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OCCORRE “AUMENTARE I VINCOLI SULLE AREE PROTETTE”

📅 martedì 7 marzo 2017 · 📰 AmbienteCilento

07032017 parco del cilento
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Sono in arrivo i fondi europei 2017-20. Tanti soldi quindi, una grande opportunità anche per i parchi naturali di attingervi, presentando progetti naturalmente “ecosostenibili”.

Se ne è parlato subito al convegno di Contursi Terme alla presenza dell’assessore regionale ai fondi europei ed al presidente di Federparchi. Occasione non persa per i rappresentanti di molti parchi naturali campani, ma per straparlare, a parer mio, con slogan triti e ritriti, buoni appunto per ogni occasione.

Ad esempio, quante volte ho udito che il Parco (Pncvda) è un patrimonio straordinario da guardare in prospettiva di un sviluppo ecosostenibile (ci risiamo con questo slogan!) per il territorio”. E ancora: che occorre “aumentare i vincoli sulle aree protette”, ma subito dopo dichiarare “i parchi naturali come occasione e non di limiti”, perché la “grande sfida è trasformare il bello in utile facendo interagire il nostro patrimonio naturale culturale e enogastronomico col territorio e i suoi abitanti”.

Si dà un colpo al cerchio e uno alla botte quindi, perché occorre accontentare tutti. Che vuol dire infatti trasformare il bello in utile? Forse utile per lo sviluppo economico e l’occupazione, tanto auspicati dagli amministratori locali e dai cittadini che li eleggono? Penso, ahimè!, alla Cala del Cefalo a Marina di Camerota. Patrimonio naturale e culturale tra i più belli della Campania, con la sua falesia rosa , le grotte preistoriche, la pineta con pini d’Aleppo, la duna “integra e completa”, trasformato in “utile” dall’ingordigia e ignoranza ( in senso letterale, per carità) degli amministratori locali e per la mancata tutela e sorveglianza dell’ente parco, previste per legge.

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La spiaggia è in forte erosione da tempo, per cause naturali come la siccità prolungata del fiume Mingardo, ma soprattutto per responsabilità umane, come le griglie sul fiume, l’occupazione della lunga spiaggia con una teoria di lidi balneabili che montano sulla duna, che “puliscono” l’arenile dal deposito di resti organici portati dal mare: resti che trattengono non solo la sabbia ma lasciano i semi della vegetazione psammofila responsabile del ripascimento naturale della duna e della spiaggia stessa. Che dire poi delle tonnellate di sedimenti intrappolati nell’alveo del Mingardo, non arrivati al mare, che sono stati prelevati con le ruspe e trasportati non si sa dove, quando erano compatibili per il ripascimento della spiaggia che arretra sempre più. Erano forse inquinati e quindi non idonei? Ma allora sono inquinati il fiume, il mare, la spiaggia della Cala del Cefalo. E’ molto probabile che sia avvenuto e avvenga tuttora, considerata la schiuma giallastra e abbondante che il fiume con le piene trasporta in mare. Che abbiano allora il coraggio di dirlo!

Il Bello non è spesso e volentieri compatibile con l’Utile. Se un patrimonio naturale e culturale possa a volte servire all’umanità per il progresso, chiamiamolo così, , non è affatto ammissibile che si debba stravolgerlo compromettendolo come avviene alla Cala del Cefalo e in numerosi altri luoghi del parco naturale. I fondi in arrivo siano pertanto utilizzati in progetti di tutela - veramente questa volta ecocompatibili - del patrimonio insostituibile che la natura ha donato per tutti gli esseri viventi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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