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Conte: “A Natale bisogna chiudere, non aprire”. Per Rezza è prematuro decidere ora il ritorno a scuola il 7 gennaio

Conte:“A Natale bisogna chiudere, non aprire”. Rezza: “È ancora presto per dire se potremo o non potremo riaprire completamente le scuole”.

Azzolina sogna lezioni in presenza a gennaio. Speranza e Conte reclamano rigore. Contristano Rezza e Manzillo. De Luca dispone 300 mila dosi di vaccino.

Ieri ben 14.844 nuovi contagi da Coronavirus e 846 morti che portano il totale alla somma di 65.857 in Italia, dall’inizio pandemia. Nell’attuale girone del maremoto pandemico, obiettivo fondamentale di Lucia Azzolina, resta l’apertura della scuola e le lezioni in presenza, a partire da gennaio 2021. Roberto Speranza reclama intransigenza, in questo momento serve assoluto rigore. Giuseppe Conte: “La mia posizione non cambia, è sempre stata cristallina, allentare le misure sarebbe un grave errore, bisogna chiudere, non aprire in questo momento. Merkel ha fatto bene decidendo il lockdown totale”. Proprio la scuola potrebbe rappresentarsi, con l’inizio del nuovo anno sociale, l’anima della terza ondata catastrofica. Contristano le parole di Gianni Rezza e Elio Manzillo. De Luca predispone, per la Campania, un piano di ben 300 mila dosi di vaccino a partire dal 15 gennaio. Medici, infermieri e anziani i primi a vaccinarsi. Tre sanitari infetti all’Ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania creano preoccupazione.

📅 mercoledì 16 dicembre 2020 · 📰 CovidSalerno

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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Per Lucia Azzolina, attuale ministra a capo dell’Istruzione, nell’attuale girone del maremoto pandemico, in presenza dei 14.844 nuovi contagi da Coronavirus di ieri e gli 846 morti che portano il totale a 65.857 dall’inizio dell’emergenza legata alla pandemia in Italia, l’obiettivo fondamentale resta l’apertura della scuola e le lezioni in presenza, suo portante pensiero, sua inquietudine profonda e contrastante. E tanto, per l’appunto, in un momento emergenziale (sicuramente meno opportuno), entro il quale le supplenze hanno raggiunto numeri da capogiro e mancano, se pure ormai siam tutti prossimi alla grotta del Bambinello, da completare migliaia di assegnazioni di posti. Malgrado tutto però la dad è un fatto e salva vite umane. “Anno nuovo, vita nuova” quindi. Con l’inizio del nuovo anno civile, dopo le festività natalizie, la ministra prefigura il ritorno diffuso degli studenti in presenza nelle scuole su tutto lo stivale. La scuola, a gennaio 2021, senza rischiare una chiusura successiva, dovrà tornare alla normalità. E speriamo che tal desio non tradisca nostra fede…Questo l’indirizzo di pensiero azzoliniano che dovrà prendere forma. Un ritorno già regolamentato nelle scuole superiori con il 75% in presenza, il 25% tramite didattica digitale integrata. E mentre dalla trinacria sua e da Viale Trastevere spera nella realizzazione del suo sogno, consistente nel riportare tutti i figli d’Italia in classe sulle sue “sedie-banco a rotelle”, Roberto Speranza reclama intransigenza. Della sua idea vorrebbe s’infettassero tutti gli altri ministri. Questo momento necessita di rigore. Ecco come il potentino, Ministro della Salute nel secondo Governo presieduto da Giuseppe Conte, rivendica l’indirizzo d’inflessibilità: “La mia posizione non cambia, è sempre stata cristallina, allentare le misure sarebbe un grave errore, bisogna chiudere, non aprire in questo momento. Merkel ha fatto bene decidendo il lockdown totale”. Certo, bisogna scongiurare l’incubo settembrino, col rientro dall’estate. Occorre per le scuole un intervento decisivo con fattivo coordinamento del governo locale e dei vari enti diffusi sul territorio. Intanto però bisognerà fare i conti con la curva Covid19, con numero degli infetti e dei morti che, purtroppo, ci saranno ancora. Proprio la scuola potrebbe rappresentarsi, con l’inizio del nuovo anno, lo stoppino, l’anima della candela, della terza ondata catastrofica. Intorno ai trasporti, alla differenziazione oraria non vi sono concrete misure adottabili, almeno al momento. In aggiunta, motivo di peculiare preoccupazione del Governo centrale e della sua ramificazione territoriale, sono le festività natalizie prossime. Piatta si conferma, allo stato attuale, la curva contagi, se pure non in discesa. Intanto si invoca il lockdown totale. Intanto qualcuno, senza troppi facili entusiasmi, coi piedi per terra, afferma: «È ancora presto per dire se potremo o non potremo riaprire completamente le scuole. Perché intanto dobbiamo tenere bassa la circolazione virale. Purtroppo siamo riusciti ad abbassare l’Rt, ma l’incidenza di nuovi casi è ancora elevata, il che produce molti nuovi casi di infezione. Bisogna abbassare di molto l’incidenza altrimenti è difficile parlare di ripresa completa di tutte le attività». Sono parole di Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive. Questi, con determinazione, lascia intendere: «Se non si prende alcun provvedimento alla fine saremo costretti a fare il lockdown generale, che è quello che si vuole evitare». Contristano le parole di Elio Manzillo, primario dell’VIII divisione Malattie infettive dell’emigrazione: ”Temo che la terza ondata arriverà già nei giorni a cavallo di Capodanno quando torneremo a vedere richieste al pronto soccorso di ricoveri e dovremo vedere come fare per soddisfarle. Siamo molto preoccupati”. ”Il Governo ha fatto delle scelte sbagliate –sostiene Manzillo – e ora prova a porre rimedio con altre restrizioni ma nel momento in cui si e’ data la possibilita’ di uscire per strada, di fare lo shopping natalizio questo purtroppo era prevedibile e per certi versi mi fa sorridere l’invito a essere in pochi la sera della Vigilia di Natale e di Capodanno: mi chiedo chi mai potrebbe controllare quante persone siedono alla stessa tavola. Tutto e’ lasciato al buon senso delle persone”. Si potrebbe iniziare a porre un freno al rischio infezione Coronavirus col vaccino: “Sono in arrivo, assicura il coordinatore della UCR Campania, Italo Giulivo, le prime dosi per dare il vaccino al mondo sanitario e delle Rsa, si tratta di 160.000 persone che faranno il vaccino in due dosi e quindi 320.000 vaccini. Abbiamo terminato il 14 dicembre una riunione dell’unità di crisi per alcuni dettagli e ieri ne abbiamo fatta un’altra con il Presidente De Luca. Al momento abbiamo individuato 27 strutture ospedaliere dove somministrare il vaccino per il primo obiettivo che è di avere una sanità covid free”. De Luca quindi predispone, per la Campania, un piano di ben 300 mila dosi di vaccino a partire dal 15 gennaio. Si tratta del vaccino Pfizer, primo ad avere l’autorizzazione all’uso. Sarà distribuito con doppio dosaggio a testa, col richiamo dopo un mese. Sul territorio regionale campano saranno distribuiti 27 centri di stoccaggio. Centro di stoccaggio partenopeo: l’Ospedale del Mare. Medici, infermieri e anziani i primi a vaccinarsi. A Vallo della Lucania, intanto, c/o l’Ospedale “San Luca”, qualche giorno fa, la notizia della positività di tre sanitari, ha creato una certa preoccupazione.

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