ECOMOSTRO DI MONTECORICE
di Paolo Abbate | Blog"Finalmente andrà giù il monumento all'illegalità"
Sono anni che la associazioni ambientaliste combattono per demolirlo. Nel luglio 2010 gli attivisti di Legambiente, “di passaggio di fronte a Baia Arena di Montecorice proprio sotto gli scheletri di cemento illegale che deturpano la pineta delle Ripe rosse, in località Pennino, esultarono, anzi brindarono, per la definitiva sentenza del Tar di Salerno, che lo scorso aprile (2010) ha sancito l'abbattimento degli ecomostri di Montecorice respingendo tutti i ricorsi dei proprietari”.
La sentenza del Consiglio di Stato ha confermato la legittimità dell’ordinanza di demolizione (il Ministero ha stanziato 270mila euro in favore del Parco per procedere all'abbattimento), ma lungo è stato Il tortuoso percorso giudiziario per arrivare alla demolizione.
Il Codacons infatti aveva anche diffidato, con il Sindaco di Montecorice, il Presidente del Parco che pure ha poteri in materia di abbattimenti. L’Associazione era giunta a investire della questione finanche il Prefetto al fine di valutare eventuali omissioni nell’operato delle amministrazioni locali.

Sono purtroppo ancora in piedi altri ecomostri che fanno “bella mostra” di sé nel Cilento e che per ora non saranno abbattuti. Ricordiamo il “Centro di studio su la migrazione degli uccelli” costruito sulla rupe del Mingardo, sequestrato e vandalizzato, ma lontano da un giusto abbattimento richiesto dal le associazioni che lo hanno segnalato quale abusivo e opera che deturpa il paesaggio. Fu costruito con i fondi europei per volere del Parco, del comune di Centola e della Comunità montana.
L’edificio sembra piuttosto un albergo –ristorante per le ampie vetrate che affacciano sulla valle del Mingardo, piuttosto che un centro di avvistamento e studio dei migranti. Gli uccelli che risalgono dal mare la valle, via di transito verso l’interno, si spaventano senza dubbio alla vista di questo edificio che si presenta sulla rupe. Un centro di avvistamento e studio dovrebbe infatti essere costruito con criteri di ingegneria ambientale come suggerito ad esempio dalla Lipu
Altro ecomostro è l’ex cementificio davanti la baia di Sapri, che da oltre 50 anni perde pezzi ma resiste alle intemperie. Gli amministratori che si sono succeduti se lo sono conteso con progetti vari che sanno tanto di speculazione privata. Adesso sembra che l’amministrazione in carica lo voglia demolire, ma sono mesi che dà l’ultimatum ai proprietari del mostro e non si vede tuttavia una soluzione.







