Il valore della natura d’Italia viene ignorato
di Paolo Abbate | BlogE' la vera garanzia per il benessere e lo sviluppo umano, ma viene ignorata -
Questo è l’appello firmato da oltre 30 esponenti del mondo della scienza e delle scienze sociali italiani, “Dopo Genova 2014 – Clima, suolo e futuro: per un’economia basata sul valore della natura”.( L.A. - Greenreport - 3 novembre 2014)
L’Italia è il giardino d’Europa per la bellezza che il suo paesaggio sprigiona, ma non è questa la colonna portante della natura italiana: è grazie a lei se viviamo, respiriamo, beviamo e mangiamo.
“In Italia – scrivono gli scienziati – il valore della “natura” non è riconosciuto nei processi economici fondamentali che formano la politica del nostro paese. Le questioni ambientali sono continuamente “ghettizzate” come se dovessero essere di interesse solo del ministero dell’ambiente”. Eppure il capitale fondamentale che ci consente di perseguire benessere e sviluppo, come la natura, gli ecosistemi, la biodiversità, le risorse naturali che dovrebbero essere una parte fondamentale dei sistemi di contabilità nazionale e per l’economia , non lo abbiamo messo al centro dei processi economici. Detto tra parentesi pensiamo alla ricchezza di biodiversità messa in pericolo nel Parco nazionale del Cilento da scellerati progetti di “sviluppo” dei nostri amministratori locali .
Non avendo sin qui fornito un valore (pensiamo al PIL) ai sistemi idrici, alla rigenerazione del suolo, alla composizione chimica dell’atmosfera, alla ricchezza della biodiversità, alla fotosintesi, solo per fare qualche esempio, le nostre società presentano ormai un enorme livello di deficit nei confronti dei sistemi naturali dai quali deriviamo e senza i quali non possiamo vivere.

Ecco perché- continuano gli scienziati - l’azione contro i cambiamenti climatici come la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici – elaborata dal Ministero dell’Ambiente col supporto del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) – giace ancora in forma di bozza, non ancora adottata.
L’appello firmato dai 30 scienziati termina quindi chiedendo “ l’istituzione di un Comitato Nazionale per il Capitale Naturale ai massimi livelli istituzionali (con la presenza anche del Ministro dell’Economia e delle Finanze, del Ministro per lo Sviluppo Economico e del Governatore della Banca d’Italia nonché dell’ISTAT e gli altri enti di ricerca ed esperti di chiara fama sulla materia) che produca un rapporto sul capitale naturale italiano inserito nel processo annuale di programmazione economica”.
Questo punto tuttavia è già inserito nel disegno di legge del collegato ambiente alla scorsa legge di stabilità che è in discussione alla Camera dei Deputati.
Sarà finalmente ascoltato questo appello che ci viene dagli esponenti della scienza e delle scienze sociali,
appello condiviso dalle associazioni ecologiste e dagli eco economisti da tempo?
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