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FOCE DEL BUSSENTO, UN DEGRADO PROGRAMMATO

📅 martedì 16 agosto 2011 · 📰 AmbienteCilento

foce bussento articolo abbate 01
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Riceviamo e pubblichiamo: "Occorre subito dire che la foce del Bussento è Sito d’importanza comunitaria e Zona a protezione speciale, in conformità delle Direttive europee Habitat e Uccelli, trasformate in legge della Repubblica italiana. Difatti molte specie migratorie sono state individuate dalla Lipu, come cormorani, aironi, garzette, gallinelle d’acqua, cavalieri d’Italia. Pertanto, qualsiasi compromissione su di esse deve per legge ottenere autorizzazioni precise (Valutazione di Incidenza).

Ma queste autorizzazioni sono state ottenute prima di procedere alle modificazioni prodotte sull’area della foce, che ne hanno stravolto le caratteristiche?

Nel frattempo, andato distrutto da un incendio un casotto sull’argine sinistro che custodiva canoe, si è permesso la posa di un grande container rosso sempre sulla riva del fiume.

Nel 2008 gli affittuari dei circa sei ettari a sinistra della foce, coltivati ad orti e frutteti, sono stati sfrattati dalla Amministrazione di Santa Marina.

Nella mente dell’amministrazione c’era un grande (a loro avviso) progetto: costruire sull’area un Centro canoe internazionale (tre corpi di fabbrica in ferro, vetro e legno, a due piani con uffici, spogliatoi, bar, sala polifunzionale, depositi etc), ma si opponevano la legge Galasso, l’esistenza della Zps e ultima la diffida del Codacons e Lipu.

Nella diffida, avanzata in ottobre del 2008, si faceva presente che sono vietati “qualsiasi mutamento dell’utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant’altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici”.

Dopo decenni di conduzione dei fondi a vocazione agricola, caratteristica peculiare del territorio di Policastro, questi si sono trasformati in posteggi per auto, con inquinamento dell’aria e del suolo per l’inevitabile emissione di gas e oli. Si è proceduto nel frattempo a smantellare il dosso con alti canneti che correva lungo la riva e che proteggeva i campi dall’area salmastra. Il tutto per allargare la spiaggia ad uso dei turisti.

Infatti, viste le difficoltà avanzate per il Centro canoe, si è optato per un mega posteggio per auto (camuffato in Parco fluviale), con la possibilità quindi di posteggiare comodamente per i vacanzieri di fine settimana. L’amministrazione ci guadagnava con i ticket, qualche esercente con l’aumento dei profitti, ma l’area verde è sparita, la biodiversità (questa parola che i più non capiscono ma così importante per la vita) è stata compromessa, perché invece di salvaguardare da l’inquinamento un’area protetta se ne favoriva la produzione. Infatti, per il cosiddetto “effetto rimbalzo”, più si costruiscono strade e parcheggi più aumenta il traffico motorizzato e quindi l’inquinamento.

Dunque, le foci dei fiumi, di grande valenza storica e naturale del Parco nazionale come il Bussento e il Mingardo, si sono trasformate negativamente tra l’indifferenza di tutti: parco, autorità di sorveglianza, alcune Associazioni ambientaliste che hanno nel loro statuto la salvaguardia della natura." Paolo abbate

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