PERCHE’ PAGARE IL MARE E IL SOLE?
di Paolo Abbate | BlogCilento, il mare più bello d’Italia, così si dice, le spiagge più rinomate e premiate da bandiere blu, gialle e verdi. Dove anche le tartarughe marine depongono le uova e le fasce dunali con giglio di mare sono tutelate, alcune con recinzioni come ad Ascea e Paestum. Perché allora privatizzarle con teorie di lidi balneari, uno accanto all’altro, con una striscia di sabbia libera e pertanto affollatissima. Lidi che distruggono la duna ancora presente con le loro così dette pulizie, e che impediscono molto spesso, con le fitte e ingombranti attrezzature, alle tartarughe di trovare un posticino per il loro nido?
Ci sono spiagge, purtroppo sempre più numerose, che hanno autorizzazione per un lido fisso tutto l’anno , snaturando pertanto la bellezza di un arenile al naturale, dove gabbiani, gabbianelle e altri uccelli marini possano sostare e riposare.
Ma la natura è patrimonio di tutti gli esseri viventi: animali, vegetali e uomo compreso . Perché dunque pagare il sole il mare? molti cittadini, sempre più numerosi, trovano difficoltà a sborsare ogni giorno anche 20 euro, se tutto va bene. Se la scusa che molti comuni interessati avanzano è quella del lavoro e dell’occupazione, perché non autorizzare piccoli chiostri dove chi lo desidera può affittare un ombrellone e una sdraio senza quindi portarsela da casa? Chioschi non ingombranti ,dove sia possibile , mi voglio sbilanciare, bere una bibita o un caffè freddi , non serviti nella plastica mi raccomando, che dovrebbe essere ormai bandita dovunque. E i vuoti solamente a rendere.
Spiagge come quelle di Vibonati o come quelle nel Parco nazionale di Camerota, Palinuro, Pisciotta, Trentova eccetera , devono essere molto più libere per tutti. Le bandiere blu, gialle, verdi dovrebbero essere assegnate alle spiagge soprattutto per questa necessità economica, oramai sempre più pressante per le tasche dei cittadini. E , fatto non meno importante, per garantire su di esse la presenza a tutti gli esseri viventi e la tutela degli ecosistemi dunali , che proteggono la spiaggia dalle mareggiate.
Ebbene, siamo quasi in estate e già i comuni costieri sono in agitazione per le concessioni demaniali ai lidi balneari sempre più numerosi ed esigenti. Il DUP, documento unico di programmazione 2017- 2019, prevede tutto questo. Le associazioni ecologiste, e non, dovrebbero intervenire sulle amministrazioni per garantire più spiagge libere, specialmente per i più bisognosi, ma anche (direi soprattutto) per garantire una rivitalizzazione e tutela delle fasce dunali, dove ancora esistono, sebbene sempre più degradate.

spiaggia di Sapri in pieno Agosto
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