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ITALIA - EUROPA UN PROGETTO DI INSIEME CHE PROPRIO NON FUNZIONA

📅 giovedì 8 gennaio 2015 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

In Italia ed in Europa, cresce sempre più diffusamente, la sfiducia nelle istituzioni; le burocrazie, in modo sempre più asfissiante, hanno il dominio da piovre dai tentacoli che stritolano tutto e tutti.
In questo clima ferocemente disumano aumentano le disuguaglianze; tanto, in una società sempre più frastornata da un sistema di vita che, oltre ad averne cancellato la qualità, né va sempre più cancellando anche l’essenziale per la sopravvivenza.
Nella società italiana in forte crisi, cresce la solitudine; ciascuno vive rifiutando gli altri, con assoluta indifferenza per il dialogo ed il confronto e con un virtuale mondo degli invisibili del web che va cancellando sempre più il mondo reale del vivere terreno; un mondo concretamente fatto di insieme e di interazioni umane.
Come ha gridato al mondo Papa Francesco nel suo discorso al parlamento Europeo di Strasburgo, siamo ormai ad una profonda crisi dell’Io individuo; tanto, per effetto di una crescente crisi di relazionalità della persona, sempre disperatamente sola con se stessa.
Ma che c’è ancora di concreto nel motto dell’Unione Europea che esalta l’unità nella diversità? Non si tratta forse di un’eredità del passato sempre più cancellata da un presente dove la sovranità assoluta di una burocrazia senza se e senza ma, interviene e con forza a mortificare le diversità europee, negandone idee, sogni e sempre più spesso, anche i diritti della persona, sempre più inopportunamente negati.

Nell’insieme europeo c’è, tra l’altro, una condizione di sofferenza diffusa a livello sociale, con limiti crescenti anche nelle libertà individuali.
Oltre al malessere sociale diffuso, c’è anche un profondo malessere naturale, con lo sfruttamento delle risorse a tal punto sbagliato da essere la causa fortemente scatenante di rovinosi disastri, con il caro prezzo anche di vite umane.
Ha assolutamente ragione il Papa Francesco a ricordare all’Europa tutta, l’importanza della relazionalità dei popoli, alternativa al passato di una sovranità dal tempo ormai scaduto.
La libertà di cui necessita l’Europa ed i suoi popoli, ammonisce con forza il Papa non deve assolutamente incamminarsi per la strada sbagliata e tutta in salita dell’individualismo radicalizzato, così come diffusamente presente nell’Europa di oggi; bisogna evitarlo, perché inopportuno; perché non garantisce umanamente approdi sicuri, compromesso com’è dall’egoismo del tutto per sé, con una ricerca disperata del proprio godimento, il grande ed unico obiettivo del proprio vivere di ciascuno su questa Terra.
Oltre a dire di no all’individualismo radicalizzato bisogna, ha annunciato il Papa Francesco, assolutamente dire di no a quel particolare individualismo radicalizzato che, forte del proprio fanatismo, per se stessi non riesce a trovare punti di incontro con gli altri per una convivenza delle diversità necessariamente pacifica e solidale.
Mentre queste necessità del mondo non trovano la via giusta per camminare nelle menti e nei cuori degli uomini di questa nostra maltrattata Terra, si va a ruota libera verso il disastro umano; tanto, per insensibilità ai problemi che non vengono affrontati ed ancor meno risolti, creando così situazioni di un malessere infinito che coinvolgono non solo la vita di ogni singolo popolo, ma anche e sempre più, l’insieme dei popoli che si mancano di rispetto e con assoluta indifferenza, per il male prodotto dagli uni verso gli altri, complicandosi la vita.
A pagare il prezzo più alto ed insostenibile, sono soprattutto i più deboli, verso cui gli indifferenti di un falso insieme europeo, si accaniscono creando condizioni di una vera e propria insostenibilità anche per la sola sopravvivenza, mancando quel giusto equilibrio regolatore delle risorse e quella saggia volontà di intervenire e fare intervenire il capitale economico-finanziario per sostenere il capitale umano, creando nel contempo le giuste condizioni di lavoro e sviluppo; condizioni, purtroppo, indifferenti al falso agire d’insieme dell’UE, sempre più orientata verso le decisioni dei forti che comandano in Europa e l’Europa, indifferenti della vita d’insieme, sempre più diversificata in privilegiati ed esclusi.
Non è assolutamente possibile convivere in allegria, facendo finta di niente, tutte le volte che la “padrona” d’Europa Angela Merkel impone i compiti a casa e bacchetta gli altri dell’Unione, considerati scolaretti a volte discoli che devono allinearsi sempre e comunque, per cui è del tutto inopportuna la levata di scudi per manifestarsi adulti e responsabili nelle proprie scelte, anche se non condivise dalla Germania, l’unica concretamente a comandare in Europa.
Che confusione! Che poco edificante quadro d’insieme europeo!
Con questa Europa non c’è da stare allegri; non c’è da pensare ad un futuro di lunga durata, perché è ormai dal fiato corto e poco armonicamente condiviso e condivisibile.
Il progetto Europa se non cambia e torna alle origini nel pieno rispetto dei suoi padri fondatori, non ha proprio niente di quell’insieme europeo, con l’obiettivo nobile di pensare ai popoli d’Europa che, vivono insieme sempre più, in una condizione di non condivisione, spesso guerreggiata all’esterno, allargando le profonde situazioni di un grave malessere europeo in tante sue parti come per il nostro Paese a cui vengono sempre più meno le certezze di futuro; a cui si fa mancare in modo diffuso il lavoro ed a cui, mortificando all’inverosimile, le risorse del capitale umano, soprattutto delle nuove generazioni, si creano diversità e malessere diffusi e crescenti incertezze di futuro, con un’Italia sempre più negata come Terra di lavoro e di vita.
Ma è possibile che succeda tutto questo, senza le giuste ed opportune levate di scudo? È possibile che chi governa il nostro Paese e l’Europa, non riesca ad ascoltare il grido di dolore di generazioni tradite che, nonostante le professioni, si ritrovano dei “senza lavoro”, dei “senza futuro”, costrette, valigia in mano, ad andare a creare lavoro altrove, percorrendo in lungo ed in largo, le diverse realtà del mondo, non sempre “amiche”, non sempre disponibili a quei comportamenti solidali di un’umanità globale che deve ancora imparare ad agire per il bene d’insieme di un’umanità a parole virtualmente universale, ma nei fatti ancora, come in Europa la Germania, pensa solo a se stessa; pensa solo al proprio orticello, piccolissima parte del mondo, da coltivare unicamente al fine del solo e proprio egoistico bene.
Il rapporto CENSIS 2014 fotografando la difficile realtà italiana una realtà, così com’è, dal futuro sempre più negato, ci dice che ben otto, tendenzialmente dieci, milioni di italiani non lavorano; ci dice, altresì, a chiare lettere, che le imprese non investono (quelle italiane chiudono e delocalizzano; quelle straniere non si fidano più del sistema Italia); ci dice ancora e tra l’altro, che in Italia c’è, nel 60% della popolazione, il terrore della povertà, diretta conseguenza di una disoccupazione drammaticamente presente nel Paese, verso la cui soluzione non c’è la mano tesa dell’Europa solidale e di un fare italiano capace di trovare la via giusta per ridare al Paese la fiducia necessaria, soprattutto ai giovani umiliati, traditi e senza futuro.
Ma come si può avere fiducia in questa Europa ed in quest’Italia che non sa e tanto meno vuole disegnare un futuro possibile per i propri figli che disperatamente vivono la loro triste condizione di senza futuro in una società bloccata per le dirette e crescenti responsabilità italiane ed europee?
Oltre al problema Europa che non va, perché non sa né vuole affrontare e risolvere i problemi dei suoi partners, aggravandone mortalmente le situazioni, soprattutto per il futuro delle nuove generazioni nell’Unione, c’è anche un problema tutto italiano; si tratta di un problema che riguarda l’Italia e non altri.
È il grave problema dell’illegalità diffusa; è il problema del grave ed immorale intreccio tra politica e malavita; un intreccio, così come evidenziato dai fatti di Roma, trasversale alle forze politiche di destra e di sinistra. Altro che città sana come dichiarato dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano!
È, purtroppo, una città, al massimo sporca e marcia; tanto, per colpe trasversali della politica a Roma, come all’Expo di Milano o al Mose di Venezia.
Dove sono oggi i garantisti ed giustizialisti d’Italia? C’è solo e sempre più antigufismo renziano, ostinatamente impegnato a mettere il silenziatore a chi parla del declino dell’Italia, un declino non inventato, ma che purtroppo c’è e che rende tristi ed allarmati gli italiani, che ormai non credono più alla politica, non credono più all’Europa senz’anima e cominciano a non credere neppure a Matteo Renzi che, con le sole belle parole, non convince Bruxelles, la Merkel e tanto meno l’agenzia di rating Standard & Poor’s, dando, tra l’altro, un segnale forte di sole parole del cambiamento promesso, a milioni di italiani che, benché creduloni e sprovveduti, cominciano a non credere più alle sole favole, esprimendo con forza il loro dissenso con il non voto dei due terzi degli elettori aventi diritto, così come nella recente tornata elettorale delle regionali in Emilia-Romagna ed in Calabria.

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