FACEBOOK E ATROCITA’ SU ANIMALI
di Paolo Abbate | BlogChatto su facebook per conoscere fatti e misfatti su l’ambiente e gli animali, e quello che ne dice la gente.
Ma possibile, mi chiedo, capitandomi di leggere i commenti su atrocità verso gli animali, che la maggior parte di questi sia così ripetitiva, drastica, giustizialista, molto spesso volgare, senza cercare cioè di analizzare il fatto da un punto di vista psicologico, logico, razionale?
Schifoso, pezzo di merda, i soliti stronzi , vergogna, sono i commenti più benevoli. C’è poi una tendenza pericolosa di presentare foto di avvenimenti di una violenza inaudita rivolta agli esseri viventi, specialmente animali. Tempo fa su face book c’era un signore che riportava puntualmente torture feroci, specialmente su animali da compagnia, ripresi da post di tutto il mondo.
Il tizio presentava un evidente piacere sado-masochista a riportare tali atrocità, e quindi leggersi i numerosi commenti senza intervenire; tant’è che qualcuno finalmente si è ribellato (io compreso) mandandolo a quel paese e consigliarli un buon terapeuta. E probabilmente il tizio deve avere ricevuto denunce perché sta di fatto che i suoi post sono spariti.
Recentemente però questa tendenza riappare nella pagina di un certo Milo che per dimostrare di essere un difensore degli animali pubblica con puntualità numerose foto di atrocità compiaciute, e veramente incredibili verso animali indifesi. Il commento più gentile mi risulta essere : “devono morire queste merde” (ovvero gli aguzzini ) ma, ahimè, uno dei post di 30 foto atroci presenta 875 condivisioni e 172 mi piace. Un vero primato di “ascolti”.
Allora, è giusto chiedersi: stiamo regredendo culturalmente o adesso è semplicemente più evidente?
Sicuramente più evidente, grazie agli strumenti di comunicazione di massa, tra i quali un ruolo importante lo ricopre Facebook.
Un libro che ho letto recentemente si intitola “Buoni si nasce” (Paul Bloom), dove si cerca di dimostrare che i principi morali non s’imparano. Non vengono dal latte materno, dalla scuola o dalla chiesa. Sono il risultato dell’evoluzione biologica. Per quanto mi riguarda la penso come Thomas Hobbes, vissuto addirittura nel 1600, che sostiene che per natura siamo indifferenti, intolleranti, perfino ostili agli estranei , tanto da diventare crudeli. Posizione completamente diversa da P. Bloom.

Altro che buoni si nasce, dunque! L’emulazione, moltiplicata dai mass media, di comportamenti crudeli diventa come suol dirsi “virale”. L’unico antidoto efficace è la razionalità ( e la psicanalisi se non basta) : convincersi cioè che il “male”, quale comportamento verso gli esseri viventi e alla natura, non comporta un miglioramento positivo, o meglio un adattamento in senso evoluzionista, cioè di sopravvivenza del genere umano.
Riporto con un certo imbarazzo l’immagine (modificata con sfocatura) pubblicata da quel signore, molto seguito su Facebook. Perdonatemela dunque perchè dimostra come un bambino non provi alcuna emozione di disgusto o pietà davanti a quella atrocità gratuita verso un essere vivente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA







