Scuola Campania. Domani rientrano bimbi e maestre. Sindaci e Dirigenti scolastici prorogano la didattica in presenza. L’11 gennaio previste lezioni in sede per le superiori
          
di Emilio La Greca Romano | BlogNella nostra regione, domani, 25 novembre, si tornerà  a scuola. Si terranno lezioni e attività ludiche in presenza per la fascia d’età da 0 a 6 anni. Queste le disposizioni ufficiali dell'Unità di Crisi della Campania. L’Unità ha deciso di adottare questa tipologia di misura, a seguito dello screening a campione, su base volontaria e della curva dei contagi rilevata nella scorsa settimana, a livello regionale, con riferimento alle fasce d’età interessate. Il rientro a scuola però si attua, fatta salva l’opportunità di restrizione locale. Sindaci e Dirigenti scolastici, nella loro rispettiva specifica funzione, in sostanza, avranno possibilità, ove persistano condizioni di rischio riscontrabili, di assumere decisione contraria alle direttive generali dell’Unità di Crisi della nostra regione. Tanto, in verità, con buona coscienza, si è già verificato nel Cilento. Recentemente i Sindaci di Castellabate, Castelnuovo, Ogliastro, Agropoli, Laurino, Montano Antilia e Cannalonga, Caselle in Pittari, Camerota ecc. hanno  firmano la proroga. Ulteriori misure restrittive da parte dei Comuni andranno sicuramente definendosi grado a grado, in lungo e in largo, di conseguenza agli sviluppi dell’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale. I risultati positivi nella nostra regione, comunica l’Unità di Crisi, sostanzialmente, si attestano irrisori. Tanto si è potuto affermare e diffondere nei giorni scorsi, a seguito dello screening effettuato in tutte le scuole campane ove i positivi risultano soltanto 35, oltre 10 mila test praticati. Il dato incoraggiante che ha entusiasmato gli animi e indotto a questa decisione, da parte del governo regionale campano, di tenere lezioni in presenza, interessa ovviamente, in via esclusiva e unilaterale, i servizi educativi e l’istituzione dell’infanzia, la prima classe della scuola elementare. Il dato preannunciato, se relazionato a una ristretta entità, come questa specificata, perde d’impatto. Lo screening volontario, bisogna dire, si è rappresentato un fallimento con poche migliaia di adesioni. I numeri reali nella realtà, non sono quelli riscontrati con le adesioni, se guardiamo la platea di centinaia di migliaia di interessati.  Con una nota enigmatica, sibillina, De Luca ha fatto intendere che si provvederà, in considerazione dei riscontri dell’Unità di Crisi, a seguito dello screening volontario, se riaprire in presenza per le classi in esame, «fatta salva, in ogni caso, la possibilità per i singoli Comuni di decidere in autonomia in relazione a situazioni di specifica criticità eventualmente presente sui singoli territori». Insomma, diciamola tutta, sembra che De Luca voglia lavarsi le mani, ha deciso di non decidere delegando. E, in questo modo, non ci si sentirà più in dovere di dover giustificare le proprie scelte.
L'Unità di Crisi della Regione, comunque, dopo aver esaminato i risultati dello screening a campione, su base volontaria, relativo alla popolazione scolastica e la curva dei contagi rilevata nella scorsa settimana in Campania, con riferimento alle fasce d’età interessate, ha deciso quindi che a partire dal 25 novembre è consentito il ritorno a scuola in presenza soltanto per i servizi educativi e la scuola dell’infanzia, nonché per la prima classe della scuola primaria, fatta salva, come accennato, l’adozione di misure restrittive da parte dei Comuni in relazione all’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale. “Il ritorno in presenza – dichiara l’Anci – avviene in quanto i dati dello screening, avviato giorni fa su personale docente e non docente, alunni e familiari conviventi, insieme al migliorato contesto epidemiologico, hanno convinto gli esperti”.
Sembra esclusa la possibilità di un rientro delle scuole secondarie prima del Santo Natale. Per quanto riguarda la situazione, più largamente intesa, delle scuole del territorio nazionale il Governo centrale è al lavoro per definire i dettagli del nuovo DPCM. I punti d’interesse all’esame sono: apertura scuole superiori, (facilmente dopo l’11 gennaio), stop DAD (didattica a distanza) per seconda e terza media,  possibile riapertura con criterio zone rosse. Viene prefigurata, in effetti, l’opportunità con la stratificazione in zone anche in termini di rientro a scuola. La logica trova senso per fornire e soddisfare l’ingresso nelle sedi istituzionali agli studenti delle secondarie di I grado che ricadono o ricadranno nelle stesse. Ovviamente, anche questo provvedimento, è all’esame. Per gli stessi alunni è prevista, comunque, la DAD (per le classi seconda e terza nelle zone ove il rischio contagio risulta maggiore). Il nuovo DPCM fornirà indicazioni per il periodo di Dicembre e inizi Gennaio. Diffusa attesa intorno alle vacanze natalizie e specialmente per la questione della riapertura delle scuole superiori e il rientro in presenza. Questo tema nei giorni passati è stato oggetto di diffuso dibattito. Il precedente provvedimento di Conte disponeva la DAD fino a giovedì 3 dicembre. E’ chiaro che la stessa modalità didattica sarà quasi sicuramente prorogata  per tutto il periodo fino alla sospensione delle lezioni per la pausa natalizia e con ripresa successiva fino a eventuale rientro a gennaio, nel caso la data di rientro supposta sarà ulteriormente prorogata.
Intanto si registrano tensioni diffuse fra Governo e Regioni. Considerando la scuola, interessano nello specifico i provvedimenti di restrizione più diffusa. Questi indicano la chiusura anche di primarie, di asili e nidi. Disposizioni politiche regionali o locali che potrebbero venire impugnati dallo stesso Governo centrale. Ci auguriamo sia improbabile questa contromisura in una situazione grave sotto il profilo emergenziale. Diversamente si rappresenterebbe, mentre contiamo a larghe cifre morti e infetti da Coronavirus su tutto lo stivale, una grave e incoercibile forma di disturbo psicotico dell’azione politica.
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