È VERAMENTE SAGGIO L’UOMO CHE PIANTA ALBERI
“Piantare alberi ci danno due elementi più cruciali per la nostra esistenza: ossigeno e libri” (Whitney Brown)
di Giuseppe Lembo | BlogOggi scrivo del futuro del mondo, partendo dal pensiero, dall’ampia condivisione, di Whitney Brown.
Un pensiero veramente saggio per il messaggio al mondo; a quella parte del mondo che ancora si vuole preoccupare del futuro del mondo; un futuro sempre più negato per colpa di un sempre più grave e diffuso nanismo umano e culturale.
Brown suggerisce all’uomo poco saggio che vive da “indifferente” su questa nostra Terra, di preoccuparsi del suo futuro, piantando alberi; piantando alberi, un’importante risorsa per il futuro Uomo-Terra.
Sono assolutamente indispensabili al futuro; tanto, grazie all’ossigeno che ci regalano che è necessario alla vita dell’uomo ed alla produzione della carta che ci permette di pubblicare libri e così trasmettere conoscenza e saperi anche al futuro delle future generazioni.
Due risorse della vita e del pensiero umano senza le quali è assolutamente impossibile pensare al futuro del mondo.
L’uomo senza l’ossigeno non può vivere; altrettanto non può vivere l’uomo che non ha i libri, fonte di saperi e di conoscenza, assolutamente necessari al futuro del mondo che, non avendoli, andrebbe incontro ad una sua naturale fine; tanto, mancando le risorse dei saperi e della conoscenza che sono insostituibili anche nel futuro; che servono al futuro del mondo, per quella conoscenza vitale che è parte insostituibile della vita dell’uomo, oggi sulla Terra ed in un lontano futuro con i confini nell’universo, in quell’universo misterioso e sconosciuto che sarà la futura casa dell’uomo, non più con i piedi per Terra, ma nella dimensione universo-uomo-mondo.
Con gratitudine infinita ringrazio Brown che mi ha suggerito di scrivere questi miei pensieri aventi per interesse l’ossigeno per la vita fisica ed i libri per la vita della mente e forse anche per la vita dell’anima.
Purtroppo e con profonda preoccupazione e rammarico, sono oggi in tanti e sempre più, indifferenti ai saggi suggerimenti di Whitney Brown.
Piantare alberi è un dovere dell’uomo; è un egoistico dovere dell’uomo.
Un dovere che è sempre più, un diritto-dovere dell’uomo che vuole e deve saggiamente pensare al suo futuro, un futuro, purtroppo, ammalato di uomo, in quanto fortemente ammalato è il rapporto uomo-natura-Terra, un rapporto in grave sofferenza, con le radici nel sempre più ammalato rapporto uomo-uomo, in grave deficit di umanità e di saggezza, sconsideratamente abbandonata per cercare i falsi ed illusori beni di un apparire senza identità e senza saggezza.
Anche la conoscenza ed i saperi affidati al solo web non sempre producono dei buoni frutti; non li producono, in quanto proprio non possono, in quanto mancano di quel momento magico del sapere affidato ai libri e che solo i libri hanno la grande magia di trasmettere agli altri, in grande simbiosi con il futuro del mondo, tra l’altro, sempre più, legato prima di tutto, all’ossigeno della vita ed in modo assolutamente non secondario, ai libri con le radici negli alberi che Brown, saggiamente ed in modo allarmato, ci invita a piantare, per garantire all’uomo il futuro del mondo, con protagonista, l’uomo del mondo.
Oggi, purtroppo, l’uomo dell’ammalata Terra, è indifferente a tutto; è indifferente alla sua stessa confusa sopravvivenza.
Proprio non si preoccupa del suo futuro; proprio, non sa e non vuole preoccuparsi della sua stessa sopravvivenza.
Tanta diffusa indifferenza è, purtroppo, disumanamente distruttiva per l’uomo e quindi per il suo futuro.
Se non si pensa a piantare gli alberi, se non si pensa a proteggere le foreste, all’uomo mancherà l’ossigeno necessario a vivere ed a stampare libri e quindi diffondere i saperi e la conoscenza, conservandola e trasferendola da una generazione all’altra.
Non voglio essere ripetitivo ed insistere più di tanto sulla positività del saggio messaggio di Whitney Brown.
Merita, comunque, il massimo dell’attenzione e della considerazione umana, richiamando a riflettere soprattutto chi invece ha scelto di vivere la propria vita affidandosi ai soli miti di una irrealtà virtuale che non porta da nessuna parte e che, purtroppo, così come si propone e si impone all’uomo del mondo è carica di negatività umane, sempre più distruttive, per l’uomo della Terra che, rischia l’estinzione, tra l’altro, per mancanza di ossigeno e di libri “il pane della mente”, mancando i quali, siamo al capolinea; siamo all’universalità del futuro negato.
Il messaggio di Brown, viene da lontano; è parte di quel “saggio” mondo antico dove l’uomo viveva in simbiosi con la natura, rispettandola, come madre generosa e dove saggiamente forte del suo rapporto con la Terra, la coltivava amandola; la coltivava, seminandola e piantandovi gli alberi che, oltre a dare l’ossigeno, producevano tra l’altro, i buoni frutti della vita.
Alberi della saggezza umana amati da chi li piantava (i nonni) per farne raccogliere i buoni frutti ai nipoti.
Oggi più che mai è, di urgente necessità, pensare positivamente al futuro dell’uomo; un futuro da allarme rosso per come vanno le cose del mondo.
Un futuro con gli scenari tristi di un mondo negato; di un mondo cancellato dalla fine dell’era quaternaria con la distruzione, per effetto del caldo solare della Terra, che fra cinque miliardi di anni andrà in frantumi, aprendo le porte all’universo; all’universo infinito che, come previsto dalla Scienza, diventerà la nuova casa dell’uomo, orfano come sarà della casa Terra e di tutto quello che la circonda e ne fa parte, un patrimonio non sempre saggiamente costruito dall’uomo, ma spesso per bastardi fini innaturali di dominio e di possesso delle false cose terrene che, alla fine, se non saggiamente pensate e realizzate, sono “cose” distruttive per tutto e per tutti gli uomini della Terra, compresi quelli che se ne sentono i padroni “invincibili” e dispoticamente unici.
Così non è oggi; così non sarà soprattutto domani, quando e sempre più, l’uomo dimostrerà la sua fragile inutilità ed i suoi limiti di vanagloria terrena, di fronte ai cambiamenti traumatici, in cui a perdere è, soprattutto, l’uomo, causa generante dei suoi tanti devastanti mali.
Concludo, appellandomi a quella saggezza negata, necessaria per evitare e/o ritardare il più possibile l’inevitabile che comunque è concretamente presente sugli scenari del nostro tempo dominati dall’homo faber di una disumanità senza fine avendo, cammin facendo, tralasciato il suo fare di homo sapiens che aveva in affidamento la Terra da amare, da rispettare, da usare senza abusarne, mantenendone in vita il saggio equilibrio uomo-Terra, rispettandone necessariamente quel rapporto virtuoso, necessario a garantire la vita, dove è, tra l’altro, indispensabile la vita degli alberi per l’ossigeno e per i libri che, grazie agli alberi, contengono in sé la sapienza del mondo.
È un dovere continuare a piantare alberi. Servono, come ci dicono le sagge parole di Brown a darci l’ossigeno della vita e della mente; attraverso i libri, si offre al nostro cervello, gli stimoli per vivere e per produrre quella saggezza, senza la quale c’è il NULLA e nient’altro che il NULLA, verso il quale è, purtroppo e sempre più, in lento cammino il futuro del mondo, con la minaccia di una catastrofe che accadrà o potrà accadere tra cinque miliardi di anni, una distanza considerata abissale e quindi indifferente a tutti gli uomini della Terra che invece dovrebbero fermarsi a riflettere e ravvedersi, affinché tanto, anche se fra 5 miliardi di anni, non accada, con la Terra distrutta e l’uomo in cammino, in un possibile percorso di vita futura senza la Terra, con un mondo umanamente nuovo che si chiamerà universo, la nuova casa dell’uomo che speriamo, non sporchi o non gli faccia male così come ha ben fatto con la maltrattata madre Terr.
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