“Sblocca-Italia” e trivellazioni

Contro l’art.18 “Sblocca Italia” (dl 133/2014) le associazioni ecologiste WWF Italia, Legambiente e Greenpeace Italia presenteranno il 15 ottobre un programma di iniziative “per contrastare il rilancio indiscriminato delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi nei mari Adriatico, Ionio, Alto Tirreno e nel Canale di Sicilia e impedire l’ulteriore colonizzazione petrolifera della Basilicata” (Salviamo il Paesaggio – 12 ottobre 2014).

Compiendo una forzatura rispetto alle competenze concorrenti tra Stato e Regioni previste al vigente Titolo V della Costituzione l’art.18 consente infatti di applicare le procedure semplificate e accelerate sulle infrastrutture strategiche ad una intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità.

Costituisce inoltre una distorsione rispetto alla tutela estesa dell’ambiente e della biodiversità rispetto a quanto disposto dalla Direttiva Offshore 2013/30/UE e dalla nuova Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (“Salviamo il Paesaggio”, citato).

Insomma il Governo, nella sua politica del “Fare” (e fare presto), per dare una spinta alla soluzione della crisi economica accelerano le procedure su le così dette infrastrutture strategiche senza tener in nessun conto la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini.



Il movimento No Triv da tempo manifesta contro questo tentativo incosciente della politica di posporre, con il solito argomento dello sviluppo, le esigenze delle popolazioni e della natura a interessi delle multinazionali del petrolio.


Si manifesta da tempo in Sicilia, in Puglia e altre regioni italiane chiedendo di porre attenzione e fondi per le energie rinnovabili e non ai combustibili fossili, responsabili dell’inquinamento ambientale e dei cambiamenti climatici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA