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AMARO FUTURO ITALIANO. AVRA’ SULLA SUA STRADA LA CRESCITA DELLA “DECRESCITA INFELICE”

📅 martedì 1 marzo 2016 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Finalmente, se questo era l’obiettivo presente e futuro da raggiungere, la sinistra italiana di governo, ci sta arrivando a passi veloci.
Aveva proprio ragione Indro Montanelli che il fare sinistro della sinistra italiana ha avuto sempre, l’atteso risultato dell’impoverimento dei già poveri.
Altro che proletariato da far crescere, annullandone le distanze con chi più ha.
Un sogno questo, oggi più che mai, assolutamente cancellato; un sogno questo, per altro, più berlusconiano che di questa confusa, quanto inutile, inopportuna e pericolosa forza prevalente di governo del Paese, in una con una fetta di potere cattolico che pensa solo ed unicamente al proprio tornaconto politico, ormai al tramonto e sempre più allontanato dall’Italia che non cresce e che non si fa assolutamente niente per farla tornare a crescere.
Tutto è fermo; tutto è in un pantano che non permette agli italiani di agire positivamente, pensando al futuro.

Quel clima delle attese umanamente possibili, non solo per il presente, ma anche per il futuro, ormai senza prospettive da futuro possibile, in un sofferto presente che prova solo a sopravvivere, cercandosi di delocalizzarsi altrove non solo fisicamente, ma soprattutto con le proprie attività produttive ed andandosene amareggiato e con il cuore triste dal proprio Paese, lanciando contro l’Italia orma sedotta ed abbandonata, il triste anatema “Addio, pessima Italia”. Che tristezza!
Nessun italiano è stato mai deluso dal gridare con triste rabbia dentro, il suo amaro ed ostinato rancore, andandosene a vivere altrove, in Paesi più umanamente possibili, per così tentare di riprendersi nelle proprie mani un futuro possibile, in Italia, purtroppo disumanamente negato.
Un’attenta considerazione antropologica è da riservare agli italiani delusi; a tutti gli italiani oggi costretti a “scappare” dall’Italia per gravi difficoltà di sopravvivenza; tanto, con una grande sofferenza nel cuore ed una profonda amarezza per quel nanismo del fare italiano che ci regala giorno dopo giorno, un Paese dal futuro sempre più negato.
Un Paese senz’anima, fortemente debilitato e senza le necessarie capacità umane di agire e reagire, prima di tutto, per il bene italiano; per il bene italiano, oggi sempre più negato e con gravi tradimenti che fanno gridare a chi se ne va, quel disumano “addio, pessima Italia”; un addio sofferto mai sentito prima neanche sulla bocca degli emigranti oltreoceano nelle Americhe che, con l’Italia nel cuore, non sentendosi nonostante tutto traditi, hanno sempre espresso il proprio orgoglio di italiani nel mondo, gridando sempre a squarciagola “Cara Italia”.
Siamo ad una vera e propria mutazione genetica che va al di là, molto al di là di ogni triste previsione di cambiamento umano nella gente e tra la gente italiana, purtroppo, ridotta male, senza certezze di futuro e con gravi sofferenze per la propria condizione di uomini di questa nostra Terra, che va lanciando forti segnali anche fisico - geologici del suo inarrestabile declino.
Ma come e perché si è arrivato a tanto? Come e perché i palazzi del potere sono così distanti dal popolo italiano, con un popolo che soffre nell’indifferenza, che invecchia e di cui disumanamene, non si vede l’ora di liberarsene, riducendone così il peso pensionistico ed assistenziale, soprattutto nel campo della salute, sempre meno protetta, sempre meno garantita, nonostante sia parte dei diritti fondamentali della persona?
Mentre il disastro Italia procede con un fare aggressivamente veloce e malefico, c’è un clima diffuso di crescente indifferenza per il futuro italiano.
A ruota libera non si fanno le cose che il Paese, per riprendere a camminare, attende che vengano fatte.
Si pensa solo ed ostinatamente, da parte del pubblico italiano, a sagge (si fa per dire sagge!), azioni di “dismissioni”, sempre più dal futuro negato, con un privato, soprattutto il privato che produce incazzato più che mai, perché tradito e, proprio, non ce la fa più a campare in quest’Italia in cui aveva creduto tanto ed investendo, tutto di se stesso, aveva dato la sua grande fiducia per un futuro d’insieme italiano, utile all’Italia.
Purtroppo l’idillio Italia, l’idillio umano e sociale dell’Italia che produce, che vive nel benessere, migliorando i propri stili di vita, come per incanto scompare, cedendo il posto ad altri, ai tanti altri tristi scenari da default italiano.
È inutile nascondere i nostri mali; sono, purtroppo, mali gravi e diffusi.
Ci vorrebbe, quello che oggi purtroppo, non c’è in Italia. Ci vorrebbe la presenza rigenerante di statisti e di saggi e coraggiosi decisionisti - manager del sistema pubblico.
Tutto questo, purtroppo, non c’è. Abbiamo e sempre più, un diffuso clima sepolcrare che, con i vecchi d’Italia, attende di riceversi ed in fretta, anche le ceneri di un Paese che, per nanismo umano e politico, è ormai alla fine.
Mentre l’Italia muore e la gente non sa proprio cosa fare, perché non ha nessuna certezza di futuro, la governance italiana, con un fare a dir poco irresponsabile, si attarda in litigi di palazzo, con il sostegno di falsi imbonitori di un’informazione di regime, sempre più espressione della sola voce del padrone, per cui assolutamente non autentica e quindi indifferente alla gente, pensando solo confusamente di far credere che in Italia “tutto va bene”, tranne per i pochi “gufi renziani” che si divertono, senza una ragione, ad inventarsi i mali d’Italia. Magari fosse così!
Anche i gufi che amano, di un amore grande l’Italia, un Paese che non può morire e che deve essere rimesso e bene in piedi, dalla decisa volontà di tutti gli italiani, saggiamente felici di partecipare in coro a rappresentare un Italia diversa; un’Italia concretamente risorta con il contributo intelligente dell’intraprendenza italiana, che oggi, purtroppo, non c’è, perché non voluta o quanto meno non ricercata da chi governa sgovernando, nella sbagliata convinzione di avere in tasca, le soluzioni miracolistiche del nuovo italiano e di quello sviluppo sempre più negato che, il nostro Paese e gli italiani si attendono per non morire d’Italia. Occorre agire! Occorre agire e fare presto!
Il tempo a disposizione, interno ed esterno, è sempre meno. Occorre ricercare gli italiani giusti e metterli a lavorare, circondati da un solidale insieme italiano che sa fare il proprio dovere fino in fondo, come già in altre occasioni; tanto, per salvare l’Italia, il nostro Paese. Il Paese che deve tornare ad essere “Cara Italia” per tutti gli italiani, eliminando dagli animi turbati di tutti i tartassati d’Italia, quel senso di inopportuno “odio italiano”, il frutto proibito di un Paese unico, che ha tradito le attese italiane.
Caro Umberto Eco, mi appello al tuo saggio pensiero di grande italiano, per trovare la strada giusta e necessaria a restituire all’Italia, un giusto ed equilibrato rapporto tra gli apocalittici e gli integrati.
C’è bisogno per questo, io ne sono convinto, di cultura, di saperi, di conoscenza e di una comunicazione autentica che non sia più il teatrino delle sole ingannevoli, furbate italiane, pensate maldestramente, ma con il risultato certo che, non ingannano più nessuno; ma proprio nessuno degli italiani, perché nel nostro Paese, nonostante i suoi tanti mali, non ci sono “italiani fessi” che, i tanti “italiani furbi” pensano di poter dominare con l’inganno, con i tradimenti, come quelli che stiamo tristemente vivendo e che fanno inarrestabilmente, morire l’Italia.
L’Italia, per colpa dei tanti “italianuzzi” del momento, proprio non può e non deve morire.
L’Italia, nella saggia chiarezza per tutti, di un futuro assolutamente possibile, deve rinascere. Deve rinascere per il sempre più necessario bene italiano che si deve pensare insieme, pensando altrettanto insieme, al futuro italiano.
È una necessità di cui non si può fare a meno. Una necessità tutta italiana da costruire con l’attiva partecipazione di tutti gli italiani ed il rispetto umano assolutamente non discriminatorio, liberando e da subito il Paese dalle inopportune sacche di povertà umane e sociali e dalle altrettanto gravi condizioni diffuse dei privilegi, il frutto di un potere assordente, in nome e per conto del quale in questo nostro Paese anche l’illecito più negativo, come per miracolo, viene ripulito, diventando assolutamente pulito e lecito.
A questo fare italiano fortemente offensivo e denigratorio, bisogna saper dire basta; non possono esserci, più oltre nel nostro Paese, in nome di un potere disumanamente ingiusto e violento, apocalittici ed integrati; non possono esserci, da una parte i privilegiati di Stato, il frutto di un intreccio di potere politica-apparati e dall’altra onesti cittadini, i tartassati vigliaccamente traditi da chi ne riceve il libero e democratico consenso per poi essere abbandonati a se stessi in una fossa dei leoni, con la vita di tutti i giorni, per tanti e sempre più, dannata occasione di sofferenza e di morte; tanto, soprattutto, per i tanti deboli d’Italia; tanto, per quella fascia del disagio umano e sociale, sempre più abbandonata a se stessa, che maledice il giorno in cui è venuta al mondo.
È, assolutamente ora di svegliarsi; è assolutamente ora di alzare la voce ed in grande libertà dire basta a tutti gli abusi e soprusi subiti, rivendicando, da uomini liberi, tutti i diritti dovuti all’uomo per garantirne una vita umanamente dignitosa; per questo clima di nuova umanità, bisogna saper dire, facendosi opportunamente ascoltare, basta con i diritti negati.
Basta con l’abbandono umano e con quella disumana dimenticanza che sta mettendo a tacere nel mondo l’umanità del dialogo, necessario all’uomo della Terra ed al bisogno, come prima cosa, per il futuro del mondo, di un mondo di Pace, il frutto di una diffusa distensione umana e di un fare umano nel sacro rispetto degli altri; tanto, appellandosi al senso di una comune saggezza umana, con gli uomini della Terra meno soli e più attenti a vivere la propria vita insieme agli altri, preoccupandosi da protagonisti, dei gravi problemi che minacciano il pianeta Terra.
È sempre più necessario cambiare; cambiare comportamenti umani, riportando a saggezza, quello che oggi non è per niente saggio.
Non è per niente saggio pensare ad un’Italia violenta; bisogna ricercare, da ambasciatori di PACE, le sagge vie della PACE tra gli uomini, universalmente intesa.
Tanto, riducendo i pericoli insiti in Italia e nel mondo in una religione liberistica espressa a senso unico, attraverso un disumano fondamentalismo finanziario che sta riducendo in cenere l’Italia, sempre più dalle crescenti caratteristiche poco umane per il futuro italiano che hanno il solo obiettivo pubblico della “dismissione” e del privato, tradito da un carico assolutamente insostenibile di disumane tasse, della “delocalizzazione”.
Oltre al presente italiano è assolutamente necessario pensare al futuro italiano; un futuro minacciato oltre che dal terrorismo arabo, anche da un disumano fondamentalismo finanziario.
Ma c’è ancora altro e di più! C’è la grave minaccia del cambiamento climatico con un riscaldamento globale che potrebbe distruggere, non i tempi lontani, la nostra civiltà; c’è, tra l’altro, ma assolutamente non di poco conto, l’esplosione di crescenti egoismi nazionali e forti tensioni identitarie, sempre più indifferenti al mondo che soffre ed alle etnie in cammino per rivendicare il proprio diritto ad esistere, così come previsto, tra l’altro, oltre che nel diritto naturale di tutti gli uomini della Terra, anche nella Carta dei diritti che riguardano l’universalità degli uomini che oggi come e più del passato, muoiono nell’indifferenza, per fame e/o per malattie non diagnosticate e tanto meno curate.
Tutto questo produce, per i gravi mali d’Italia nel nostro Paese e per gli altrettanto gravi mali del mondo sulla Terra, una condizione umana di odio degli uni per gli altri; un odio disumano, il primo grave nemico dell’uomo della Terra che, così come cresce, non promette niente, ma proprio niente di buono nell’ammalato rapporto uomo-uomo, per un futuro possibile e per un altrettanto possibile mondo nuovo sulla Terra, purtroppo e sempre più, fortemente ammalata di uomo e che potrebbe essere guarita dai suoi tanti mali, se saggiamente resa umanamente vivibile, in un rapporto nuovo di TERRA-STATO, in una SOCIETÀ-MONDO.

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