CHI SI CONTENTA GODE
di Paolo Abbate | BlogDomenico Cosentino è nato nel 1930, emigrato i Svizzera dopo la guerra ha fatto tutti i lavori possibili, ma è riuscito a mandare un figlio all’università, e che adesso insegna lettere a Sapri.
Il signor Domenico abita in una casa con dietro un piccolo giardino che dà sulla strada, ma dove cresce di tutto, perché curato con amore: fiori, pomodori, qualche cespo di insalata e due alberi di nespole, un albero di arancio e uno di limone.
Lo vedi spesso dietro la rete dei suoi 30 metri quadrati sì e no, contemplando con amore i prodotti della sua “terra”. Già perché racconta con passione di amare la terra che suo padre contadino gli ha insegnato a coltivare. Preso dai ricordi inizia declama a memoria la poesia insegnatagli dalla maestra (siamo in pieno regime fascista, ma che importa?), che ancora ricorda tutta a memoria:
“amate il pane perché è il cuore della casa, profumo della mensa e gioia dei focolari. Onorate i campi perché è festa della vita e non sciupate il pane e il suo dono di Dio alla fatica umana”.

Che possiamo dire? Se a 87 anni ancora gode a contemplare con amore questo fazzoletto di terra dove riesce con fatica a far nascere ancora qualcosa, che dovremmo dire dei numerosi pensionati sapresi che vediamo riscaldarsi al sole o seduti al bar, non certo più ricchi di Domenico, ma certamente più annoiati (però tutti con smartphone)? Domenico è felice del suo lavoro di contadino, della suo piccolo fazzoletto di terra e anche della sua piccolissima pensione che percepisce dallo Stato.
Eppure a Sapri, dietro molte case esistono ancora giardini con il pozzo ma abbandonati, con alberi con i frutti tutti per terra, che potrebbero essere coltivati come lo erano una volta. Invece si preferisce andare al super mercato a comprare prodotti di serra, coltivati chi sa come e da dove provengano.
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