccioso. Sequestrato dal CFS e dissequestrato, sebbene il grave pericolo idrogeologico. Poi ci scappò il morto, un giovane di 27 anni colpito, mentre ballava, da un masso caduto da 60 metri.
Non si poteva sottovalutare l’accaduto e pertanto subito sequestrata, speriamo definitivamente. Il ristorante invece è stato sequestrato il 2 febbraio 2016 per “abusivismo edilizio, di occupazione abusiva di suolo demaniale e di violazione dei sigilli” , posti addirittura nel 2006. Non parliamo poi delle spiagge dove i lidi balneari sorgono l’uno accanto all’altro - lasciando solo strisce ristrette di spiaggia per la libera balneazione - , proprio sul piede di una duna definita dal Parco “integra e completa”, che va scomparendo per la mancata sorveglianza delle norme di tutela, definite con precisione da leggi nazionali ed europee.
Non è forse biodiversità, patrimonio naturale e culturale da preservare e tutelare tutto questo ben di dio per un turismo “sostenibile” ( io preferisco definirlo compatibile) ? Le Direttive Habitat ed Uccelli dunque, che indicano il valore di biodiversità , che il nostro parco possiede in abbondanza quale patrimonio di tutti, non vanno “riscritte e depotenziate ma conservate e applicate meglio, anche attraverso un dettagliato piano attuativo”. Avanti tutta allora nella direzione che l’Europa ci indica!
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