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CAMBIARE L’ITALIA. Cambiare l’Italia si può e si deve!

📅 domenica 18 dicembre 2016 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Cambiare l’Italia si può e si deve! Tanto, è necessario fare nel rispetto italiano di un’identità dell’appartenenza che non deve essere assolutamente cancellata e così facendo, negarla e per sempre al futuro italiano che, per essere concretamente di cambiamento e di sviluppo, deve avere le sue profonde radici nel passato. È questa una grande risorsa italiana anche per quelli che verranno che devono sapersi ritrovare con le tante certezze che vengono saggiamente lasciate dai loro padri, grazie al fare e prima ancora al pensare condiviso che ha reso grande l’Italia nel mondo, facendole superare, con un forte orgoglio di insieme italiano, le tante difficoltà di momenti assolutamente difficili; di momenti certamente più difficili di quelli che stiamo vivendo oggi, ma che, purtroppo, non hanno alla base quel necessario protagonismo italiano di insieme per affrontarli, dandone le soluzioni giuste, per un nuovo e più umano corso di vita socio-antropica di un’Italia veramente nuova.
Di un’Italia coraggiosamente nuova ed orgogliosa della propria umana appartenenza, il frutto di una sacra fede che non ammette dualità pretestuosamente contrapposte e/o lacerazioni senza senso del tessuto sia umano che sociale con gravi danni per tutti nel presente ed ancor più nel futuro italiano.
Per evitare che la confusione crescente, inutile, ma purtroppo, oggi fortemente presente nell’insieme italiano con valori, ideali, buona politica e saggezza d’insieme che non deve mancare mai, continui ad alimentare il negativo italiano e per evitare che, l’arroganza del potere fine a se stessa da parte di chi se lo immagina, fantasticando, di poterlo avere tutto per sé nelle proprie mani da “uomo solo al comando”, occorre organizzarsi saggiamente come insieme solidale; tanto, fortemente protagonista di idee condivise, unitamente ad un fare che può concretamente salvare il futuro italiano da pericolose avventure che vanno stroncate sul nascere.
Questo, va fatto, con risposte intelligentemente democratiche. Questo, va fatto, soprattutto, con risposte basate sull’offerta culturale di livello crescente e di grande qualità umana e sociale, intelligentemente attenta al protagonismo ed a non svendere la propria identità, un patrimonio di tutti, di ieri, di oggi e così come deve essere, anche di domani.
Perché cambiare quest’Italia? Prima di tutto, perché così come sta facendo, suicidandosi lentamente, è un Paese dal futuro negato; un Paese dal futuro sempre più cancellato.

Perché è un brutto Paese di potere, funzionale unicamente alla casta; funzionale unicamente a quel mondo del politichese mediocre che non ha altri interessi ed obiettivi, se non quelli di esercitare il potere godendoselo il più a lungo possibile, del tutto indifferente alle tante e crescenti sofferenze italiane.
Anche il brutto appuntamento referendario per stravolgere più che cambiare la Costituzione italiana, si è posto nanisticamente questo ingiusto, disumano obiettivo.
Un cattivo obiettivo di potere, per un ventennio renziano, così come pensato e fortemente voluto dai poteri forti interni ed esterni al suolo italiano che vogliono ridurre il nostro Paese ad appendice dell’Africa nera, togliendogli la libera rappresentanza ed il diritto della rappresentanza da popolo non più sovrano, ma sempre più suddito; suddito dei poteri forti che vogliono per l’Italia un futuro veramente triste, fatto da un uomo solo al comando e forte nelle decisioni, da prendere senza ascolto.
Al comando di un’Italia non più libera; non più democratica; non più capace di costruirsi con le proprie sagge mani il futuro che, deve assolutamente avere, sempre e comunque, per non essere futuro negato, la sovranità del popolo, la grande anima della democrazia e dello sviluppo italiano; uno sviluppo per il cambiamento intelligente che vuole essere e prima di tutto, forte dei suoi valori identitari, fatti di umanità e di saperi con le radici profonde nel lontano, ma sempre attuale pensiero dell’ESSERE e dei suoi valori universalmente utili all’uomo per vivere saggiamente bene la propria vita su questa Terra; purtroppo, fortemente ammalata di uomo che, giorno dopo giorno, diventa schiavo della materialità umana dell’avere e dell’apparire; tutto, in modo assolutistico e senza via di scampo per il nostro Paese, dal futuro sempre più negato.
Dal futuro di un potere che pensa come giusto, dare ai forti, togliendo ai deboli e così facendo, impoverire l’Italia ed il mondo.
Ma questo progetto italiano, di fatto contro l’Italia e gli italiani, il 4 dicembre con il voto referendario, non ha dato il consenso sperato.
Gli italiani stanchi di subire il renzismo padrone, si sono espressi con determinazione contro, facendo vincere lo schieramento del NO con un risultato assolutamente difficile da prevedere del 60 per cento circa per il NO, con il 40 per cento circa per il SI dello stravolgimento renziano, della Costituzione, una Carta dei valori dell’appartenenza, di tutti gli italiani che, così votando, nel silenzio delle urne hanno lanciato un segnale importante, da ben considerare per il futuro italiano; per il nuovo italiano di cui gli italiani devono esserne l’anima viva; devono esserne i grandi protagonisti.
L’Italia deve assolutamente cambiare; deve cambiare rinsavendo per risolvere i suoi tanti mali e non continuare, così come sta facendo, a farsi male, aggravandoli, con le pericolose furbate di un potere politichese senza senso che, così come per l’appena passato Referendum, votato dagli italiani, contro il volere del potere unico, non giova assolutamente a nessuno, anzi hanno come solo risultato certo, quello di fare male all’Italia con indifferenza per tutti gli italiani, pensando male al solo raggiungimento del proprio obiettivo di potere; un obiettivo, così facendo, assolutamente mancato.
Tanto, come per il bel capolavoro dell’impalcatura referendaria, costruita sul tentato stravolgimento della Costituzione e con il solo risultato lacerante di aver diviso l’Italia in due, che ha di fatto, significato l’avvio del nuovo italiano; di un nuovo che per un lungo tempo italiano non si farà più strada, evitando, così facendo, il grave, anzi gravissimo danno di una lacerante divisione per l’insieme italiano.
Tanto, per il fatto, come dalla vicenda referendaria, di avere in sé il grave virus di una disgregazione umana e sociale che, cammin facendo, potrebbe diventare un danno-disastro per il futuro italiano; per il futuro di un insieme italiano fortemente lacerato e non facile da rimettere insieme, armonizzando, come se niente fosse, lo sfascio italiano degli uni contro gli altri armati.
Un Paese, con gravi problemi come il nostro e con il futuro disumanamente negato, per il suo domani in cammino, pensando alle nuove generazioni, proprio non aveva e non ha assolutamente bisogno di potentati, con padri-padroni attenti elargitori di risorse ai propri clienti, utili pedine, così come nel disegno renziano, per una ricetta centralistica di lungo periodo, forte delle leve di potere sempre più attivamente pronte e mobilitate al fine di dare la giusta forza ad un neo - centralismo che, altro che cambiamento, porterebbe con sé unicamente la fine di un’Italia libera e democratica.
Di un’Italia impantanata in un potere centrale che, a causa di un’asfissia italiana sempre più responsabile, farebbe mancare il dovuto ossigeno all’italianità della libertà e della grande saggezza democratica, ormai e purtroppo dimenticata e sempre più indifferente a quelli del potere impegnati a governare sgovernando l’Italia, con un fare politicamente scorretto, ispirato al solo sacro principio del “sono fatti nostri”.
Tutto questo proprio non va! Tutto questo è assolutamente inopportuno e non giova per niente all’Italia ed agli italiani, sempre più dal futuro negato!
In questo nostro Paese, dove il potere ispirato al sacro principio del “qui comando io”, da centrale diffondendosi e contagiando, contaminando, il suolo italiano; diventa, così facendo, diffusamente territoriale, con capi e capetti che tutto, possono ed a cui nessuno, dico nessuno, sa dire di NO.
Mi domando ed opportunamente, in che Paese si pensa di voler vivere e fare vivere gli italiani e quali mai siano le regole alla base del governo del Paese? Sicuramente, si tratta e purtroppo, di regole, poco libere, perché i cittadini vengono non assolutamente liberati dal bisogno; di regole poco democratiche, perché hanno alla base un assolutismo escludente che, nell’esercizio del potere con un uomo solo al comando, non vuole assolutamente essere disturbato dalla gente che ha il solo sacro dovere di rispettare col massimo della sudditanza passiva, la loro pregiata e prestigiosa rappresentanza che non ha assolutamente tempo da perdere, né si può preoccupare di ascoltare le voci della gente di strada, sempre più inconcludenti ed inutili; voci di un popolo che pretende populisticamente, abusando, di entrare nelle cose del potere che ha altro da pensare; che, soprattutto, ha altro da fare.
Da qui il grande impegno per risolvere attraverso il Referendum che, stravolgendo la Costituzione, avrebbe sottratto al cittadino elettore, il diritto delle scelte che gli competono, esercitando la propria libera volontà di cittadino-elettore, attraverso il voto.
Un ruolo del popolo sovrano a garanzia delle libere e democratiche rappresentanze politiche, così come ben definite nella nostra Costituzione che va certamente ed opportunamente aggiornata, ma non stravolta, così come si è pensato di fare nel fallito tentativo renziano del Referendum respinto dagli italiani, a larga maggioranza.
Cui prodest? A chi può giovare di indebolire l’insieme democratico del Paese, cancellandone i sacri principi costituzionali che, così facendo, metterebbero l’Italia di fronte a gravi pericoli di cedimenti e di confusione autoritaria, pericolosi per il buon funzionamento di una saggia e democratica governance italiana?
Siamo, così come ha dimostrato il clima del Referendum di italiani contro, di fronte ad un vero e proprio campanello di allarme.
Si tratta di segnali pericolosi che ci dicono che il governo del territorio italiano, dal centro alle periferie più estreme, solo a parole vuote, è in buona salute; nei fatti e purtroppo, trattasi di condizioni concretamente diverse e per niente tranquillizzanti.
C’è da augurarsi che, nel cambiamento e nel nuovo italiano, il nostro Paese sappia conservare le sue buone caratteristiche di libertà e di democrazia.
Tanto, rispettando socialmente anche gli ultimi che vanno garantiti in quanto uomini della Terra; in quanto cittadini del nostro Paese che, nel dovuto rispetto degli ultimi, oggi e sempre, saprà misurare intelligentemente il suo grado di vera civiltà umana, nel sapere saggiamente rispettare l’altro in quanto uomo della Terra.
Il cambiamento italiano deve essere vero e non di sola e vuota “annunciazione” che ha in sé l’inutile sapore di pierinate che rappresentano in sé un vero e proprio tradimento tra governanti e governati, purtroppo e sempre più, espressione di due mondi separati, che vivono distanti, l’uno dall’altro; che vivono indifferenti, l’uno dall’altro.
In quest’Italia che deve assolutamente cambiare non solo con un cambiamento di facciata, con nuove leggi che non servono assolutamente a niente, occorre rendere i diritti dell’uomo e del cittadino, diritti veri; un vero e proprio baluardo di democrazia, di libertà e di una qualità della vita con garanzie concretamente condivise per tutti; tanto, nel rispetto della dignità umana, un rispetto, purtroppo, sempre più negato dalle profonde differenze degli italiani, disumanamente divisi in categorie di potere e di privilegiati che agiscono egoisticamente, spogliando i tanti “poveri cristi italiani” di quella dignità umana che, sempre più appartiene tristemente ai sempre più diffusi diritti negati.
Al nostro Paese, nel cambiamento per il futuro, non servono le istituzioni deboli ed autoreferenziali; serve un forte sentire italiano; un forte credere italiano con il dovuto rispetto umano dell’uno per l’altro e con l’assoluto e sacro rispetto da parte di chi è democraticamente investito dell’autorità sovrana di uomini al comando, finalizzata al bene comune.
Per questo obiettivo è necessario restituire al Paese un potere non unico, ma democratico; un potere per la gente, depurato dalle scorie invasivamente velenose di fronti contrapposti di chi comanda da una parte e del popolo sovrano dall’altra che deve silenziosamente ubbidire, senza una parola di troppo; senza aprire la bocca per infastidire il “sacro potere italiano”; un potere sovrano che, in modo assolutistico, tutto può, decidendo da “uomo solo al comando”.
Chi pensa questo sbaglia! Per chi pensa questo, non c’è futuro italiano!
Non è assolutamente questa la democrazia che vogliamo per l’Italia! Non è assolutamente questo il futuro che abbiamo pensato per i nostri figli che, così facendo, sarebbero costretti a vivere in un Paese che, purtroppo, non sarebbe normale, in quanto inquinato da un sistema di potere che democratico non è e che non essendo tale, mancherebbe del giusto rapporto governanti -governati.
In Italia manca, tra l’altro e sempre più, il senso eticamente giusto e saggio di un vivere insieme, costruito dalle idee condivise che, cammin facendo, devono diventare anche l’insieme di un fare comune che serve al nostro Paese per guardare avanti con fiducia e così facendo, garantire il futuro di quelli che verranno, figli e nipoti; un futuro basato sul nuovo italiano, con le radici nel passato, nei saperi del passato, da cui ripartire per il giusto cambiamento italiano con governanti rispettosi dei governati ed attenti ai loro sacri diritti di cittadini e prima ancora, di liberi uomini del mondo che vogliono camminare insieme, rispettandosi e da ambasciatori di PACE, costruendo ponti di PACE, per un’Italia ed un mondo rigenerati; per un’Italia ed un mondo protagonisti di un nuovo umanesimo, per affrontare, forti dell’orgoglio italiano nel mondo, il tempo nuovo del Terzo Millennio con alla base l’Io/Noi, in un insieme umano allargato, da società-mondo, in una Terra-Stato.
Questo è quanto pensare e pensare di fare per cambiare l’Italia. Tanto, ridando agli italiani quella dignità da tempo perduta; un tempo, purtroppo cancellato, con grave danno per il futuro italiano, fortemente ammalato di un presente fatto di un avere-apparire che, facendosi male, è assolutamente indifferente all’ESSERE ed ai suoi valori.
Così, proprio non va! Bisogna assolutamente cambiare; bisogna cambiare l’Italia, rendedola saggiamente attenta al futuro, da costruire insieme nel rispetto dell’uno per l’altro, in quanto italiani.
Bisogna che, il nuovo italiano dia le dovute certezze materiali ed immateriali, garantendo a tutti il diritto alla vita; ad una vita di qualità, con la Terra amica e l’uomo attento a rispettarla, al fine di avere un suolo sicuro ed un cibo sano e saporito.
Oltre al futuro materiale c’è da pensare ad un’Italia nuova anche per l’immaterialità del pensiero, sempre più necessario per costruire il nuovo del sapere italiano (nuovo tecnologico, innovazioni), partendo dalle nostre radici; partendo dai nostri saperi e dai valori di un’Italia che viene da lontano e che ha saputo fare tesoro di un’umanità in cammino, forte dell’universalità dei valori dell’ESSERE che sono nostri valori di riferimento e che devono essere trasferiti anche ai nostri figli, come memoria da non cancellare mai e tenerla sempre viva per un grande futuro italiano; per una grande e saggia umanità italiana radicata nei valori e nei saperi senza i quali siamo uomini dal futuro negato; dal futuro assolutamente cancellato.

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