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IL DISAGIO ITALIANO L’ANGLOMANIA, E’ IL SIMBOLO CRESCENTE DEL PROVINCIALISMO ITALIANO

📅 mercoledì 24 giugno 2015 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

L’Italia, purtroppo, è messa proprio male.
Crescente è la sua sofferenza non tanto e solo economica, quanto anche e soprattutto, sul piano antropico e culturale.
È un Paese ormai alla deriva che non riesce più ad avere autostima di se.
È un Paese dove è sempre meno diffuso il confronto umano e delle idee necessarie per costruire insieme percorsi di un futuro possibile.
È un Paese in solitudine che non cerca l’altro per dialogare, per confrontarsi, per produrre e condividere idee e quindi progettare insieme il futuro.

È un Paese dove di veramente reale c’è il solo mondo virtuale del web con tutto un patrimonio (si fa per dire patrimonio) crescente di idiozie di gente che è sempre più indifferente a tutto; di gente cialtrona che prova gusto solo ad apparire ed al solo dire a se stessi “in questo mondo ci sono anch’io”.
Tanto è l’espressione crescente e sempre più diffusa di un’italianità del nulla che purtroppo fa male, tanto male a quell’Italia che non fa misteri, né nasconde i suoi limiti di Paese sempre più avvitato su se stesso ed assolutamente incapace di programmarsi il proprio futuro, un dovere da compiere nei confronti delle generazioni che verranno e che non possono e non devono essere penalizzate dalla nostra insipienza, amara protagonista di un presente da “tradimento italiano”.
Il primo grave male italiano è la sua profonda e diffusa crisi di cultura; è l’indifferenza per la conoscenza ed i saperi che interessano sempre meno gli italiani, riducendo così le proprie capacità di rapportarsi agli “altri” del mondo, attivamente impegnati nel proprio necessario protagonismo di uomini della Terra, in una competizione globale di scenari umani sempre più mondializzati, con le diversità-ricchezza che non devono essere cancellate per evitare sulla scena del mondo il grave danno del “tutto e tutti uguali”, senza i riferimenti forti della propria appartenenza.
E così, tornando all’Italia, c’è, purtroppo, da mettere il dito sulla piaga delle sue tante e diffuse sofferenze che sono, prima di tutto, sofferenze dovute ad un profondo malessere antropico.
L’Italia si è ormai votata convintamente all’apparire; l’apparire è una condizione italiana che si è impossessata delle coscienze italiane danneggiandole ad un punto tale da renderle ammalate di italianità.
Che disastro italiano!
Il nostro Paese è entrato nel Terzo Millennio in condizioni per niente buone; è veramente grave il disagio italiano.
Il nostro Paese non ha più autostima di sé; tanto, ad un punto tale da rinnegare sempre più la propria lingua, preferendo in alternativa, per forte anglomania, la lingua inglese.
È questo, con tanti altri, il simbolo del crescente provincialismo italiano.
Di recente in un bando pubblico a Roma per la scelta del nuovo amministratore delegato dell’Auditorium, a conferma dei limiti italiani del ceto dirigente e politico, nei requisiti di ammissione veniva richiesta una ottima conoscenza della lingua inglese ed una semplice conoscenza di base dell’italiano.
Esempi come questi dove appare il senso di un’anglomania dominante, in Italia ce ne sono veramente tanti; riguardano, tra l’altro, anche il mondo del sapere italiano, non escluse le Università, dove non si fa mistero, di una forte simpatia linguistica esterofila, soprattutto, per l’inglese, sempre più lingua ufficialmente diffusa anche in casa nostra.
L’Italia per sembrare evoluta, ma nei suoi comportamenti di fatto fortemente provinciale, va privilegiando sempre più l’inglese, a danno dell’italiano.
Siamo ad un provincialismo che ha in sé situazioni ridicole; situazioni che si ripetono (dalla scelta del nuovo logo della capitale Rome e you al VeryBello! lanciato dal ministro Franceschini) per effetto di quel poco opportuno gusto anglofono o esterofilo in genere, in tante salse italiane, sempre più inopportunamente contaminanti il vero italiano.
Come si fa a non capire che, se si viene in Italia è perché si è attratti dal fascino italiano e da quei tanti tesori italiani che possiede il nostro Paese nella rete museale, nelle sue città d’arte, nei suoi percorsi di testimonianze e di saperi, nelle sue suggestive bellezze naturali e paesaggistiche, nel fascino del made in Italy e della sua salutistica enogastronomia?
Purtroppo, c’è da convincersi che chi deve capire e saggiamente decidere, proprio non riesce capire e tanto meno a decidere saggiamente!
Le conseguenze di questo nanismo imperante, dovuto, tra l’altro, ad un grave vuoto di cultura ed in particolare di cultura italiana sono gravi; grave è il danno dell’immagine italiana per una vocazione esterofila anche linguistica che assolutamente non giova al nostro paese; un Paese che non ha bisogno di mode esterofile e/o di una lingua non sua, per dimostrare al mondo, di essere in sé, un grande ed insostituibile PATRIMONIO MATERIALE ED IMMATERIALE DELL’UMANITA’.
È questo e solo questo che fa veramente grande nel mondo la nostra Italia dalle mille bellezze, dalle tante passate testimonianze, dai suoi saperi antichi e da un mondo magicamente mitico che rendono il nostro Paese, un Paese unico al mondo, anche e soprattutto sul suo territorio, parlando la sua lingua e non altre lingue esterofile per comunicare con gli altri, saperi e conoscenza utili ad un mondo nuovo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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