Covid-19, sono morte 7mila persone dal 26 aprile ad oggi. “Abbiamo levato i freni prima del dovuto"
di Emilio La Greca Romano | BlogAndrea Crisanti, classe 1954, è un microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano. É professore ordinario di Microbiologia all'Universita di Padova. E’ stato lecturer al dipartemnt of Biology, poi reader e, infine, full professor di Molecular Parasitology presso il Department of Life Sciences dell'Imperial College London in Inghilterra.
Noto virologo televisivo, una faccia della scienza passata sovente, in questi ultimi venti mesi, sotto i nostri occhi, sullo schermo, a causa dell’emergenza Covid19. Non è certo uno sprovveduto, non è certo un indovino. E’ un rispettabile uomo di scienza che, a tutela della salute della cittadinanza, ha semplicemente mostrato perplessità di fronte al bisogno di gridare un facile e populistico liberi tutti, senza freni. Poi ognuno tira l’acqua al proprio mulino, ognuno vive i suoi stati d’ansia, le proprie preoccupazioni e fobie o, d’altra parte, assume una condizione incauta e irresponsabile di fronte ai mille modi di essere e mutarsi del virus. "I numeri, ha dichiarato Crisanti recentemente, non giustificavano le riaperture". Così da Formigli: "Le faccio un ragionamento paradossale. Supponiamo che alla funivia del Mottarone non fosse successo niente, era giusto levare il freno? La risposta è no. Abbiamo levato i freni prima del dovuto".
Questa frase ha suscitato grande stupore e preoccupazione. Il biologo ha aggiunto: "Ce lo diceva l'Inghilterra quello che dovevamo fare, dovevamo aspettare 3-4 settimane e levare i freni. Non dimentichiamo che in questo mese fantastico ci sono stati 7mila morti. Ci avviamo a superare l'Inghilterra e diventare il primo Paese in Europa per mortalità e sicuramente uno dei primi al mondo". Gli italiani si aspettavano le dichiarazioni dello scienziato pentito. Così non è stato. Anzi, il contrario. Il virologo, marcando il suo convinto concetto ha ulteriormente dichiarato: "Tutta questa grande soddisfazione, in questo mese, non la vedo". Mentre Selvaggia Lucarelli si è poi mostrata affiancante la linea dello scienziato, Formigli, con una ulteriore provocazione, ha voluto ribadire che la riapertura anticipata, di certo, ha salvato in parte l’economia. A dire di Corrado Formigli, a Piazzapulita, l’apertura in anticipo e, aggiungiamo, incontrollata e in massima parta sconsiderata, avrebbe salvato un pezzo di vita. Il fatto è che noi la vita la vogliamo salva per intera, caro Formigli! Alle provocazioni del conduttore ha fatto seguito la risposta, ancora più energica e convinta di Crisanti. Questi incisivamente ha ribadito il concetto che sarebbe stato necessario ritardare le aperture perché l'esempio dell'Inghilterra portava ad agire secondo quella che, in quel momento, era la strada più sicura. Prudenza e rigorismo, non sono mai mancati a Crisanti. Sicuramente a molti questa linea non è piaciuta e non piace. Fra i tanti non piace ancora a Matteo Salvini. Così quest’ultimo si è rivoltato:"In diretta Tv l'irriducibile Crisanti è arrivato a paragonare le riaperture del 26 aprile alla funivia del Mottarone operata senza freni. Senza vergogna. Senza parole". Sconcerto di Salvini e di tanti per le parole ferme dello scienziato che, malgrado tante aspettative, non si è rivelato fra i “pentiti”. Un pentito sembra però esserci stato fra i volti della scienza televisiva. Questi è Massimo Galli.
Bene, secondo alcuni Galli avrebbe ammesso il suo errore facendo previsioni con prognosi infausta, senza lasciare speranza. Invero, occorre dire, Galli effettuò le sue previsioni sulla base di un quadro oggettivo che, sul riscontro di quei precisi dati, induceva a una valutazione pessimistica. Poi la campagna di vaccinazione è stata diffusa e velocizzata e la condizione è quindi mutata. In relazione all’allarmismo verso la strategia della riapertura del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, a partire dallo scorso 26 aprile, non vi sono colpe ed errori, ma semplicemente posizioni prudenziali, cauti avvertimenti per una emergenza che ancora resta. La netta e determinata posizione di Crisanti intanto gli ha riversato addosso una serie di ingiuri ed improperi da parte di tanti. A risposta si è detto "stomachevole vaccata", “orrore”. Crisanti, bisogna riconoscere, sovente ha poca fortuna con il pubblico. Una pioggia di critiche gli si riversò addosso già quando ebbe a pronunciarsi, nel recente passato, intorno ai vaccini: "Vorrei però chiarire una volta per tutte. Le mie sono riflessioni, ma non sono contrario ai vaccini. Mi sono sempre vaccinato contro tutto, anche contro l'influenza ogni anno. Sarà così pure per Covid-19: intanto gli organi deputati approvino il vaccino, poi la comunità scientifica si esprimerà sulla solidità dei dati. Dopodiché, se c'è tutto quello che deve esserci, io il vaccino me lo faccio. Non ho nessun problema. A chi ha avanzato queste critiche è mancato equilibrio" In passato Crisanti, dunque, ha assunto un comportamento di obiettività e di estrema cautela. Mai, in effetti, ha nascosto la condizione della gravità Covid19 in Italia. La scorsa estate parlò di un piano di 400 mila tamponi giornalieri, ma ebbe anche modo di segnalarne il ritardo. Per il moltiplicarsi dei riscontri positivi al Covid19 ribadì che si sarebbe arrivati a un inasprimento delle misure di contenimento molto prima di Natale. Intanto la guerra fra virologi era scoppiata. “Lui è un mio allievo, accademicamente l’ho chiamato io ma non è un virologo, Non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Si tratta di un esperto di zanzare. Fa anche lui il suo decreto sancendo un lockdown? Ma a che titolo e su quale base?” Così Palù, ritenendo che una seconda chiusura il nostro Paese non poteva permettersela. Forse non poteva permettersela, ma per salvare capre e cavoli era sicuramente necessaria! Alle parole dell’emerito Giorgio Palù, fece seguito la difesa di Crisanti da parte dell’Università di Padova. Il prof Fulvio Ursini dovette spendere sane parole a tutela della professionalità e dignità del virologo Crisanti. «Abbiamo assistito in questi giorni a un violento attacco riportato dai media al prof Andrea Crisanti da parte del prof emerito Giorgio Palù, attualmente in quiescenza. L’accusa che lui rivolge a chi considera un suo “allievo” è di non aver competenza per operare nell’ambito della virologia e quindi della pandemia da SarsCov2. Questo senza peraltro argomentare rigorosamente su specifici fatti, dati, inadempienze o errori». Crisanti intanto «non è un allievo del prof Palù, né questa natura di “allievo” gli può derivare dall’esser stato chiamato dal Dipartimento di Medicina molecolare». «È il Dipartimento di medicina mlecolare, che ha deciso, sentendo ovviamente anche il parere del prof Palù, di chiamare il professor Crisanti per le sue specifiche competenze nell’ambito della genetica delle popolazioni». Palù, lo definisce poi «un esperto di zanzare».
«Il concetto di “zanzarologo” è prima di ogni altra cosa sbagliato, ed è stupefacente, dichiarò Ursini, che provenga da uno scienziato. È, inoltre, inammissibile scientificamente che si voglia generare un monopolio culturale sull’ area complessiva della pandemia da parte di chi autoreferenzialmente se ne ritiene titolare sulla base di un curriculum in cui son presenti lavori su virus». Mentre si susseguono scritti e discorsi di tono aspramente polemico, non mancano ulteriori posizioni utili a innescare ulteriori diatribe. Così il virologo Andrea Crisanti, in posizione d’arrocco: "Ribadisco al 100% le mie parole. Fanno male, colpiscono al cuore, ma non c'è replica possibile. La realtà è proprio questa ed è tutta qui. E giustamente può scioccare. La mia risposta a Salvini è molto semplice: noi in Italia abbiamo intrapreso un'azione senza nessun presupposto scientifico. La via giusta era quella indicata dall'Inghilterra. Punto. Abbiamo corso un rischio inutile e sono morte 7mila persone dal 26 aprile ad oggi: a me sembra che non ci sia nessun elemento da festeggiare".
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