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INNOVARE, PRODUCENDO IDEE, PER NON MORIRE. L’EUROPA INVECCHIATA

📅 lunedì 16 febbraio 2015 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

L’Europa soffre di vecchiaia; di una vecchiaia che va, sempre più compromettendo, anche la capacità di produrre idee e di innovare per un futuro diverso.
In Europa, con grave danno per tutti, a farla da padrone è ancora un vecchio capitalismo legato all’eredità dei patrimoni.
Si tratta di un sistema assolutamente vecchio e superato che non può dare niente, ma proprio niente, al futuro dei popoli d’Europa.
Occorre cambiare; occorre mettere in movimento genialmente le idee.
Innovare, produrre idee nuove, è quanto è riuscito a fare in Francia il quarantasettenne Xavier Niel con la Scuola 42.

Prima di questa fortunata impresa-invenzione, a 19 anni aveva fondato la sua prima impresa di comunicazione, Minitel, seguita nel 1995 dal primo internet provider di Francia e poi della telefonia e dell’editoria.
Grazie alla sua capacità di invenzione, con l’idea di Scuola 42, Xavier Niel, riesce a diventare l’uomo più ricco di Francia.
Una Scuola che non ha precedenti; per come è stata ideata e realizzata, è veramente unica.
Il suo successo è quello di saper formare al meglio i programmatori, in un contesto assolutamente libero, senza il condizionamento asfissiante del clima totalizzante da campus californiano.
Chi la frequenta (sono oggi mille) dopo una prima selezione attraverso dei giochi on-line, riceve gli strumenti necessari per fare l’importante mestiere della programmazione informatica.
Il percorso formativo offerto a chi la frequenta passa attraverso l’ideazione di progetti con un successivo stage in azienda.
In un anno di presenza nella Scuola 42, i ragazzi hanno acquisito conoscenze e saperi utili, equivalenti a chi ha alle spalle molti anni di studi.
I pilastri fondanti sono soprattutto quelli di insegnare un metodo di approccio alle conoscenze ed ai saperi.
Niente insegnamento di nozioni e/o di saperi formali; al centro dell’insegnamento c’è il metodo; il metodo che prima di tutto, ha l’importante obiettivo di costruire il senso di fiducia in se stessi; si insegna, altresì, l’importanza a collaborare con gli altri.
Tutto il lavoro, è fatto di un percorso di insieme; per questo, bisogna sempre trovare qualcuno con cui poter lavorare; non c’è assolutamente spazio per la solitudine del fare.
Alla base del modello della Scuola 42 c’è, tra l’altro, il senso della libertà e delle forti motivazioni personali.
Il profilo prevalente degli allievi della Scuola 42 è quello di chi ha spirito di iniziativa al fare creativo; è quello di chi ha la capacità creativa di tradurre le proprie idee in progettualità ed in azioni del fare.
Stranamente a frequentarla sono sempre più spesso i reduci da precedenti fallimenti scolastici; sono, soprattutto, persone che hanno deciso di prendersi autonomamente carico di se stesse e di riuscire nella vita a dimostrare di valere, in virtù e grazie al solo proprio impegno; grazie ai propri sforzi e così sfidare l’impossibile che diventa possibile e quindi la parte migliore di se stessi, come percorso intelligente, per una vita da protagonista. Tanto e molto positivamente, succede in Francia.
E da noi? Non siamo forse ancora fermi ad un modello di vecchio capitalismo; un modello, assolutamente poco innovativo, con conseguenze drammatiche per le tante saracinesche abbassate da superare, sfidando l’impossibile? Da superare innovando.
È necessario da noi in Italia, mettere le idee in movimento; è necessario creare situazioni nuove; è necessario, per non mettere la parola fine al futuro del nostro Paese, innovare, innovare, innovare; innovare, creando.
Per questo obiettivo è necessario mettere da parte i percorsi sempre meno opportuni di un sapere scolastico trasmesso; è necessario pensare ad esperienze formative del tipo francese della Scuola 42.
Nell’innovare, per fare crescere l’Italia e determinare concretamente un nuovo corso, aperto alla speranza di un mondo nuovo, occorre costruire, prima di tutto, nuovi percorsi formativi ed educativi.
Tanto, per attivare virtualmente quei meccanismi di un sapere creativo, purtroppo, assente dal pianeta della scuola italiana, una scuola ormai vecchia come il nostro capitalismo legato all’eredità dei patrimoni.
Una scuola che non ama il sapere e tra l’altro, in grave crisi anche nei suoi percorsi umanistici e del pensiero con al centro l’uomo, in quanto assolutamente priva di un’anima vivificatrice e di quella necessaria innovazione di linguaggio, di metodo e di adeguamento ai contenuti dei tempi del cambiamento possibile.
Tra l’altro, il nostro sistema educativo e formativo, sul piano antropologico-culturale, deve necessariamente creare i presupposti per capire i tempi nuovi con alla base le grandi sfide del terzo millennio, un’età che, prima di tutto, deve saper agire con forza e determinazione contro le barbarie del nostro tempo; una grande sfida che vinceremo solo se sapremo essere intelligentemente attivi portatori di saperi e di conoscenze, costruendo, passo dopo passo, un percorso di civiltà dell’uomo, contro tutte le barbarie, il frutto di un grave e profondo oscurantismo per la forte crisi di quelle conoscenze e di quei saperi, senza i quali non ci può essere alcuna attenzione per la civiltà umana e per le certezze del suo cammino di civiltà.
La Francia, nonostante le sue non poche difficoltà del momento, riesce comunque a fare delle cose importanti e necessarie per cambiare e per aiutare gli altri a cambiare, al fine di cambiare il mondo.
E l’Italia? E l’Europa? Se non si cambia nel nostro Paese e se non si cambia, tutti insieme in Europa, saremo sempre più delle realtà inermi senz’anima e senza futuro; saremo l’espressione mummificata di un mondo bloccato, lasciando per questo, in eredità a quelli che verranno, il triste patrimonio fatto di un solo futuro negato; tanto, per mancanza di percorsi di vita nuovi e funzionali al cambiamento ed allo sviluppo, partendo proprio dalla Scuola, insostituibile palestra di saperi e di conoscenza.
Quello francese di Scuola 42 è un modello esportabile? Sicuramente si, sempre che, chi lo voglia fare proprio, abbia la giusta attenzione per la creatività individuale e di insieme, per l’innovazione e per quel fare innovativo e creativo, utile percorso del saper guardare avanti, avendo a modello quelli che hanno già saggiamente costruito percorsi umani e sociali utili al futuro; quelli che hanno saputo trasformare il sapere e la conoscenza in un fare applicato, utile a costruire mondi nuovi, tali da garantire la qualità della vita, pensando ad un modello di vita, con al primo posto la dignità degli uomini della Terra ed un insieme di libertà umane capaci di vivere in pace, costruendo un futuro di pace, con protagonista intelligente l’uomo di pace per un saggio rapporto uomo-uomo ed uomo-natura, un rapporto, che oggi, è, purtroppo, gravemente ammalato di uomo che agisce, facendosi male e facendo male al futuro, sempre meno possibile per le nuove generazioni, vittime del nostro presente idiota, pensato soprattutto e prima di tutto, per fare male all’uomo sempre più mondializzato nel futuro di una Terra-Stato.

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