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CARA NOA IL MONDO HA BISOGNO DI PACE

INSIEME, COSTRUIAMO PONTI DI PACE
UNA VOCE DEL PENSIERO LIBERO DEL GANDHISMO ITALIANO

📅 mercoledì 30 luglio 2014 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

AL TAVOLO DELLA PACE
PER IL BENE DELL’UMANITA’.

LA PAROLA PACE, E’ PARTE
DEL PATRIMONIO COMUNE DI TUTTI


I MODERATI DEL MONDO.
ATTRAVERSA TRASVERSALMENTE
TUTTE LE RAZZE ED I POPOLI DELLA TERRA
CHE SI SENTONO UNITI E CAMMINANO
INSIEME PER COSTRUIRE UN
MONDO DI PACE

Per il rispetto dell’uomo della Terra, è urgentemente necessario svuotare gli arsenali e riempire i granai.
Tanto, per dare il cibo che non ha, a quel miliardo di uomini che nascono per poi morire di fame.
Una condizione questa non più tollerabile; il mondo deve sapersi interrogare; deve sapersi confrontare; deve saper dialogare per tendere la mano all’uomo della Terra, evitando l’infame olocausto di tanti che nascono per morire per colpa dell’uomo; per colpa delle tante mani grondanti di sangue che non amano la vita, ma la morte, scegliendosi per compagna di viaggio l’infame cultura della morte dei propri simili, uccidendoli con il piombo assassino, con i virus sempre più in libera circolazione planetaria e/o con quell’odio umano che è oggi il peggior killer in un viaggio globalmente libero, sul pianeta Terra, alimentando così la morte per opera di mani insanguinate che preferiscono uccidere i propri simili anziché averli come compagni di viaggio per la vita.
Sono un uomo di pace; in questo mondo che vede confusamente gli uni contro gli altri, sono testimone costruttore di pace nello spirito gandhiano, con protagonista in Italia il mio caro amico Danilo Dolci, con il quale, nel passato, ho vissuto insieme tante esperienze di pace, costruendo insieme quei ponti di pace sognati da tutti gli uomini della Terra, per vivere in pace la loro vita, un dono umano che tutti devono poter godere dalla nascita alla morte naturale che esclude la violenza che uccide, compresa quella del rifiuto del cibo.
Il mio grido libero, carico di sofferta disperazione, viene dalla lettura di una lettera aperta, un messaggio al mondo carico di dolore per le gravi violenze israele-palestinese.
È stata pubblicata dal Corriere della Sera, tradotta in italiano da Rita Baldassare; a scriverla è la cantante israeliana Achinoam Nini, in arte Noa.
In questi giorni tormentati da una guerra sempre più senza senso, a Tel Aviv, ha vissuto la triste esperienza delle sirene che, con la loro voce assordante, portano la gente ad essere disperatamente triste.
Noa ha dichiarato al mondo che Abu Mazen vuole la pace.
Cara la mia amica del cuore, quella della pace è un’attesa di tutti gli uomini della Terra che si trovano coinvolti in guerre non volute, dispensatrici ovunque inopportunamente si infiammano, di grandi sofferenze; di grande umana disperazione ed assurda morte; un sofferto tributo umano a chi pensa di poter imporre al mondo la propria volontà; il proprio delirante potere per sogni di gloria assolutamente proibiti.
Cara Noa, il tuo canto libero, è un importante messaggio di pace; continua, da ambasciatrice di pace, a chiedere per il tuo popolo israeliano e per il popolo fratello palestinese, un insieme di pace, così come voluto dalla tua gente che desidera di vivere in pace.
Basta, per il bene della gente che vive in un Medioriente fortemente insanguinato, con quel fanatismo fondamentalista che non porta da nessuna parte; che non giova a nessuno.
Come tu e la tua gente spera, occorre un serio, certo e duraturo cessate il fuoco, per trattare la pace e costruire una convivenza pacifica tra i due popoli che vogliono poter vivere finalmente in pace.
La guerra, ogni guerra, come ci insegna la storia, è destinata a finire; sulle sue rovine ha sempre germogliato il seme della pace. Prima o poi ci sarà anche per il mondo insanguinato e disumanamente proibito israeliano-palestinese.
Per questa giusta causa, fa bene la tua voce, il tuo canto libero che richiama sulla disumana tragedia di una guerra che deve necessariamente finire, l’attenzione preoccupata del mondo per le gravi conseguenze che porta con sé in un territorio martoriato da uno scontro umano a cui al più presto deve essere posto la parola fine, per il bene di tutti.
Il mondo se lo augura. Tutti gli uomini della Terra, testimoni di pace, sono insieme per una catena umana che ha per obiettivo di costruire il sognato ponte di pace israeliano-palestinese.
Pace! Pace ! Pace!
Le diversità umane, sempre più vicine per effetto di una mondializzazione crescente, sono una ricchezza; una grande ricchezza, che può far convivere tutti nel rispetto delle diverse appartenenze, la cui identità-valore nessuno mai dovrà cancellare; nessuno mai al mondo dovrà spogliarsene, perdendo così la propria identità, una condizione questa che porterebbe gli uomini della Terra a chiedersi un giorno, privi della certezza dell’appartenenza, “ma io chi sono?”.
Cara Noa, pur non conoscendoti, mi sei simpaticamente amica; sei caramente vicina al mio mondo di pace, con questa tua lettera, un grido di dolore, reso universale dal tuo canto libero che interpreta a pieno il grande sogno dell’uomo della Terra di poter vivere la propria vita finalmente in pace circondato dall’amore degli altri e non dall’odio che uccide; che uccide, prima di tutto, le coscienze degli uomini e poi scatenando azioni inconsulte di violenza e quindi di morte.
Il tuo giusto sogno è quello di vedere uniti ebrei ed arabi; non più nemici, vederli camminare per mano, costruendo insieme ponti di pace.
È assolutamente possibile e giusto per il bene di entrambi, che convivano in pace.
Ci sarà anche per loro la pace; sarà anche al loro tormentato mondo restituito il diritto alla vita, un diritto da troppo lungo tempo negato; un diritto naturale che purtroppo non hanno, in quanto da troppo lungo tempo è inopportunamente minacciata la loro esistenza costretta a convivere con la guerra, costretta a vivere nell’incertezza assoluta del proprio domani, essendole negato il diritto alla vita.
Il mondo, cara Noa, segue con trepidante preoccupazione le tristi vicende arabo-israeliane; il mondo vede gli odierni lampi di guerra, un pericolo crescente per la vostra sempre più necessaria pace e per quella pace che serve a tutti gli uomini della Terra.
Il mondo vuole vivere in pace; gli uomini di pace del mondo, per fortuna sono tanti, vogliono anche per voi la pace.
Ha ragione il segretario dell’ONU Ban Ki-moon a dire che, al conflitto in atto israele-palestinese non c’è soluzione militare.
L’unica e saggia soluzione possibile è quella della PACE; per questo obiettivo, l’unico concretamente utile al bene di tutti, la sola strada da percorrere, è quella della PACE.
Basta con le tragiche azioni di guerra che producono solo distruzione e morte.
Occorre ricercare la pace; occorrono ponti di pace per ridare la giusta tranquillità ai tanti che vivono disperatamente in tristi scenari di guerra; con sé portano solo altri terribili scenari di distruzione e di morte.
Occorre cambiare; occorre dare la speranza di un futuro possibile a chi non ce l’ha e forse non l’ha mai avuto.
Un frutto acerbo, un frutto proibito che solo la pace può farne scoprire la dolcezza ed il piacere dell’anima, da più tempo sempre più spento; occorre quindi costruire insieme ponti di pace; occorre percorrere senza paura le vie della pace, per il futuro israeliano-palestinese e per tutti i popoli della Terra che devono imparare a vivere insieme, risolvendo le proprie controversie solo ed esclusivamente attraverso il dialogo che deve portare alla pace; solo attraverso un confronto pacifico si possono dare nuove certezze al mondo anche in quelle realtà dove ancora tuonano le armi; il cessate il fuoco nelle vostre martoriate terre, è il primo passo per la pace che può cambiare i destini dell’uomo della Terra.
Cara Noa chi ti scrive dopo aver letto con attenzione la tua lettera-messaggio che condivido in tutte le sue parti, per invocare la pace per la tua gente, per quel martoriato mondo israeliano-palestinese, è un pacifista convinto; ha appreso il suo grande amore per la pace da Danilo Dolci, il Gandhi italiano.
Il suo impegno di uomo libero per la pace, non conosce attimi di sosta.
Continua anche tu a credere nella pace; affida con forza il tuo messaggio di pace al tuo canto libero; cantando e piangendo darai un grande contributo alla giusta causa della pace arabo-israeliana.
Vedrai, prima o poi, gli animi di chi li spingono alla guerra, si apriranno all’amore e saranno costruiti ponti di pace, un sacro diritto per il tuo popolo, per la tua gente, per chi ancora accecato dall’odio, soffre i mali estremi della guerra; della guerra che finisce sempre e solo con la pace.
Ti auguro ed auguro alla tua gente un mondo nuovo; un mondo fatto di pace.
Niente più sirene di allarme per i missili in arrivo; niente esplosioni che uccidono e distruggono.
La tua lettera aperta, un importante messaggio di pace, è stata letta da tanti in Italia ed in tante altre parti del mondo.
Io la condivido e la sottoscrivo come appello alla pace a cui non si deve assolutamente dire di no; non si deve assolutamente far finta di niente.
Occorre ridare la pace, evitando la grande disperazione umana per i tanti morti con parenti sempre più numerosi in lacrime, chiamati a piangere i tanti giovani che muoiono nell’adempimento del proprio dovere; un sacrificio per il quale non basta il pianto; non bastano gli onori; non basta il calore della propria bandiera.
La pace è necessaria per porre fine al martirio di Gaza, dove la gente, come tu scrivi, è “condannata a soffrire per l’eternità per mano dei suoi crudeli tiranni”.
Basta! Basta! Basta!
Con te che affidi il messaggio di pace al tuo canto libero aggiungo anche il mio appello di pace; ci sono anch’io uomo di pace, con il mio pensiero libero in difesa dell’uomo della Terra, la cui umanità non deve essere più oltre tradita.
Al tuo fianco che scrivi disperata per le immagini dei tanti bambini morti, per le madri urlanti con i vestiti sporchi di sangue, per le tante macerie e devastazione, c’è un italiano che ama il mondo ed ha per casa il mondo, che cerca e vuole la pace dell’uomo sulla Terra.
Basta quindi con le tattiche talebane di Hamas; basta con i bombardieri F16 dell’esercito israeliano.
In nome della vita, un diritto di tutti gli uomini della Terra, chiediamo insieme la pace per il popolo israeliano-palestinese; tanto, come diritto della gente che ancora muore nell’indifferenza del mondo, facendo aumentare di giorno in giorno la conta dei morti.
Il fanatismo estremistico è un male oscuro che deve cessare per sempre.
La pazzia della guerra produce solo violenza con gravi danni umani; a morire sono anche i bambini innocenti.
Non può continuare così! Occorre moderazione; tanta moderazione!
Occorre saggezza; tanta saggezza! Hai assolutamente ragione ad invocare il protagonismo di un mondo israeliano-palestinese, con alla base i moderati.
Occorre moderazione per evitare l’azione degli estremisti che si traduce in un grave danno per tutti.
A viva voce, cara Noa, accompagnando l’appello al mondo che viene dal tuo canto libero, anch’io, uomo di pace, grido al mondo che bisogna dire basta agli estremismi.
Con i moderati c’è la possibilità di un fare saggio e di una sapienza antica che può costruire utili e duraturi scenari di pace; con gli estremisti e gli estremismi non si costruisce niente, ma proprio niente di buono.
Si alimenta solo l’odio; si alimenta solo la violenza; si alimenta solo l’ostinata volontà di distruzione degli uni contro gli altri, con una carneficina umana intollerabile, in quanto assolutamente ingiusta ed inopportuna.
I moderati israeliani-palestinesi per il bene dei loro popoli ormai stanchi di piangere i loro morti e di vivere tragicamente in guerra, devono vincere le resistenze degli estremisti e del fondamentalismo alla sola ricerca del tanto peggio tanto meglio.
Devono volere la pace, per evitare ancora tante altre tragedie umane ai bambini, ai loro bambini che non sanno più sorridere, che soffrono martoriati nella carne, o per disperata solitudine, avendo avuto uccisi entrambi i genitori.
I moderati israeliani-palestinesi devono capire ed imparare l’unica cosa da fare, ossia pensare solo alla pace.
La loro guerra finirà comunque con la pace; è, questa, una legge della storia.
Se così sarà, per il bene della tua gente, bisogna costruire ponti di pace con un immediato cessate il fuoco che possa finalmente cancellare l’orrore della guerra; della vostra guerra che, come tutte le guerre, è assurda; è inutile, è fonte di tanta disperazione e morte per tantissima gente che vuole vivere in pace ed in pace, assicurare ai propri figli, un futuro di pace.
Capisco e ti capisco per lo sdegno che provi nei confronti di tutti gli estremismi; nel loro agire violento non c’è alcuna giustificazione possibile.
Sono, come in tutti i posti del mondo, anche da voi imbevuti di odio e per la pazza sacralità di quest’odio profondo, si sentono nemici degli altri che vanno uccisi; vanno eliminati fisicamente, trovando così un senso di grande ed assurda soddisfazione nella loro triste morte, anche se a morire sono donne e bambini che non hanno nessuna colpa, se non quella di vivere e/o di essere nati in un posto sbagliato.
Basta, basta con la guerra! Occorre per il futuro israeliano-palestinese la pace; la pace che deve sconfiggere la guerra e far finalmente prevalere la saggezza dei moderati, contro il fare violento e disumano di chi alimenta la guerra.
Cara Noa la tua lettera aperta è un appello importante; il mondo saprà capirla; il mondo saprà darti non solo l’umana e giusta solidarietà, ma anche l’aiuto che tu disperatamente chiedi affinché cessi finalmente la guerra; il mondo ti aiuterà con una catena umana di amore contro l’odio, di pace contro la guerra, per riportare al tavolo del dialogo, del confronto, i rappresentanti degli Stati ebraico-palestinesi, affinché parlandosi, trovino la pace e pongano finalmente la parola fine alla guerra, che produce inopportunamente un grave clima di terrore, di disperazione e di morte.
Un clima di odio che porta gli uni contro gli altri, pensando all’annientamento come unica soluzione finale possibile.
Hai fatto bene a chiedere di dover fare la pace. Il “facciamo la pace!” è un desiderio diffuso tra tutta la gente israeliano-palestinese ormai stanca di subire la guerra; vuole la pace, rivendicando per i territori, per tutti i territori israeliano-palestinesi migliori condizioni economiche ed una dignità di vita che può venire per tutti solo da un mondo di pace, che come tu dici, è un grande catalizzatore per il cambiamento possibile.
Anche Hamas deve capire che la guerra è solo causa di distruzione e di morte. Anche Hamas, come tu suggerisci, circondato da giovani leader, capaci di vedere orizzonti diversi, dovrà saper trovare un giorno la voglia di pace, lasciandosi per questo importante obiettivo, ricondurre in una dimensione politica in grado di favorire il dialogo.
L’appello che mi viene di fare da uomo di pace, da portatore di pace per il bene dell’uomo della Terra, è di chiedere con il mio pensiero libero, affiancando con forza il tuo canto libero, un mondo di pace per la martoriata realtà israeliano-palestinese.
Un mondo di pace, per un mondo nuovo. Il mondo, i potenti del mondo non possono, non devono stare a guardare; devono con protagonismo adoperarsi per sconfiggere il mostro dell’estremismo;
un mostro a più teste che, se sconfitto, può portare finalmente alla pace il mondo israeliano con il mondo palestinese, due popoli che devono capire l’importanza di vivere in pace.
Per la pace, israeliana-palestinese testimoni e protagonisti i potenti della Terra, devono saper scegliere, come tu chiedi la parola al posto della spada; l’amore al posto dell’odio da parte di tutti i protagonisti dei due fronti contrapposti; insieme Hamas, Abu Mazen, Netanyahu, Shimon Peres, devono parlarsi, devono incontrarsi e da protagonisti di pace, dopo l’orrore e le violenze di una lunga e disumana guerra, gridare al mondo “facciamo la pace”.
La pace tra Israele e la Palestina per un mondo nuovo; per un mondo di pace che destini la madre Terra alla vita e non a quell’ingiusta morte inzuppata di sangue e di tombe, tanto da non avere più un posto dove vivere.
Cara Noa in questo tuo impegno per la pace sei in buona compagnia; sono tanti al mondo che sono testimoni di pace e da protagonisti di pace, si sentono impegnati a costruire quei ponti di pace che vogliono unire quello che la guerra divide.
Costruiamo con forza ed impegno un lungo e forte ponte di pace che unisca Israele alla Palestina e permetta agli israeliani ed ai palestinesi di vivere finalmente e per sempre in … pace.

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