ADDIO TANZANIA e POPOLO MASAI, PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE DEL PIANETA !
di Paolo Abbate | BlogNon invidio certo i giovani, perché non hanno visto quanto era bella l’Italia, prima del così detto miracolo economico, né tanta parte del mondo prima del turismo becero di massa, e quello altrettanto distruttivo della caccia grossa. I leoni sono molto ricercati per l’emozione che si prova davanti al pericolo. Si fa per dire, perché il pericolo diventa effimero con una carabina di precisione in mano.
Visitai la Tanzania nei primi anni Novanta e non erano successe ancora quelle tragedie che le associazioni, come ad esempio Survival International, riportano spesso in rete.
Popolo bellissimo, fiero, colorato con i loro mantelli e monili, viveva ancora nei loro villaggi di paglia e fango e praticava l’allevamento del bestiame. “Per i Masai il bestiame è ciò che rende bella la vita: latte e carne sono il loro cibo preferito, sebbene usino trarre il sangue dai loro bovini per berlo mescolato con il latte, e ne sono molto avidi”.
Ma il loro vasto territorio, tra il Kilimangiaro il lago Vittoria e il Lago Naivasha, non poteva far gola a speculatori internazionali della conservazione, dei safari di caccia grossa e del turismo. Nel 2009, la catastrofe: i Masai furono allontanati dalla terra data in affitto alla OBC, i villaggi furono rasi al suolo e il bestiame disperso. Si dice che la Ortello Business Corporation sia legata alle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti e che detenga l’esclusiva dei safari e dei diritti di caccia.


Così, “Negli ultimi 10 anni, il paesaggio Maasai della Tanzania, e l’esistenza di questo popolo sono cambiati radicalmente. La copertura vegetale del suolo è quasi del tutto sparita in molte aree, causa l’erosione dovuta a periodi di siccità ma soprattutto alle decisioni sulla gestione del suolo”. Il governo in nome dello “sviluppo”, naturalmente sostenibile, costringe i Masai a ritirarsi in aree trasformate in aziende agricole e allevamenti di bestiame, gestite dal governo. I parchi naturali.(vedi Serengeti) sono privilegiati dal governo non tanto per amore della biodiversità e la sua conservazione, ma per i lauti introiti ricavati dal turismo.
Addio popolo Masai, alla tua cultura, ai monili e ai vestiti variopinti fabbricati per il tuo uso, alle tue mandrie che difendevi dai leoni, alla tua religione che venera un unico dio immanente in ogni cosa, che può manifestarsi in forme benevole oppure distruttive ! Un altro reato ambientale in nome del denaro.
(Notizie tratte da Survival International e GreenMe ,4 maggio 2017).







