NON SENZIENTI A CHI?
di Paolo Abbate | BlogOggi, finalmente, sono andato al centro di Semproniano, una volta del Wwf e ceduto poi alla LAV , associazione nazionale che difende in tutto il Paese, da più di trent’anni, la dignità di chi non ha voce. E’ nata come associazione nel 1977, mentre il santuario di Semproniano è un centro in funzione da tre anni che ospita e cura animali abbandonati e abusati dai circhi, centri di sperimentazione, allevamenti criminali. Gli ospiti però crescono e quindi sarà ampliato grazie all’acquisto di 23 ettari di terreno nella campagna grossetana.
Un progetto grandioso questo di Semproniano, che testimonia senza alcun dubbio l’amore crescente della nostra specie per gli animali. Anzi si potrebbe dire che tale amore dimostra la presenza di un certo malcelato disgusto e un certo rifiuto di tanti umani per la propria specie. Si può parlare di vero e proprio “anti specismo”per questa forma di rifiuto alla discriminazione - che nella gran parte delle società umane moderne è considerata normale - verso chi non appartiene a una certa specie: in questo caso la nostra.
Gli animali dunque considerati finalmente senzienti, cioè provvisti di sentimenti , proprio come gli umani e non oggetti da usare e abusare. E la LAV si è data il compito di liberare questi esseri dotati di sentimenti dai numerosi luoghi di sofferenza nei quali la prepotenza ed egoismo umano li tiene segregati.


Come potevo non visitare questo luogo? Mi è stato sempre un conforto pensare di stare in mezzo agli animali, cioè quelli con la coda o le ali. E ci starò, anche se solo come cenere, custodita in una teca che la LAV conserverà in un angolo del santuario di Semproniano . E ci sarà anche il cagnetto Bibò, seppellito accanto perché i cani non possono essere cremati.
Questo angoletto nel santuario è un punto inderogabile del mio testamento olografico, nel quale si nomina la LAV erede della casa di mia proprietà.
Scimmiette tenute in gabbie anguste dall’Università di Modena, pronte per essere sottoposte a sperimentazione, ed adesso libere di socializzare in recinti enormi con alberi dove arrampicarsi. Sumatra e Giava , paesi di provenienza, non le accettano più. La loro esistenza era dunque destinata a morire nelle gabbiette.
Bufali appena di pochi mesi, destinati ad essere uccisi perché maschi e quindi improduttivi per gli allevamenti intensivi. Zebre e ibridi di zebra, dromedari, liberati dalla vita nei circhi, ma adesso in grandi spazzi dove pascolare, come è loro natura.

Addirittura incroci tra lupo e cane, ma anche cinghiali, destinati ad essere eliminati perche considerati pericolosi o dannosi. Altri esseri senzienti sono in attesa ( vi sono processi in corso). I 23 ettari di prati e bosco renderanno la vita di questi animali abusati ancora più libera e felice, come è loro diritto.
Sento già il borbottio di protesta: per gli animali tutto questo e per gli umani poveri niente?
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