Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

CRISI ITALIANA UN MALE DIFFICILE DA GUARIRE

Il primo passo è quello di cambiare la scuola, per cambiare l’Italia, rigenerandola nei saperi e nella conoscenza

📅 martedì 27 gennaio 2015 · 📰 AttualitàSalerno

27012015 crisi italia
Credits Foto veja.it

foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

La crisi profonda di cui soffre da tempo l’Italia, è una grave crisi sistemica; una crisi che si è impossessata delle coscienze degli italiani, cancellando le tante buone virtù di un Paese capace di saper vivere un tempo saggiamente e nel rispetto umano tra le generazioni ed altrettanto capace di pensare al futuro italiano.
Oggi il Paese è in una condizione di gravissima sofferenza; siamo di fronte ad una sofferenza umana che si è ormai impossessata delle coscienze degli italiani, ridotte a due sole categorie; da una parte i carnefici e dall’altra le vittime, sempre più rassegnate a subire tutte le disumane violenze messe in atto dai loro carnefici che, con indifferenza, vanno per la loro strada, al fine di garantirsi benefici e privilegi, che, purtroppo, grondano di lacrime e del sangue del popolo suddito, costretto a vivere subendo quotidianamente imposizioni e violenze.
Perché l’Italia è oggi in queste triste condizioni? Perché non riesce a dare la giusta immagine di sé, attrezzandosi come per tradizione ad essere la Bella Italia, il Paese del bel vivere, con talenti presenti in tutte le sfere della vita umana e sociale?
C’è tanta indifferenza per il suo passato; un passato che, così com’è stato conservato ci fa essere il primo Paese al mondo per i suoi tanti beni, oggi patrimonio dell’umanità.
Dimenticando il chi eravamo, con indifferenza al suolo italico, al paesaggio italiano ed alla conservazione dei suoi tanti siti, testimonianze sempre più care al mondo, siamo ormai caduti in un fare del nulla che è per noi l’inizio della fine.

Non sappiamo, tra l’altro, amare ed apprezzare la bellezza, un valore cancellato dai saperi italiani; da quei saperi con le radici profonde nel pensiero dell’essere nato a Velia, nella scuola eleatico di Parmenide e di Zenone.
Siamo caduti così in basso, soprattutto da parte di chi governa questo nostro malcapitato Paese, da avere la pretesa di cancellare il dissenso; di cancellare i diritti fondamentali dell’uomo; di annullare la dignità della persona umana, facendone violenza con la forza bruta dell’immoralità e dell’illegalità diffusa.
Tutto questo viene considerato un vero e proprio patrimonio umano e sociale del nuovo italiano; un nuovo con al centro l’insipienza umana, la mediocrità del fare ed una limitata capacità politico-istituzionale, con vuoti assordanti per la mancanza di cultura e di saperi, i presupposti insostituibili di un futuro italiano possibile, da riprendersi per rigenerare il Paese.
È fortemente significativo l’atteggiamento del premier che maldigerisce il dissenso; il suo decisionismo a senso unico è preso soprattutto interrogando unicamente se stesso; non sopporta le critiche seppur utili e costruttive.
A chi le fa, dice che si tratta dei soliti gufi, bastian contrari, che, non volendo bene al proprio Paese, esprimono il loro pensiero avvelenato con il solo obiettivo di fare male, all’Italia, interrompendo un processo di crescita socio-politica, utile a creare le basi di una grande Italia, paradiso che non teme neppure il Padreterno per le promesse che vengono quotidianamente fatte agli italiani dal Vangelo renziano che, a ben guardarci dentro, c’è da vederci sempre più il solo niente; il niente italiano, con tragedie annunciate per il futuro negato all’Italia ed agli italiani confusi e frastornati per come sono costretti a vivere.
Queste amare considerazioni non sono il frutto di un libero pensatore che si compiace delle cose dette; non è da gufo che penso ai futuri disastri italiani.
Penso sempre più a quella nostra Italia tradita e senza futuro che sarà la Terra negata (altro che paradiso terrestre!) per i nostri figli, costretti ad andare in giro per il mondo a cercarsi quel pane e quel lavoro negato nella Terra dei padri, per le gravi colpe di chi oggi governa sgovernando questo nostro paese, non avendo un Progetto Italia e mancando, tra l’altro, di saperi e conoscenze per innovarne il sistema, fortemente ammalato per mancanza di uomini del sapere e della conoscenza, virtù dell’essere indifferenti al governo di chi governa gli italiani sgovernando.
Il primo male in assoluto dell’Italia ormai morente è nella sua condizione di mediocrità diffusa; una mediocrità che uccide lentamente il futuro del nostro malmesso paese, non permettendogli, così come necessario, di crescere.
La mediocrità italiana, endemicamente diffusa è ormai sistemica; fa parte degli apparati italiani che, con il protagonismo proprio della mediocrità non riescono a creare al Paese le necessarie condizioni di sviluppo, senza il quale si resta maledettamente indietro, non essendo ormai capaci di competere con gli altri.
A causa della mediocrità diffusa, l’Italia vive le sue condizioni di malessere, senza alcuna prospettiva per un futuro nuovo dal punto di vista tecnologico, dal punto di vista dell’innovazione, dal punto di vista organizzativo, dal punto di vista economico-finanziario e soprattutto dal punto di vista culturale ed umano in senso generale.
Siamo di fronte a scenari tristi; a scenari che non promettono niente di buono per il futuro italiano, essendo gravemente ammalato di mediocrità.
Nel nostro paese si mortificano le intelligenze sempre più in una condizione di grave precarietà, per la cultura cenerentola, per la ricerca negata, per l’innovazione cancellata e soprattutto per i diritti dell’uomo, prima di tutto il diritto al lavoro ed alla libertà di pensiero, un’anomalia tutta italiana che è alla base di un paese che, purtroppo, vive sempre più alla giornata, inventandosi trucchi e trucchetti per la sopravvivenza di breve respiro.
Protagonisti di tanto e tale disastro italiano sono i baroni di sempre che, spogliandosi dei vecchi abiti vestono quelli nuovi per essere i “gattopardi” di una festa che non finisce mai complice il silenzio di quelle “voci del silenzio”, ormai inascoltate da umanità sempre più distratte ed indifferenti al proprio futuro.
Un futuro che richiede cambiamenti profondi; un futuro che vuole le persone giuste al posto giusto in un insieme progettuale che cancelli il niente dei politicanti di professione e diventi Progetto di vita della politica con radici nella cultura, nel sapere, nella conoscenza, nell’innovazione tecnologica, risorse di tanti cervelli italiani in giro per il mondo ma che, purtroppo e sempre più, sono assolutamente indifferenti ai politicanti italiani del nostro tempo che hanno una visione egoistica e limitata del loro fare politica aventi a riferimento se stessi e non gli altri.
Che fare per salvare l’Italia, facendola uscire da una crisi profonda ed aggressiva da cui proprio non ci si può salvare? Io sono ottimisticamente positivo.
Credo sia possibile salvare l’Italia, liberandola da una zavorra dei non-saperi diffusi che diventano, tra l’altro, la prima ed opprimente causa della non-libertà.
Il mio Progetto Italia dal mondo nuovo e dal futuro possibile, in quanto rinnovato basato prima di tutto sulla rigenerazione antropica, vuole il giusto posto per i cervelli italiani; per i cervelli di tutte le discipline, con al primo posto i saperi antropico-culturali, educativi, formativi, sociologici, delle scienze dell’uomo e della natura, dell’innovazione e dell’organizzazione funzionale alla produzione di risorse e della ricchezza, utile al bene comune.
Da maltrattati di una malasocietà italiana che a passi spediti va verso il disastro finale, abbiamo il diritto-dovere di riprenderci la libertà di un’umanità nuova, liberandoci dagli ometti di una politica inconcludente e costruendo insieme, così come ci suggerisce il sociologo Domenico De Masi, un Modello di Società che ora non ha il nostro Paese, per cui si è affidato perdendosi, nelle mani di inaffidabili, con caratteristiche di mediocrità diffusa per il basso possesso di saperi e conoscenza.
Il male fatto all’Italia è, purtroppo, un male enorme; per tentare un’inversione di tendenza al disastro Italia, bisogna sgomberare il campo, riducendo il più possibile, il peso invadente di una presenza mediocre fortemente scomoda che tanto, tanto male, ha fatto all’Italia.
Povera Italia nostra! Siamo con te; siamo al tuo fianco, pronti a farti rinascere!
Per una rigenerazione italiana, per una rinascita dell’uomo italiano, bisogna partire dal sapere; bisogna promuovere la conoscenza; bisogna ridurre i danni di un apparire fondato tutto sull’avere, con indifferenza assoluta per l’essere.
In primo piano, alla base di questo progetto della nuova Italia c’è il sapere, la conoscenza; c’è la scuola da cambiare radicalmente per così poi cambiare l’Italia, facendola rinascere, attraverso un nuovo e tanto atteso Risorgimento italiano con base illuministiche di un sapere antropologicamente profondo ed attento all’uomo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BLOG di Giuseppe Lembo - La pagina corrente è autogestita

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.