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DAL PASSATO AL FUTURO

Una saggia narrazione del passato, è la prima pietra per il futuro da costruire, pensando prima di tutto, all’uomo della Terra

📅 venerdì 11 novembre 2016 · 📰 AttualitàCilento

11112016 uomo sigaretta
Credits Foto pixabay.com

foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Il passato con la sua forte identità antropica, è una grande ricchezza per il futuro; per quel futuro possibile da costruire a più mani e che deve saggiamente partire da basi umanamente significative e che appartengono soprattutto al passato; un passato che, purtroppo, oggi interessa sempre meno e che nanisticamente si pensa di poter cancellare, in quanto in sé cosa assolutamente inutile ed ingombrante soprattutto sul cammino di una crescente mediocrizzazione del fare umano.
Oggi, per colpa di un fare umanamente debole, siamo nella triste condizione di un passato dall’identità ferita; di un passato dall’identità compromessa se non del tutto perduta.
Tanto, con grave danno umano per il presente e soprattutto per il futuro che, per diventare saggio percorso di vita, ha assolutamente bisogno di un forte radicamento umano e, soprattutto, nell’identità umana del passato che, non può essere disumanamente ferita e tanto meno cancellata.
Così facendo, si corre il grave rischio di un vuoto storico del protagonismo umano per cui diventa sempre più difficile da costruire il futuro che, così facendo, diventa futuro negato per le nuove generazioni, assolutamente orfane di prospettive di un mondo possibile, mancando nel loro vivere, l’essenzialità del radicamento identitario.
Le memorie remote sono parte di noi; sono essenziali parti di noi come presente e soprattutto come futuro, per cui sbaglia, facendosi male, chi decide poco saggiamente di cancellarle.

È dal passato che bisogna partire per costruire percorsi di futuro possibile; così è! Non ci sono ne scorciatoie, ne alternative.
Il futuro si costruisce, pensando al passato e radicandolo umanamente, in modo forte nell’identità gravemente ferita che, non più risorsa di vita, nanisticamente si va tragicamente negando al futuro; al futuro possibile che, per realizzarsi come insieme del mondo, ha tanto, tanto bisogno delle sagge risorse umane, parte di noi uomini, nell’espressione alta dei cervelli pensanti e dell’anima sensibilmente narrante.
Non bisogna assolutamente cancellare il passato in quanto ci riguarda; in quanto è parte di noi.
È parte della nostra identità, della nostra profonda identità che ci serve in quanto uomini della Terra; che serve al futuro; che serve come risorsa di vita per tutti quelli che verranno.
È un grande patrimonio del nostro essere uomini della Terra; un grande patrimonio parte di noi, assolutamente necessario per ricordarci e soprattutto per ricordare a quelli che verranno chi siamo stati, chi siamo come uomini della Terra e chi saremo, forti del passato che ci appartiene.
Tanto, per ricordare, a quelli che verranno, il loro impegno di uomini della Terra utile, anzi indispensabile per dare continuità di idee e di idee del fare al futuro del mondo.
Questo è quanto dobbiamo saggiamente saper trasferire al futuro; sono quelli identitari, oltre che mezzi morali e materiali, soprattutto valoriali per costruire insieme saggi percorsi di futuro; percorsi di un futuro con le radici nel saggio tessuto sociale identitario, linfa vitale per riportare la fiducia nell’avvenire; una fiducia che è vita, ma che, purtroppo, è sempre più, diffusamente negata.
Una fiducia sempre più cancellata da un fare egoistico da Io mondo assolutamente indifferente agli altri ed altrettanto indifferente alla mutazione dell’Io in Noi, necessaria a costruire un mondo nuovo, con un forte protagonismo antropico dell’UOMO fortemente attento ai valori identitari dell’ESSERE, purtroppo gravemente oscurati dai simboli di un tempo poco identitario, fatto soprattutto di espressioni valoriali di una materialità che riduce sempre più il vivere dell’uomo sulla Terra nel solo avere-apparire.
Con questa divinizzazione della materialità dell’ESSERE, l’UOMO della Terra non va assolutamente da nessuna parte; è un perdente. È un perente con gravi conseguenze per l’umanità futura che deve essere, prima di tutto, saggiamente protagonista dei valori immateriali dell’ESSERE, grazie ai quali l’uomo, conoscendo se stesso, può rigenerarsi dentro ed essere, così come necessario, attivo ed intelligente protagonista di futuro.
È questo un impegno assolutamente primario, per l’uomo del Terzo Millennio, un tempo nuovo con un’umanità in cammino che non vuole assolutamente rimanere indietro e che rivendica anche per sé, i diritti fondamentali di ogni uomo della Terra, così come indicati nella saggia CARTA UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO che, è un dovere di tutti, conoscerla, applicarla ed impegnarsi condividendola, affinché venga rispettata e resa concretamente di tutti gli uomini della Terra, evitando di cancellarla e quindi di calpestare i diritti ed i valori di universalità che le sono stati affidati dai tanti saggi del mondo intelligentemente insieme per pensare ad un’umanità nuova, attenta a costruire un mondo nuovo; un mondo umanamente nuovo.
Un mondo per l’UOMO, capace di scoprire e riscoprirsi in quanto uomo, inventando, reinventandosi e pensando, prima di tutto, di dare all’umanità della Terra, quella dignità umana e quella Pace che, purtroppo, assolutamente non ha.
Trattasi di valori importanti per un mondo concretamente nuovo e per quella rigenerazione umana che serve alla vita d’insieme dei popoli della Terra, purtroppo e sempre più minacciati al loro interno da un pericolo, dal volto ben noto; da un pericolo ben conosciuto che, con poca saggezza, si adopera a creare problemi al futuro del mondo che, così facendo, diventa un futuro cancellato; un futuro negato a quelli che verranno ed hanno il naturale diritto di vivere la loro vita sulla Terra.
A governare il grande laboratorio umano ci deve essere l’UOMO che deve saper rispettare l’altro ed avere in sé la saggia morale del rispetto dei diritti dei cittadini.
È questo il primo, insostituibile valore di un’etica condivisa, con il suo patrimonio di insieme dei valori positivamente finalizzati al bene e ad un saggio vivere insieme degli uni con gli altri della Terra.
È da questi obiettivi che bisogna partire per costruire un mondo nuovo; un mondo nuovo in cammino, con l’insostituibile comune denominatore di quel saggio fattore di sintesi tra i diritti individuali ed i diritti dell’insieme sociale con protagonista l’umanità intelligentemente dialogante per così costruire, pietra su pietra, il nuovo del mondo; di un mondo, umanamente nuovo, dove in ogni sua parte, ciascuno è chiamato a fare il proprio dovere che, stando a Luigi Einaudi, economista ed ex Presidente della Repubblica Italiana, è quello di soddisfare domande e non crescenti desideri, con le gravi conseguenze di non saper dare le risposte giuste allo sviluppo dell’umanità, in senso diffusamente generale e non come nel privilegio dei pochi che fa accrescere le disuguaglianze e conserva un fare disumanamente indifferente per i tanti e sempre più numerosi svantaggiati del mondo.
Questi saggi miei pensieri non sono assolutamente peregrini e/o di astratta indifferenza per il mondo ed il suo andare incontro al futuro, in modo incerto e senza concrete prospettive.
Così facendo l’UOMO della Terra, cammina ad occhi assolutamente chiusi e corre diritto, diritto, verso il disastro; verso l’inevitabile disastro umano che, in sé è rovinoso per tutti, determinando quella condizione di parità umana con la morte, un inevitabile appuntamento di tutti gli uomini della Terra; il saggio TOTO’ ha ricordato nella sua “A livella” che è per tutti e che rappresenta la fine dei privilegi e della ricchezza umana, accumulata dai pochi a danno dei più, costretti a vivere una vita d’Inferno; costretti a vivere, prima della morte, il loro Inferno terreno.
Che serve all’uomo di oggi per poter vivere in modo virtuoso la sua vita terrena? A tutti, dico a tutti, serve la fiducia verso l’altro; serve il dialogo e la condivisione sia delle idee che del fare.
Serve recuperare l’identità perduta; serve, da cittadino del mondo, tenere vivo il proprio radicamento, la propria appartenenza e nel confronto con gli altri, saggiamente basato sull’Io che diventa Noi, fare della condivisione una grande risorsa di insieme nel ricco e crescente patrimonio delle diversità, una grande ricchezza per tutti gli uomini della Terra che devono, imparare a camminare assieme.
Devono imparare a dialogare ed a costruire, attraverso le idee che diventano idee del fare, migliori condizioni di vita per l’UOMO della Terra, per tutti gli uomini della Terra, riducendo le tristi distanze, dovute ai valori perduti di una convivenza umana che non sa vivere insieme; che non sa volersi bene e che egoisticamente, pensa con indifferenza per il male inopportunamente fatto, al tutto per sé, facendo venire disumanamente meno, le ragioni dello stare insieme, una grande saggia espressione della vita umana che, oltre a vivere bene nel presente, sa altrettanto bene, costruire il futuro di quelli che verranno.

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