L’ITALIA DAL FUTURO NEGATO E’ UN’ITALIA SENZA FIGLI
di Giuseppe Lembo | BlogSono tanti e gravi i mali di cui soffre il nostro Paese; sono mali, sempre più da futuro negato.
Sono mali che, come non mai prima, hanno la loro ragione d’essere, prima di tutto negli italiani; al primo posto dei mali di Italia c’è proprio l’uomo, bravo a crearsi i mali, senza poi sapere come risolverli; senza poi sapere come uscirne e riprendere quel percorso umanamente virtuoso senza il quale non c’è futuro; senza il quale, ogni realtà umana, è inevitabilmente dal futuro negato.
Quale futuro può mai essere possibile per questo nostro Paese gravemente ammalato di futuro, un vero e proprio cappio al collo che non ci permette assolutamente di essere un Paese normale? Questi ed altri gravi mali, fortemente antropici, portano l’Italia ad essere un Paese sempre più dal futuro negato.
Si può ancora salvare questo nostro malcapitato Paese? Nonostante tutto, voglio spendermi nell’ottimismo della ragione dicendo di si; tanto, sempre che si sappia avere la giusta considerazione per il capitale umano; sempre che ci sia una volontà comune di andare oltre le gravi odierne difficoltà alla base dell’Italia negata.
Per un’Italia veramente nuova, come comune atto di fede da parte di tutti gli italiani, ci deve essere la capacità-volontà di innovare il Paese, pensando insieme ad un Progetto italiano fondato positivamente e prima di tutto sulla qualità della vita degli italiani; fondato positivamente sulla fede italiana di un futuro possibile, cancellando quel futuro negato che tanto male fa all’insieme italiano, un insieme a cui costa non poca fatica manifestarsi fiduciosi e convinti che è ancora possibile vincere la sfida, dando all’Italia ed agli italiani quella speranza di futuro che oggi non hanno e che negativamente si riflette nella comune volontà di negarsi al futuro, negandosi, prima di tutto, la condizione di protagonisti del proprio futuro attraverso le nascite dei propri figli.
La popolazione italiana, nel 2014, ha raggiunto il livello più basso di natalità degli ultimi 150 anni; dall’Unità d’Italia, al 2014, non si era mai registrato un tasso di natalità così basso.
Nel 2014, in un anno, le nascite sono state solo 509 mila; 5 mila in meno rispetto al 2013.
Perché tanta indifferenza italiana nei confronti del futuro? Perché questo grave rifiuto di mettere al mondo dei figli, come naturale continuità del futuro che, così facendo, diventa in assoluto, un vero e proprio futuro negato?
Le crescenti e gravi difficoltà dei giovani in età di mettere al mondo dei figli, fanno scegliere la strada sbagliata e senza futuro, delle culle vuote.
Bisogna agire e reagire; bisogna uscire da un incubo che, di questo passo, ci porta all’inevitabile declino senz’appello di un’Italia dal futuro sempre più negato.
Occorre ridare al mondo giovanile quella fiducia nel futuro che ormai non c’è. Occorre promuovere con i fatti un incoraggiamento demografico, abbassando, tra l’altro, l’età media del primo parto oggi a ben 31,5 anni.
Particolarmente allarmato di questa non piacevole situazione italiana, è il Ministro della salute Beatrice Lorenzin che ha promesso una campagna per promuovere la natalità e proteggere la fertilità.
Per il Ministro, così come si evince dai dati ISTAT, il saldo nati/morti è ormai negativo; le persone che muoiono sono sempre meno sostituite dai nuovi nati; è il brutto inizio della grave crisi del futuro italiano.
Si abbassa, contestualmente alle nascite, il tasso di natalità delle donne italiane; dall’1,46 del 2010 siamo scesi all’1,58.
L’Italia, povera Italia nostra, va indietro, ma molto, molto indietro nelle nascite.
È grave per il nostro Paese che nascano meno bambini e nascano da mamme sempre più avanti nell’età. Con le culle vuote inevitabilmente cresce l’invecchiamento della popolazione.
È questa una inevitabile e grave conseguenza delle mancate nascite in quest’Italia senza figli dove è, tra l’altro, acclarato e sempre più in crescita il processo di invecchiamento della popolazione con indici da allarme rosso; gli oltre sessantacinquenni d’Italia sono quasi il doppio dei ragazzi fino a 14 anni di età.
In termini percentuali, i ragazzi fino a 14 anni rappresentano il 13,8% della popolazione, mentre le persone sopra i 65 anni sono ben oltre il 21,7%.
In questi scenari tristi da futuro negato, l’Italia ha inevitabilmente il destino segnato; lentamente è destinata a morire.
Perché gli italiani rinunziano sempre più ai figli? Tanto, è in funzione di una serie di fattori complessi; tanto, è soprattutto per l’incertezza diffusa di un futuro possibile, dai più considerato, futuro negato.
I nostri giovani hanno paura; hanno maledettamente paura di ciò che c’è dietro l’angolo; di ciò che riserva alle nuove generazioni, un futuro senza certezze.
Siamo di fronte a scenari disumanamente tristi. Nel nostro Paese, i figli sono rifiutati per quel futuro incerto se non del tutto negato che suscita nei giovani atteggiamenti di forte preoccupazione ad un punto tale da cancellare il comune sentire dell’attesa come qualcosa di assolutamente naturale; come, un vero e proprio atto dovuto del presente nei confronti del futuro, dove i figli rappresentano la naturale continuità del vivere umano; un legame tra una generazione e l’altra..
Tutto questo è sempre più parte di noi; è sempre più egoisticamente parte di noi che concentriamo tutto e solo su noi stessi; su un noi stessi confusamente attenti ad una sempre più crescente aspettativa della vita, con le donne ad 84,9 e gli uomini a 80,2.
Forse che si pensa follemente ad una inesistente immortalità, per effetto della quale, ciascuno si considera bastevole e forse anche insostituibile per il futuro del mondo?
Se tanto è, siamo al massimo della pazzia umana; siamo ad un’autocelebrazione di noi stessi che non può risolversi se non con la totale distruzione di queste attese del niente, assolutamente fuori dalla realtà umana.
Questo è il bel risultato delle tante “pierinate italiane”.
Ma chi crede all’Italia del tutto va bene? Come è mai possibile cambiare le carte in tavola, tentando di far credere agli italiani sempre meno creduloni che tutto va bene e che l’Italia è un Paese assolutamente normale? Magari! Ma, così non è!
Ad avere consapevolezza dei mali d’Italia sono gli italiani e prima di tutto il mondo giovane che si vede criminalmente scippato del proprio futuro ad un punto tale da rifiutarsi di pensare che, dopo di sé stessi, ci possa essere una possibilità di futuro anche per gli altri; anche per i propri figli che, così rifiutati, diventano dei figli mai nati.
Per la grave crisi delle nascite, siamo, nel nostro Paese, in condizioni da allarme rosso.
Almeno di fronte ad una evidenza così drammatica di una crisi mai vissuta con tanta virulenza dal capitale umano italiano, la prima grande risorsa per il futuro italiano, occorre il buon senso di riflettere attentamente.
Niente pierinate! Con le nascite italiane, con la popolazione degli ultrasessantacinquenni superiore a quella compresa nella fascia di età 0-14 anni, siamo ad una grave situazione italiana; c’è veramente da preoccuparsi e non poco.
Gli uomini, come ci ha ricordato Papa Francesco, sono custodi e non padroni della Terra.
Chi ci governa deve fermarsi a riflettere e cercare il da farsi per evitare di negare, in modo incontrovertibile, l’Italia al futuro possibile, consegnandola di diritto a quelli che verranno.
Il disordine italiano è senza limiti; occorre, affinché l’Italia, diventi un Paese assolutamente normale, mettere ordine al disordine, creando per i nostri figli quel clima di fiducia di cui hanno bisogno, per sentirsi protagonisti di futuro e padri responsabili di quei figli che devono nascere per dare continuità di vita al nostro Paese che nel 2014, ha avuto dall’Unità d’Italia ad oggi, il più basso numero di nascite.
È un vero e proprio attentato al futuro italiano che va cancellato, appellandosi concretamente e senza false promesse, a quel futuro possibile, un diritto-dovere, da costruire saggiamente insieme, come Progetto italiano di noi padri e dei nostri figli-padri non più negati alle nascite di nuove vite.
Non sono i gufi indigesti, cari governanti i responsabili dei mali italiani. Se così fosse, tutto si potrebbe risolvere senza alcun problema. Purtroppo, non è così.
L’Italia è gravemente ammalata; l’Italia delle tante verità scomode, come aria, acqua e terra sempre più avvelenata, è profondamente vittima di un fatalismo che ha colpito tra l’altro il suo immaginario collettivo, ad un punto tale da cancellare anche l’indignazione e la dignità della persona, un valore italiano, voluto dai padri costituenti che lo pensarono come principio costituzionale del futuro italiano; tanto, con la certezza di trasmetterlo da una generazione all’altra nel pieno rispetto della dignità della persona da garantire anche nella continuità da una generazione all’altra, una continuità che la nostra cattiva storia di oggi, facendo male al futuro, vuole inopportunamente cancellare, cancellando il diritto italiano alla vita in un futuro non più possibile, ma disumanamente negato. (foto dal web settimanesociali.it)
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