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IMPRONTA ECOLOGICA E DECRESCITA FELICE

📅 mercoledì 24 ottobre 2012 · 📰 AmbienteCilento

24102012 impronta ecologica art abbate
Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Non passa giorno che non si apprenda una notizia sconfortante per la salute della Terra. Tanto è che corriamo il rischio, leggendo i comunicati e gli studi scientifici sulla salute dell’ambiente, di compromettere anche la nostra salute fisica e psichica.

Il rapporto “Andamento dell’Impronta Ecologica nel Mediterraneo”, illustrato in una conferenza internazionale tenutasi a Venezia l'1 e 2 ottobre scorsi, mostra che il deficit ecologico è in continua crescita. Infatti dal 2008 l'impronta ecologica della regione mediterranea - cioè la domanda di bioproduttività sulle aree agricole e marine della terra - ha superato le locali risorse ecologiche disponibili in percentuale superiore al 150%.

In parole povere, di pari passo all'umanità è aumentata anche a dismisura la crescente richiesta agli ecosistemi della regione mediterranea, minacciando pertanto le basi del suo stesso benessere economico e sociale. Le risorse del globo scarseggiano sempre più, cresce la concorrenza per queste stesse risorse e aumenta il rischio di interruzioni dell'approvvigionamento o di costi non prevedibili.




Ma non è tutto purtroppo. Il “Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep)” avverte che, se il tasso di crescita economica “non verrà svincolato dal tasso di consumo delle risorse naturali, entro il 2050 l'umanità potrebbe arrivare a 'divorare' circa 140 miliardi di tonnellate (tre volte il ritmo attuale) di minerali, metalli, combustibili fossili e biomasse.” (Il Cambiamento ott. 2012)

le risorse della Terra sono finite ma la gente crede che il danno ambientale sia il prezzo da pagare per i benefici economici. Tuttavia “non possiamo continuare a comportarci come se questo compromesso fosse inevitabile”, avverte Achim Steiner , sottosegretario generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell'UNEP.

Insomma ci stiamo divorando la Terra. Ben vengano dunque i circoli della Decrescita Felice come quello nato a Salerno Sabato scorso ed inaugurato da Maurizio Pallante, che ha visto una folta partecipazione segno dell’interesse per questa strategia.

Questo movimento parte dal presupposto che “la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui ad un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) si riscontra una diminuzione della qualità della vita.”

« Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista. » (Kenneth Boulding)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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