UN FUTURO MUSEO DEL FRANTOIO OLEARIO DA SALVARE
di Paolo Abbate | BlogE’ proprio vero, girando per il Cilento e la sua area protetta non si trovano solo situazioni di degrado quali abusi edilizi, discariche di rifiuti, acque inquinate eccetera, ma anche eccellenze naturalistiche e culturali. Eccellenze che possono diventare richiamo di un turismo d’elite.
E’ il caso della “Valle del Lupo” nella località S.Lucia di Vibonati. Felice Antonio Gaetani, ristoratore e proprietario del luogo, ha l’idee molto chiare: fondare il museo del frantoio oleario, evidenziandone l’evoluzione tecnologica.
Sparpagliati ancora nella sua proprietà sono visibili 30-40 vecchi oggetti come frantoi, macine in pietra, presse, torchi, da quelli molto antichi a mano a quelli più recenti elettrici. Felice Antonio li ha raccolti per anni con diligenza, anche comprandoli, salvando così un patrimonio culturale presente nel Cilento, terra degli ulivi.
Conserva ancora circa 300 piccoli e grossi oggetti della civiltà contadina e, cosa difficilmente immaginabile, una piccola diligenza e una carrozza in legno, comprate a caro prezzo e restaurate diligentemente.

Ma non è tutto, perché nei campi intorno, sempre di sua proprietà, l’amore per gli animali lo ha spinto a realizzare rifugi che ospitano ciascuno una coppia di animali domestici. Insomma sta realizzando una “Arca di Noè”, si potrebbe dire di Felice, completa il più possibile.

E’ un sogno quello di Felice Antonio Gaetani che avrà bisogno per realizzarsi dell’aiuto politico ed economico delle istituzioni e enti locali, cominciando dal comune di Vibonati. Istituzioni che hanno a cuore, almeno nelle intenzioni, uno sviluppo sostenibile del territorio, ma spesso (e malvolentieri aggiungerei) indirizzato invece verso un’economia che lo consuma.

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