EROSIONE MARINA - BARRIERE RIGIDE - PERICOLI DI ANNEGAMENTO PER BAGNANTI
di Paolo Abbate | BlogI processi di erosione che minacciano il litorale italiano è in continuo aumento, causando la sparizione delle spiagge e delle dune che caratterizzavano il paesaggio costiero.
Nel secolo passato sono andati perduti quattro quinti delle dune della nostra Penisola. Ma non è solo un problema italiano : se consideriamo il fatto che circa l'80% delle spiagge mondiali è in erosione dimostra che questo processo dipende anche da fattori globali, e principalmente dall'innalzamento del livello marino, ai quali non è semplice e rapido trovare rimedio, proprio perché dipende dai cambiamenti climatici in corso.
All’innalzamento del livello marino bisogna aggiungere l’antropizzazione delle coste, la riduzione dell'apporto solido dei fiumi in mare e un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni locali.
Parlare di inadeguata gestione è un eufemismo, perché occorrerebbe dire profonda ignoranza del problema e degli strumenti più idonei da utilizzare.
Il problema dell’erosione costiera rappresenta un punto fondamentale nei programmi elettorali, proprio perché il processo di erosione, specialmente dei paesi costieri che vivono principalmente di turismo balneare, è percepito con preoccupazione crescente. Ma purtroppo se ne parla, gettando potremmo dire, fumo negli occhi dei cittadini che votano. Ad esempio si parla di opportune opere di contrasto all’erosione marina, che garantiranno addirittura “un notevole indotto lavorativo per i nostri concittadini”.
Ma quali sono le “opportune opere “, gettate là per tranquillizzare e convincere il cittadino che il problema erosione è preso in considerazione dal politico di turno?
Ad esempio nel Cilento, dove l’erosione della costa è presente in modo consistente, sicuramente si prende a modello da seguire il grande progetto di artificializzazione previsto su 30 km di costa nel Golfo di Salerno. Ovvero l’installazione di 42 pennelli, in aggiunta a barriere rigide, per cui si stima un prelievo di 1.200.000 tonnellate di materiale da cave a terra e 75.000 viaggi di camion per il trasporto. Veramente una grande occasione di occupazione per manodopera locale !
Ma già questo progetto per contrastare l’erosione marina non convince fortunatamente più molti amministratori (vedi Capaccio) né gli ambientalisti,“sia per il loro rilevante impatto ambientale, sia per la inefficacia dimostrata laddove sono stati realizzati in passato, come sul litorale romagnolo, a Chieti e Pescara e a Paola, oltre che per gli elevati costi di manutenzione”.Rimane tuttavia in alcuni programmi elettorali, come si è visto, di piccoli comuni costieri poco preparati e informati.
Vittime per annegamento
Agli effetti negativi citati si devono aggiungere i pericoli frequenti di annegamento dovuti dalla presenza di pennelli e barriere sulle spiagge italiane, che hanno alterato il regime circolatorio in prossimità della battigia.
Il 40% degli annegamenti è dovuto alla difficoltà a tornare a riva, pur sapendo nuotare. Quasi sempre l’ostacolo è una corrente di ritorno causata dalla presenza di queste strutture rigide. Ad esempio un pennello intercettando la corrente di deriva la proietta verso il largo. Pertanto il nuotatore perdendo le forze nel tentativo di recuperare la battigia rischia seriamente di affogare.
Non è solo il tipo di struttura rigida (pennello o barriera) che può determinare episodi di annegamento ma anche le dimensioni sono importanti. La lunghezza di un pennello o la spaziatura di una serie di pennelli devono essere infatti valutate con attenzione.

Concludendo, la zona del fondale è la zona dove la maggior parte delle persone fa il bagno e dove accade la maggior parte degli annegamenti. “Rispetto alla protezione delle spiagge, queste strutture rigide che dovevano proteggerle dall’erosione, hanno prodotto invece grossi pericoli per i bagnanti. In lunghi tratti infatti delle coste italiane si sono prodotte correnti di ritorno precedentemente assenti.” (da Difesa dei litorali e sicurezza della balneazione – Dario Pezzini – 2017).

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