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UTILE, FUNZIONALE, BELLO, PER L’ARCHITETTO E PER L’ECOLOGO

📅 venerdì 5 maggio 2017 · 📰 AmbienteCilento

05052017 grafico vegetazione dunale
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

L’architetto persegue il bello e funzionale all’uomo, l’ecologo invece l’utile e funzionale alla Natura.

Ad esempio: bello e funzionale all’uomo per l’architetto può essere un mobile una casa una brocca, ma no una duna. Dico questo perché corre voce che le fasce dunali di Villammare saranno sottoposte ad un progetto – ci sarebbero i fondi disponibili - di “riqualificazione e recupero ambientale”.

Ma come, in che modo riqualificare una duna? Scartato a priori il progetto Wwf che prevedeva di tutelare e rivitalizzare la duna delimitandola prima di tutto con paletti uniti da corda colorata per essere ben visibile: ovvero bocciato perché non solo esteticamente inaccettabile ma anche perché sarebbe una recinzione di area pubblica, sottoposta dunque a pagamento (parole del tecnico comunale del Demanio Marittimo). Si propone dunque una alternativa con delimitazione attraverso “sassi marini” (proposta del sindaco di Vibonati). Proposta messa subito in discussione dal wwf, essendo inutile e non duratura, in quanto la prima mareggiata o giornata con forte vento ricoprirebbe subito di sabbia i sassi.

Adesso, quale ultima soluzione arriva la proposta per la realizzazione del progetto di realizzare una delimitazione quale quella fatta per la duna di Ascea. Ovvero un intreccio di bastoni lungo il piede della duna fiorita (la duna mobile) simile ai canestri di giunco intrecciati dai contadini. Sarebbe bella, utile, funzionale per l’uomo, ma certo non per una duna embrionale mobile quale quella di Ascea, e tanto meno di Villammare.

Un ecosistema dunale infatti è ben altra cosa di un mobile, una casa, una brocca. Sistema in continua evoluzione, la duna è in un equilibrio dinamico con la spiaggia e il mare. Costituito infatti da zone precise in stretto rapporto tra loro, quali:

la zona così detta Cakileto con le piante pioniere, la duna embrionale così detta Elymeto con la gramigna rizomatosa Elymus factus che innescano il processo evolutivo del sistema dunale, la duna mobile o Ammofileto con lo sparto pungente, il giglio marino, la santolina delle spiagge eccetera. Per ultima la zona di transizione cespugliosa e quindi la boscata. E’ importante anche il canneto che solitamente viene tagliato considerato pianta infestane.

Ebbene se non vengono protette anche le prime due o si eliminano, come avviene in quasi tutte le spiagge, e dove è avvenuto con la così detta pulizia anche ad Ascea, bruciando ad esempio i materiali organici, portati dalle mareggiate, dove si nascondono i semi delle piante pioniere, la duna embrionale tende a scomparire, perché non rigenerata e consolidata dalla gramigna con i suoi lunghi rizomi.

duna spiaggia

Le piantine pioniere dell’anti duna stanno con la primavera nascendo al di là della recinzione di Ascea: il cakile o ravastrello, la calcotreppola sono ben visibili sulla spiaggia e non sono sicuramente protetti dalla recinzione a paletti intrecciati.

La duna di Ascea, purtroppo, come altre dune del Cilento, è stata “riqualificata”, sicuramente da architetti che hanno privilegiato il “bello” anziché l’utilità e la funzionalità appunto del sistema evolutivo dunale.

Alla Cale del Cefalo (Marina di Camerota) è stato da tempo realizzato un intervento “carino” simile. Ovvero lo stesso lavoro sebbene più in funzione a mitigare l’erosione marina. Ma la zona mobile della duna è in difficoltà evidente, sia per la “pulizia” dei materiali organici spiaggiati, sia per gli stabilimenti balneari che si spostano sempre più a monte, oltre a dirittura dei pali posizionati dal Parco come limite da non superare.

passarella spiaggia cilento

Si vuole forse riqualificare con recupero ambientale simile anche la lunga fascia dunale presente nel golfo di Policastro, relitto sopravvissuto ai guasti antropici?

Per gli ecologisti il bello della duna risiede nella sua funzionalità naturale, dalla quale non si può prescindere se si vuole mantenerla intatta. E questo è l’obiettivo proposto nel progetto del Wwf Campania per le fasce dunali di Villammare, comune di Vibonati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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