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Breve storia del Coronavirus, dai primi casi di Wuhan ad oggi. Situazione attuale. Valutazione del rischio dell’autorità internazionale ECDC

Il 21 gennaio dello scorso anno il virus si trasmise fra esseri umani. Fu posto veto di viaggiare per la Cina. Wuhan fu isolata. Furono bandite le feste. I pochi casi italiani si contavano sulle dita. Gli infetti vennero ricoverati allo “Spallanzani”. Il 30 gennaio l’Oms dichiarò lo stato di emergenza globale. Il rischio diffusione dell’epidemia da moderato, a fine gennaio, fu classificato alto. Il 30 gennaio del 2020 l’“emergenza sanitaria pubblica divenne d’interesse internazionale”.

📅 sabato 19 giugno 2021 · 📰 CovidSalerno

19062021 foto 2 articolo 18 giugno
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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Festeggiammo il Santo Natale. I papà sfilarono semplici, commoventi letterine, ascose dai sottopiatti natalizi. I piccoli verso dopo verso, dopo la promessa di buoni propositi, recitarono la speranza chiusa nelle poesie più belle della venuta. E poi, più svegli del sole del mattino nuovo, sempre i cuccioli di casa, con chiassoso inimitabile entusiasmo, deposero il bambinello nella grotta in punto mezzanotte nel luccichio povero di una rifatta, poco convincente, imitazione di Betlemme. Così fu la festa di Natale. Più magra, più grassa, ma bella per tutti gli esseri umani sparsi sulla magica sfera rotante nello spazio infinito dell’universo. E arrivò, a breve, il nuovo anno.

Era stata la fine del 2019, era stato l’inizio del 2020. Momenti di festa entro i quali tutti eravamo ignari d’un mostro muto e minaccioso, il Coronavirus. Si presentò come fulmine a ciel sereno. Tutti lontani dall’idea dell’emergenza sanitaria determinata da un virus mortale, altamente contagioso e ignoto. Il mondo in una decina di settimane mutò il suo scenario. Inizialmente restò un virus lontano per tutti, lo focalizzammo come una tragedia distante, incapace di arrivare, di bussare alla nostra porta, di entrare nelle nostre case sacre, di scardinare l’esistenza, gli affetti cari. Mutò invece lo scenario globale, il Coronavirus non risparmiò spazi e come film d’orrore moltiplicò le morti, svuotò le piazze chiassose. Dopo la festa di Natale del 2019, ma secondo alcuni già ad ottobre, il nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 che s’iniziò in Cina, a Wuhan, la città più popolata della parte orientale, circolava anche nel nostro Paese. Si trattavano polmoniti anomale, non ancora veniva identificato come Coronavirus.

Si rappresentò significativo il numero di polmoniti atipiche, dalle cause non ascrivibili ad altri patogeni. Il 31 dicembre iniziò la storia Coronavirus. I casi diventarono da decine a centinaia e si cominciò a tenere sotto osservazione tantissime persone infette. I contagiati risultarono frequentatori del mercato Huanan Seafood Wholesale Market a Wuhan. Fu ipotizzata la possibilità della trasmissione del contagio d’origine animale. Con l’inizio della seconda decade di gennaio fu ufficialmente annunciato il Coronavirus. Si parlò di un nuovo ceppo Coronavirus, appartenente alla stessa famiglia Sars e Mers, ma anche di banali raffreddori.

L’Oms diffuse la notizia il 10 gennaio. Consigliò di evitare contatto con persone con sintomi senza porre restrizioni di viaggi con il territorio cinese. I casi dopotutto erano tutti concentrati a Wuhan e restava ignota la contagiosità del virus. Il 7 gennaio si isolava il virus. Il 12 gennaio, veniva sequenziato. La ricerca aveva fatto un primo passo. Si determinò la possibilità dei primi kit per effettuare i test. La popolazione cinese intanto veniva sottoposta già a monitoraggio intensivo. Il 21 gennaio il virus si trasmise fra esseri umani. Fu posto veto di viaggiare per la Cina. Wuhan fu isolata. Furono bandite le feste.

I pochi casi italiani si contavano sulle dita. Gli infetti vennero ricoverati allo Spallanzani. Il 30 gennaio l’Oms dichiarò lo stato di emergenza globale. Il rischio diffusione dell’epidemia da moderato, a fine gennaio, fu classificato alto. Per l’esattezza così scriveva l’Oms“molto alto per la Cina e alto a livello regionale e globale”. Il 30 gennaio l’“emergenza sanitaria pubblica divenne d’interesse internazionale”.

L’Italia bloccò i voli per la Cina, se pure in quel paese la condizione si stabilizzò, andavano diminuendo progressivamente i nuovi casi. L’Oms l’11 febbraio diede il nome al mostro, fu battezzato Covid-19. Il termine così si spiega: Co e vi per indicare la famiglia dei coronavirus, d per indicare la malattia (disease in inglese) e infine 19 per sottolineare che sia stata scoperta nel 2019. Venerdì 21 febbraio 2020 si registrarono i primi casi in Italia. Iniziano ufficialmente le nostre vicissitudini. Nel lodigiano, in Lombardia, si registrarono alcuni casi d’infezione non provenienti dalla Cina. Intanto per l’Oms non fu configurata ancora pandemia. Intanto si moltiplicavano i casi in Italia, Europa, Iran e Corea del Sud. Nella prima decade del mese di marzo i primi provvedimenti in Italia. Il Coronavirus prese il nord ferocemente, ma andava diffondendosi in tutto lo stivale. Venne disposta la chiusura il 4 marzo. Fu disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università in tutta Italia. Il 15 marzo l’Italia tremò.

L’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Conte annunciò per i canali televisivi di aver esteso a tutto il paese le medesime misure adottate per la Lombardia e per le altre 14 province. L’Italia divenne “zona protetta”. Tutti chiusi in casa. L’uscita veniva consentita esclusivamente per comprovate motivazioni di esclusiva necessità. L’11 marzo, mentre gli italiani si adoperavano nel contenimento del contagio, l’Oms dichiarava la pandemia.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, annunciò nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus che Covid-19 “può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. La dichiarazione di pandemia dell’Oms si rappresentò un appello alle altre nazioni a prendere più seriamente la minaccia di Sars-Cov-2 e avviare serie misure di contenimento e mitigazione. Molteplici sono state le misure adottate a seguito dell'emergenza Coronavirus (COVID-19) per il mondo dell'istruzione (scuola, istruzione e formazione professionale, università, Istituzioni AFAM). A seguito dell'emergenza da Coronavirus (COVID-19), dal 5 marzo 2020, riferisce in comunicato la Camera dei Deputati, erano state sospese, su tutto il territorio nazionale, le attività didattiche in presenza relative all'anno scolastico 2019/2020 nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché quelle relative all'anno accademico 2019/2020 nelle università e nelle istituzioni AFAM. Al contempo, era stata attivata la didattica a distanza. Per fronteggiare tale situazione, sono stati assunti diversi interventi volti a contemperare la tutela della salute degli studenti e del personale scolastico e universitario con la salvaguardia del diritto allo studio, al contempo garantendo gli stessi da eventuali effetti pregiudizievoli derivanti dalla sospensione delle attività didattiche in presenza.

Successivamente, era stato consentito, in particolare, pur nel rispetto delle norme di distanziamento fisico, lo svolgimento in presenza degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo relativi allo stesso a.s. 2019/2020. Nel prosieguo, sono state introdotte varie disposizioni volte a garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza nei servizi educativi e nelle scuole per l'a.s. 2020/2021, nonché nelle università e nelle istituzioni AFAM, per l'a.a. 2020/2021. Tuttavia, a partire da ottobre 2020, in considerazione del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e dell'incremento dei casi sul territorio nazionale, sono state progressivamente introdotte nuove disposizioni limitative delle attività didattiche in presenza. Un riavvio delle stesse attività, con diverse modulazioni, è stato poi previsto per le università e le istituzioni AFAM a partire da gennaio 2021 e, per i servizi educativi per l'infanzia e le scuole, dal 7 aprile 2021.

Questi gli ultimi dati Covid 19 nel mondo: 176.945.596 i casi confermati nel mondo dall'inizio della pandemia; 3.836.828 i morti (Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 18 Giugno ore 11.43). Questi i dati in Europa: 55.334.684 casi confermati e 1.172.523 morti. (Ultimi dati OMS, inclusa Italia, fonte Dashboard Who European Region, 18 Giugno ore 10.00 am). Attualmente le stime in tutta la regione europea, riferisce il Ministero della Salute, mostrano che un'ampia percentuale della popolazione rimane ancora suscettibile alla SARS-CoV-2 e che l'immunità totale non è ancora stata raggiunta,sebbene si siano verificati cali nelle presenze in terapia intensiva e nella mortalità. L'aumento della fornitura di vaccini ha permesso di estendere l'ammissibilità alla vaccinazione ai gruppi di età più giovani. Uno dei principali obiettivi di salute pubblica nell'attuale fase della pandemia è ridurre la malattia e la mortalità, garantendo la vaccinazione completa per i gruppi a rischio, compresi gli anziani e quelli con particolari condizioni di fragilità. Il rischio di introduzione di nuove varianti nell'UE è strettamente correlato all'evoluzione della pandemia, sia all'interno che all'esterno dell'UE. Gli sforzi per garantire un accesso più equo alla vaccinazione a livello globale possono mitigare il rischio di comparsa di nuove varianti. Le misure di viaggio, compreso l'obbligo di fornire la prova di un test negativo prima del viaggio o all'arrivo e la quarantena per le persone in arrivo, possono essere adattate in base a considerazioni sullo stato di vaccinazione e sulla circolazione del virus e coordinate a livello internazionale.

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