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Noi cilentani costruttori di futuro. SVEGLIATI, ORTODONICO MIO PAESE DELL’ANIMA!

📅 giovedì 18 maggio 2017 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Caro Ortodonico, mio Paese dell’anima, cuore antico del Cilento, stai proprio morendo di indifferenza umana.
Sempre più abbandonato a Te stesso, ti stai spogliando di quell’orgoglio antico della Tua gente che saggiamente ha accompagnato con un fare semplice, ma intelligente, il tuo cammino fino ai giorni nostri, come risorsa storico - territoriale da conservare al futuro.
Il tuo borgo antico con, tra l’altro, un vincolo di conservazione storico - artistica, ne fa un patrimonio italiano di cui la gente deve saperne essere saggiamente orgogliosa, spogliandosi della sua disumana indifferenza che ti fa tanto, tanto male, cancellandone il futuro possibile, se supportato da un saggio impegno umano; da un saggio impegno del fare che richiede “protagonismo”. Che richiede idee condivise, da trasformare in un fare che ha assolutamente bisogno dell’anima viva della Tua gente, purtroppo, oggi indifferente a tutto.
Oggi, rassegnata e spenta, vive in una profonda solitudine senza un’anima d’insieme, fortemente convinta del non c’è niente da fare.
Rassegnata, al così è! Rassegnata, al così deve essere!

Io, caro Paese mio, che ti voglio comunque e sempre, tanto, tanto bene, dico ai “paesani rassegnati” ed indifferenti a tutto quel che ti capita che, “così non deve assolutamente essere”!
Che, nonostante le tante amare e disumane tue sofferenze, puoi rigenerarti e rinascere a nuova vita d’insieme umano e territoriale; tanto, con al centro il tuo borgo antico che, purtroppo, in tanti non vogliono riconoscerti, facendosi male, e facendo male all’intero territorio che, per vivere e guardare al futuro, ha necessariamente bisogno della sua anima antica.
Tu, caro Ortodonico mio hai già, per troppo lungo tempo, subito il tempo di una grave crocefissione.
Ora, basta! Basta! E’ assolutamente necessaria una resurrezione umana ed ambientale, per restituirti quella dignità perduta che, per una volontà istituzionale assolutamente impropria, ti viene ostinatamente negata.
Così non va! Così non deve essere! Non si può negare il futuro ai nostri giovani che, vivendo in solitudine in un Ortodonico senz’anima, sono disperatamente costretti a morire del loro Paese natio; un Paese spogliato di tutto e senz’anima, pur essendo un Paese dell’anima, dove è bello vivere, una sempre più indifferente alla sua gente rassegnata e maledettamente votata al “non c’è niente da fare”, un male antropico - storico del Sud che ieri ha prodotto il “familismo amorale” ed oggi va producendo, la triste disperazione dell’individualismo per effetto del quale, ciascuno silenziosamente chiuso in se stesso, ha in sé il libero convincimento del “non c’è niente da fare” e per questo, del prendere la valigia, non più di cartone, ma di bella pelle, per andare a vendere a buon mercato e con tanta sofferenza nell’anima per le tante esperienze umanamente tristi, le loro risorse umane di braccia e di cervelli; risorse umane, oggi, non più di sole braccia come in un lungo passato storico della disumana emigrazione dei nostri padri, che si ritrovavano cucito addosso il disastro umano della propria identità perduta, tanto da chiedersi quel “io chi sono?”, un valore identitario da conservare ovunque si vada, considerando l’insieme ed il confronto delle diversità umane, una grande ricchezza per tutti.
Per i tutti della Terra che, nessuno e niente può permettersi di spogliare della propria identità. Aprendosi al confronto con gli altri, bisogna imparare a camminare saggiamente insieme e così affrontare insieme, le grandi sfide del Terzo Millennio, un tempo nuovo, con una popolazione migrante che rivendica per sé i diritti umani della persona, purtroppo e sempre più, negati ai tanti di una Terra, vista come un insieme umano da società-mondo, fatta di umanità d’insieme in crescente cammino e sempre più unita nelle tante diversità, dal locale al globale (glocal).
Caro Paese mio, è in questo mondo fortemente in cammino che puoi rappresentare per la tua gente umanamente confusa, un piccolo mondo antico, umanamente bello e sicuro.
Tu sei, tra l’altro, parte di quell’ombelico del mondo rappresentato dalla Terra velina dell’ESSERE e dei suoi valori universalmente intesi che, con l’implosione sempre più vicina del falso ed egoistico avere-apparire, tornerà ad essere al centro di un’umanità nuova, governandone saggiamente i destini, fatti del saggio protagonismo umano dell’uomo dell’ESSERE e dei saperi dell’ESSERE che, un giorno cancellano e per sempre, i falsi egoistici mondi di quell’avere-apparire che ha contagiato di sé l’UOMO della Terra, confusamente plagiato di un’universalità umana senza senso, fotocopia dell’umano del mondo, sempre più senza identità e senz’anima.
Tanto, con grave e mortale danno per tutti gli uomini della Terra e per tutti i luoghi che, senz’anima, vivono la triste condizione di luoghi senz’anima, con la gente in solitudine e dall’identità cancellata.
È questa, caro Paese mio, una condizione triste; una condizione da cui non si è salvato niente e nessuno; una condizione disumana che, un giorno, a conclusione delle gravi colpe dell’uomo, senz’appello, cambierà catastroficamente l’umanità; tanto, dal locale al globale.
Tanto, da Te piccolo Paese mio, alle grandi metropoli sempre più affollate di uomini alla disperata ricerca della sopravvivenza, dai diritti umani che i potenti-prepotenti della Terra, con indifferenza, negano facendo crescere le sofferenze dell’uomo del mondo; facendo disumanamente crescere le distanze tra chi ha e chi non ha; tra chi spreca nell’indifferenza e chi è costretto a morire per colpa del suo “Stato di fame”, un regalo del mondo che accompagna i disperati della Terra, dalla nascita alla morte.
Che fare? Cominciare da Te, piccolo Paese mio, un’importante identità italiana del “bello vivere”, parte di quel piccolo mondo antico in crescente dismissione tanto, per la diffusa cancellazione identitaria e per la disumana negazione di un vivere assolutamente possibile, se garantiti i diritti umani di un insieme solidale che deve saper costruire insieme il futuro, partendo dalle sue certezze umane e dai suoi valori di vita, un tempo l’anima identitaria di chi, con orgoglio e senza false pretese viveva serenamente sui territori, tuffandosi nella natura e dando un’anima ai borghi antichi, oggi sempre più abbandonati a se stessi. Sempre più senz’anima con le pietre parlanti diventate disperatamente senz’anima per effetto di quell’umanità negata; di quell’umanità che, per secoli ne è stata importante protagonista.
Nei borghi antichi della civiltà cilentana siamo ad un abbandono che è in sé un vero e proprio tradimento del passato sempre più cancellato; tanto, per il grave effetto di una sorda indifferenza istituzionale, causa di un crescente degrado e di un abbandono che ammutolisce anche le pietre parlanti, comunicanti non più messaggi d’amore, ma solo e sempre più, una grande sofferenza per l’indifferenza umana di chi non sa più volerle bene, così come è stato per secoli, da parte dei loro padri.
Questo Cilento, sempre più dal futuro negato, purtroppo, nanisticamente rifiuta il suo passato; si spoglia, con indifferenza, della sua identità e delle sue forti radici di un’appartenenza sempre più negata; sempre più cancellata. Così facendo, la sua umanità isolata, con la gente indifferente a tutto e che vive in triste solitudine, si nega sempre più al futuro.
È ormai completamente scomparsa quell’anima d’insieme che legava uomini e cose, dando a tutto, un’anima ed un fare d’insieme bello da vivere.
Purtroppo, siamo ad un tutto cancellato; siamo ad un’indifferenza umana di tutti per tutto. Si vive in un presente condannato a non avere futuro, in un presente sempre più umanamente cancellato.
Che tristezza!
Povero Paese mio, poveri borghi antichi della collina cilentana, sempre più senz’anima! Stando così le cose, vi state preparando ad essere cancellati e per sempre, al futuro.
Sempre più abbandonati a voi stessi, con la gente ormai prossima a scomparire, rimarrete tristemente esposti alla rovina del solo tempo padrone di tutto; da Paesi dell’anima, dal bello vivere, siete destinati a diventare tristemente Paesi senz’anima; Paesi che si negano al futuro, in quanto indifferenti alla propria gente. In pochi ancora li abitano; sono sempre più prossimi alla desertificazione umana.
Caro Ortodonico, mio Paese dell’anima, il tuo borgo antico, un’importante risorsa territoriale, è indifferente alla tua gente; soprattutto, i giovani, sono impegnati nelle vie di fuga per una nuova vita lontani da Te.
Tanto, negandosi a Te! Tanto, cercando di cancellare i segni di una vita, dal cammino identitario ed umano, non sempre facile; una vita sofferta e triste che, comunque non permette a nessuno di tornare indietro, ma di doverla accettare così com’è, con tutto il grave peso delle sue umane sofferenze e con tanta struggente tristezza nel cuore per il Paese lontano e disumanamente negato.
Ortodonico, mio caro Paese dell’anima, non permettere più oltre che, accada tutto questo! Non permettere alla tua gente di abbandonarti, vivendo da indifferente al tuo futuro possibile che, così facendo, diventa tristemente e sempre più, futuro cancellato; diventa futuro negato.
Sono convintamente certo che, anche questo mio appello, cadrà nel nulla; che, come tutto, dal tuo insieme umano, fatto di un’umanità paesana senz’anima, sarà motivo di un’ulteriore occasione di indifferenza.
Sarà motivo di occasione di un rifiuto di rassegnati che si negano al futuro, perché non credono in niente. Perché si rifiutano di concedersi a fondo, come solidale umanità dell’ESSERE; di mettersi insieme facendo rete e scoprendo il futuro possibile, vivendo le tue pietre parlanti, importanti risorse di futuro, unitamente alle tue terre, che vanno saggiamente riconsiderate, per un possibile umano, proiettato proprio nel futuro di Ortodonico e/o del Cilento più in generale che, in quanto Terra dell’ESSERE, è ombelico del mondo e può rigenerarsi unitamente alla sua gente.
Tanto, caro Ortodonico, mio Paese dell’anima, facendo rete e mettendosi saggiamente insieme, con la partecipazione attiva di ciascuno, ricco delle proprie idee, per pensare ad un Progetto Cilento, per un nuovo umanamente possibile nella buona e saggia Terra dei Padri.
Prima del Progetto Cilento, a te caro Ortodonico, compete l’obbligo di costruirti un primo tassello di Cilento dal futuro possibile, partendo, prima di tutto, dall’insieme della tua gente che, non più rassegnata, non più indifferente e/o in solitudine esistenziale, deve sapersi ritrovare umanamente insieme e con le idee di insieme, costruire da “protagonisti” un Progetto di futuro possibile; di un futuro umanamente possibile per i giovani che, braccia e cervelli, sono costretti a percorrere le strade non sempre amiche del mondo, abbandonando la Terra dei Padri.
Il futuro possibile, senza disperazione ed avventurosa vita da cani randagi, in giro per il mondo, può essere anche da Noi; può essere anche nella nostra Buona Terra, utilizzando con grande saggezza d’insieme, la risorsa Terra, con le sue eccellenze agro-alimentari, la riscoperta dei vecchi mestieri, per produzioni intelligenti di un made in Italy che piace al mondo e per fare, nello spirito antico della sacralità dell’ospite, un percorso di turismo naturalistico - culturale che, tanto piace a chi ama venire da Noi, da ospite-amico, accolto brindando all’amicizia, con un buon bicchiere di vino.
Questo ed altro ancora è da mettere insieme, come insieme di idee condivise, da voi cari cittadini dell’indifferenza e di quel “non c’è niente da fare” che avete sempre subito, seguendo le egoistiche volontà di chi vi ha voluto sottomessi e così facendo, vi ha resi sudditi silenziosi dalla testa abbassata, senza mai permettervi di alzarla e così diventare protagonisti di vita.
Cari silenziosi cittadini di Ortodonico, nel vostro piccolo, provate a cambiare; provate a non tenere più oltre la testa abbassata. Alzate la vostra testa e datevi una dimensione d’insieme da umanità in cammino; di umanità da “protagonisti” capaci di pensare al futuro, dando, per questo nobile e saggio fine, il vostro attivo contributo di idee che, credendoci, diventeranno fatti concreti di un futuro possibile. Ve ne saranno grati i vostri giovani, i vostri figli, disperatamente senza futuro, alla ricerca di un mondo nuovo; di un mondo nuovo nel globale del Terzo Millennio, un Tempo nuovo, egoisticamente impegnato a farsi violenza gli uni contro gli altri.
A tutti voi, ve ne sarà grato il vostro bel Paese; il saggio Ortodonico che tornerà, con Voi protagonisti, allo splendore antico da Paese dell’anima, dal futuro possibile anche nel suo mondo locale, un piccolo mondo antico, con un’anima grande, da Paese dell’anima, dove ieri, come oggi e sicuramente anche domani, sarà veramente BELLO VIVERE, coccolati dalle pietre parlanti con un’anima che lega l’uomo alla sua saggia MADRE TERRA ed al proprio PAESE, dove ancora oggi e sicuramente anche domani, è e sarà veramente bello vivere.

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