L’ECOMOSTRO RIMARRA’ SULLA RUPE DEL MINGARDO ?
di Paolo Abbate | BlogEcomostro per gli ambientalisti, panettone per i locali, la megastruttura posta sulla rupe del Mingardo e visibile a chilometri di distanza fu progettata come Centro di avvistamento e studio della migrazione degli uccelli.
Certo il fiume Mingardo rappresenta una via eccellente di migrazione per gli uccelli che dall’Africa si dirigono al Nord, e viceversa. Ma per le dimensioni, per la forma e per la posizione su la rupe l’edificio sembra proprio progettato come albergo o ristorante con vista “mozzafiato”.
Giusto quattro anni fa, cioè il 2 marzo 2010 il “Panettone” fu posto sotto sequestro, e un anno dopo arrivò il rinvio a giudizio dei presunti responsabili dello scempio ambientale. Insomma, secondo gli inquirenti che rimandarono a giudizio quattro persone - il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Centola, il responsabile unico del procedimento e i due legali rappresentanti delle ditte esecutrici dei lavori- l’edificio è un vero e proprio “abuso edilizio continuato e di danneggiamento paesaggistico e alterazione ambientale. Difatti sono state realizzate modifiche prospetti dell’intero edificio sia per la forma fisica che per l’emersione del terreno che per forma e dimensione delle bucature e degli elementi di finitura”.

Nel dettaglio, il Pubblico Ministero Grippo contestava agli indagati “di aver collocato l’osservatorio ad una quota superiore di 50 metri rispetto ai progetti approvati e di aver creato tre piani soprastanti non sfalsati tra loro, come assentito”. Tanto bastava per considerare l’ecomostro un vero e proprio abuso edilizio, per di più in area protetta, spacciandolo per “Centro internazionale di studi per l’emigrazione dell’avifauna”.
Ma non è un presunto illecito recente: risale infatti al 2004 la sua realizzazione voluta dalla Regione, dal comune di Centola, dal Parco e Comunità montana.
Poco tempo dopo la struttura fu anche vandalizzata pesantemente: porte sfondate, le grandi vetrate, con vista sulla valle, infrante, servizi divelti.

Il 2 agosto 2007, fatta propria una privata segnalazione, la Lipu spediva un esposto a questi enti denunciando l’opera come “impropria e con grave impatto negativo sul paesaggio protetto del Parco nazionale”.
“ Giù quell’ecomostro” si raccomandava. Anzi, il Codacons di Salerno, su sollecitazione della LIPU, che aveva procurato tutto il progetto giacente al Parco, avanzava un formale esposto-denuncia (aprile 2009) alla Corte dei Conti e p.c. al Ministero, alla Procura della Repubblica di Vallo, notificando altresì alla Conte dei Conti europea, vista la natura comunitaria del finanziamento.
Ritenuta quindi abusiva il Parco e la Regione intimarono nel 2011, con separate ordinanze, l’abbattimento della palazzina, e addirittura la revoca di un ulteriore finanziamento di 1 milione e mezzo di euro per ultimare il così detto “Centro internazionale,eccetera”. Ma l’osservatorio era, ed è, così importante e necessario per il comune di Centola che il medesimo si rivolse al Tar, con tre diversi ricorsi.
Le sentenze vanno rispettate comunque. Ma la demolizione di questo scempio del paesaggio – e spauracchio per l’avifauna che si trova a passare di là – sarebbe stata un valido esempio da seguire per ogni aggressione del territorio.
(Qui gli antefatti).







