TERZO MILLENNIO IN CAMMINO. L’UOMO CITTADINO DEL MONDO
NELLA CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI, LA CENTRALITA' DELL’UOMO
di Giuseppe Lembo | BlogAl centro del progetto di un mondo universalmente nuovo, c’è l’uomo; ci deve essere assolutamente e fortemente l’uomo-cittadino del mondo.
Che fa oggi l’Italia, che fa soprattutto l’Europa che si era avviata su questa strada? Come risponderanno i singoli Paesi facenti parte di un nuovo modo di essere cittadini d’Europa e del mondo? Purtroppo crescono gli egoismi; crescono le differenze che dividono gli “uni” dagli “altri”.
Che sta facendo il Mezzogiorno d’Italia, dove purtroppo, ancora mancano i “saggi” presupposti di una società moderna in cammino, rispettosa dell’UOMO e capace di organizzarsi pensando alla centralità del cittadino?
Purtroppo e sempre più, con grave danno per tutti, mancano quegli atteggiamenti virtuosi ed eticamente corretti che dovranno un giorno, a pieno titolo, rappresentare il modo nuovo di essere cittadini attivi sul proprio territorio, nel proprio Paese, in Europa e/o nel mondo, avendo una visione sempre più globale della vita, dal particolare all’universale, basata essenzialmente sull’uomo.
Nel futuro economico, sociale e civile, le vie dello sviluppo possibile, devono portare alla centralità dell’uomo.
A nessuno dei portatori privilegiati di soli e forti egoismi umani, interessa la vita degli ultimi della Terra; dei tanti uomini dai diritti universali negati.
Questo deve assolutamente finire! A questa indifferenza bisogna saper dire basta! Tanto con un fare da umanità nuova; tanto, appellandosi alla carta dei diritti umani (diritti previsti per tutti), è assolutamente necessario che ciascuno abbia ciò che gli spetta e che così finiscano la negazione ed il rifiuto, dovuti a scorretti e disumani comportamenti di prevaricazione sull’altro ed al principio del più forte che tutto può, sul più debole che deve subire la legge dei più forti (intesa come vera e propria legge del taglione).
Siamo finalmente a nuovi scenari globali; siamo fortunatamente al necessario tentativo di dare vita ad una società-mondo che è di tutti e nella quale tutti devono sentirsi cittadini attivi; tutti devono contribuire per organizzarla in una visione di totale inclusione umana, eliminando le volontà egoisticamente escludenti che, purtroppo, ancora condizionano il cammino dell’umanità, promuovendo e favorendo, la violenza a danno della non violenza, la guerra a danno della pace, l’odio a danno dell’amore, il rifiuto e l’esclusione a danno dell’inclusione e dell’integrazione, la morte a danno della vita, il sottosviluppo a danno dello sviluppo, l’ingiustizia a danno della giustizia, l’inumanità a danno dell’umanità, la sofferenza umana individuale e di insieme a danno di una vita da godere, l’ignoranza a danno del sapere, la disinformazione a danno dell’informazione autenticamente al servizio della persona, attraverso la buona ed autentica comunicazione.
Il cammino umano negli scenari globali vuole un andamento equilibrato ed armonico per l’uomo della Terra, senza marcarne violentemente le differenze che spesso trovano le loro radici e la loro appartenenza nel profondo degli egoismi umani.
I nuovi scenari del mondo, vogliono un’umanità assolutamente nuova; vogliono un’umanità capace di avere comportamenti eticamente funzionali alla dignità dell’uomo in quanto “è”.
Tutti sono chiamati, da attivi protagonisti, a costruire questa prospettiva di un mondo nuovo; di un mondo sempre più necessario per salvare l’uomo e la natura, ridotta purtroppo, per colpa di un forte e diffuso nanismo umano e culturale ad una “pattumiera maleodorante”. Per salvare la Terra e quindi l’Uomo, al più presto, il tutto va rimesso in sesto, equilibrandone i rapporti; tanto, è necessario se non si vuole, per assoluta e suicida irresponsabilità umana, la fine della Terra, con l’inevitabile morte dell’Uomo che la abita in modo sempre più indegno ed offensivo, in un ambiente in grave sofferenza umana.
Al primo posto dei diritti universali dell’uomo, ieri come oggi, c’è il diritto alla vita.
È anche in assoluto, il primo problema etico, da considerare universalmente condiviso.
Il diritto alla vita è il diritto dei diritti; di fronte alla vita, tutti hanno il diritto di viverla dignitosamente e nel rispetto dell’altro.
Il diritto alla vita, soprattutto per quanti (e sono tanti), dopo essere nati vengono abbandonati a se stessi, è da considerare anche il diritto a non nascere, se trattasi di persone poi destinate a morire.
Questa è l’inumana sorte di quel miliardo di uomini che viene al mondo per poi morire di fame.
Per questa parte di umanità, che di fatto viene al mondo per poi essere abbandonata al tragico destino di morte, che significato può mai avere l’inumano diritto alla vita? Qual’è l’etica che lo sostiene e lo rende condivisibile?
Il diritto alla vita di ciascun uomo della Terra, deve essere, prima di tutto, realmente espressione del diritto alla vita e secondariamente espressione di una vita dignitosa.
Non avrebbe alcun senso se si pensasse ad un diritto alla vita a tutti i costi; di fatto sarebbe un non diritto e come tale andrebbe bandito dall’etica condivisa a base del vivere insieme in questo mondo sempre più globale, in cui l’insieme sociale deve essere sempre più necessariamente coeso; è purtroppo, egoisticamente contraddittorio, con la prevalenza della forza sulla ragione, del male sul bene, dell’egoismo del sè sul dovere il proprio rispetto per la vita degli altri.
La vita è un dono; è un grande dono, se vale la pena di viverla; ma se è un calvario, un inferno sulla Terra, fatto di sofferenze e di dolori, allora di che dono si tratta?
Chi è costretto a vivere il suo inferno sulla Terra, può maledire il giorno in cui è venuto al mondo, trattandosi di un mondo infame per il prevalere dell’odio sull’amore,del male sul bene, dell’egoismo sul fare solidale per gli altri.
Il mondo è ad un bivio; per evitarne la fine, è necessario che l’uomo impari a rispettare i suoi simili e la natura; è necessario ricercare da ambasciatore e testimone di PACE, la Pace per il mondo.
Per realizzare le speranze e vincere le sfide, in risposta alle gravi tensioni, alle inquietudini, alle tempeste che minacciano l’uomo e la natura, occorre una forte morale condivisa; occorre una morale che deve sapere andare oltre il moralismo e l’etica delle sole false coscienze.
Occorre il dialogo con la gente; occorre il confronto umano ed una vicinanza di insieme senza fanatismi; occorre saper illudere ed illudersi che è possibile costruire un mondo migliore e capace di capire il dramma di quella numerosa frontiera della fame, sempre più affollata da poveri che muoiono per la mancanza di cibo, mentre altri uomini in altre parti della Terra, muoiono per eccesso di cibo e di peso corporeo.
La fame è un problema globale; è il primo grave problema che sulla Terra-Stato, la società-mondo deve urgentemente affrontare e risolvere.
Non c’è soluzione alla crisi economica se non ci sarà una diffusa solidarietà umana per tutta la gente della società-mondo tale da riuscire a superare l’insicurezza alimentare ed a vincere nel mondo la fame che ancora disumanamente uccide, creando condizioni diffuse e crescenti di un “olocausto” che non finirà mai di martirizzare l’uomo della Terra.
È una necessità-virtù che giova sia al mondo dei ricchi che al mondo dei poveri; è un atto dovuto in risposta a quella carta dei diritti universali che pone il cibo e l’acqua come risorse per la vita dell’uomo; come risorsa-diritto per la vita di tutti gli uomini che abitano la Terra.
Il cibo è una merce come le altre; diventa merce proibita per quel mondo della povertà che non ha risorse da spendere,per cui è costretto a morire di fame, per colpa dei tanti “boia” che indifferenti eseguono le loro atroci condanne a morte, facendo morire da indifferenti i propri simili.
Basta! Il calvario dell’umanità per i poveri della Terra è stato ed è purtroppo ancora lungo e doloroso.
Basta con un olocausto infame, per effetto del quale a morire sono sempre i poveri cristi; gli ultimi della Terra che, a viva voce, rivendicano la resurrezione ad una nuova e più umana vita terrena.
Conviene a tutti cambiare le regole di questo mondo infame.
In futuro è importante la buona volontà dei SAGGI della Terra; fame e carestie faranno atrocemente aumentare i conflitti sul pianeta Terra che ha bisogno unicamente e prima di tutto, di Pace e di una solidale convivenza di tutti i popoli che devono imparare a vivere insieme nella società-mondo, rispettandosi ed aiutandosi a non morire ed a migliorare le condizioni della vita, per poi raggiungere l’obiettivo di una vita di qualità, la sintesi intelligente di un “saggio” vivere umano, il frutto di un forte e saggio equilibrio nei rapporti uomo/uomo ed uomo natura.







