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Che ne sarà dell’Europa confusa e sempre più divisa senza l’ormai consolidato scudo protezionistico americano?

L’homo faber con l’homo sapiens, protagonisti di vita della storia umana, nella società liquida del Terzo Millennio sono, purtroppo e sempre più, meno protagonisti consapevoli del vivere umano, governato da un potere unico ed assorbente che domina il mondo, senza fare sconti a nessuno.

📅 giovedì 2 febbraio 2017 · 📰 AttualitàCilento

02022017 europa ue
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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

La debole Europa si trova ad affrontare una delle sue più difficili sfide del tempo moderno.
L’Europa fortemente divisa deve saper prevedere e da subito, le non buone situazioni di arrivo negli scenari assolutamente nuovi e per molti versi imprevisti che, si andranno a concretizzare con l’accordo strategico America – Russia, tra Trump e Putin.
Un accordo nuovo che influirà, cambiandoli, sugli scenari europei sempre più orfani dell’America, suo maggiore alleato atlantico, fino ad ieri, con Obama, Presidente dell’America democratica.
Trump Presidente repubblicano, non garantirà continuità di niente a nessuno del mondo.
Tanto, non è per falso allarmismo, ma per gli scenari nuovi assolutamente prevedibili che vedono i due potenti del mondo camminare insieme, facendo prove tecniche su accordi che vedranno profondi e non pochi cambiamenti geopolitici, comprendenti tra l’altro, l’Europa e l’Italia.

Nel nostro Paese ed anche in altre parti d’Europa, di fronte al sempre più riavvicinato nuovo del mondo, negli scenari USA - URSS, si fa ancora finta di niente.
Se ne parla poco e poco si sa delle contromosse tutte da inventarsi per evitare un danno gravissimo di cui l’Europa, orfana dell’America e delle sue diffuse protezioni, non avrebbe le necessarie capacità di resistere e la forza per uscirne senza traumi sconvolgenti.
Senza i tanti possibili danni che non sono di sola facciata e di sola immagine, ma di sostanziale peso per il futuro del litigioso e poco solidalmente unito mondo stellato dei mai nati Stati Uniti d’Europa, purtroppo, non uniti in un insieme umano da popolo solo, ma diffusamente impegnati a marcare le tante differenze degli uni sugli altri; tanto, con il solo legame della fortemente discussa moneta unica e del Brexit inglese che va scuotendo alle radici l’UE, mentre nubi di possibili catastrofismi antieuropei si affollano all’orizzonte, non permettendo così di dormire sonni tranquilli ad un insieme europeo che, non sapendo camminare solidalmente unito, si è creato gravi problemi di un sempre più incerto cammino come Stati Uniti d’Europa che forse non nasceranno mai e così negati, non diventeranno mai storia.
Quali le possibili conseguenze negative per i popoli d’Europa, sulla testa dei quali sta per abbattersi la tegola degli accordi Trump - Putin? Tanto, in virtù di un nuovo dialogo America-Russia, con possibili e forse anche sconvolgenti cambiamenti, prima di tutto per la nostra litigiosa Europa che, bene farebbe a preoccuparsene ed a ridurne il danno, manifestando una forte ed unitaria capacità di interlocuzione europea condivisa e di dialogo attivo con tutti i partners democraticamente parte di un mondo di PACE, sempre più a grave rischio.
A parlarne, da Noi, attraverso la stampa quotidiana, dopo Luigi Zingales è il prof. Angelo Panebianco, attento e saggio editorialista del Corriere della Sera che, venerdì 13 gennaio, in un suo attento ed intelligente percorso giornalistico, fa previsionalmente il punto sui possibili scenari nuovi che potrebbero incidere e non poco, oltre che sul mercato, come dalle attente valutazioni del Sole 24 ore, anche e soprattutto, sugli assetti di un mondo libero, garante l’America, in piedi e funzionante dai tempi della Guerra Fredda.
In questo nuovo approdo americano, c’è da vedere, tra l’altro, il crescente declino di un fare mondiale in profondo cambiamento. Ne consegue, con una forte prevedibilità di conseguenze possibili, un radicale cambiamento geopolitico del mondo democratico e di un insieme di progresso consolidato, oggi “re nudo” ed orfano del protezionismo americano che tanto ha influito sulla vita del nostro vecchio continente, garantendone, prima di tutto, un lungo periodo di Pace con gli altri e di Pace sociale, con percorsi certi di una civiltà del benessere che ha, tra l’altro, fatto grande l’Europa ed i suoi principali partners e con l’Italia nei primi posti, di un grande sviluppo economico-sociale che aveva fatto ormai dimenticare al nostro Paese un passato di arretratezza territoriale, di sofferenze umane, di analfabetismo e di miseria, con un esodo senza fine di italiani nel mondo, soprattutto nell’America del Nord, poi allargato all’America del Sud ed all’Europa e con ultimo i migranti del Sud verso il triangolo industriale dell’Italia del Nord garantito dagli aiuti americani e con le nascenti cattedrali industriali in diverse realtà meridionali.
Da questi nuovi possibili scenari geopolitici, ci sarà una profonda mutazione storicamente significativa, anche in Russia, una potenza continentale che ha sempre fatto dell’espansione territoriale il suo cavallo vincente, soprattutto sulle realtà più deboli dell’Europa; tanto, con minore attenzione per la sua espansione commerciale, oggi come per l’America e con un fare sempre più spesso concorrenziale in assoluto primo piano.
Che succederà? Come andrà a finire? Quali le intese possibili? Che ne sarà, come fattore conseguente, della nuova geopolitica, il frutto dell’incontro-scontro dei due colossi comunque in auge e comunque competitivi, per garantirsi il governo del mondo come vie nuove di un nuovo mondo di potere? Tanto, senza all’orizzonte le dovute e necessarie soluzioni possibili per i poveri del mondo, da sempre considerati rifiuti umani ed ultimi della Terra, non meritevoli di attenzione, ma sempre più in prima linea, pronti a rivendicare quella solidarietà umana che ancora non c’è, chiedendo al mondo dei potenti che vogliono rimanere tali, il diritto alla vita e per questo sacrosanto diritto, uscendo concretamente dal mondo liquido, con l’accesso a beni commerciali che fanno ormai parte del mondo delle diverse umanità in cammino che nessuno e niente può fare rimanere indietro e/o dimenticare del tutto.
Non è più tempo per un mondo così inteso e così disumanamente pronto a scontrarsi, pretendendo di cancellare chi, a buon diritto, crea problemi, per rivendicare il proprio naturale diritto ad esistere; di esistere sulla Terra in quanto uomini a cui della geopolitica del potere universale non interessa assolutamente niente; tanto, anche per gli accordi in corso America/ Russia, che non certamente vogliono fare tesoro del buon e saggio verbo, per un mondo nuovo lasciatoci in eredità dal sociologo Zygmunt Bauman che ha pensato a possibili percorsi di un mondo umanamente nuovo, con alla base il principio solidale ed umanitario del welfare universale, con l’inclusione anche dei rifiuti umani, possibili protagonisti di vita se umanamente inseriti ed a buona ragione, in un solidale percorso di una società universale dell’uomo della Terra e non più, come oggi, sempre più spesso, contro l’uomo, etichettato “rifiuto umano”, che può anche morire nell’indifferenza per fame, dono dei ricchi della Terra.
Un obiettivo comune alle diversità umane, economiche, politiche, culturali e religiose del mondo è quello di unire attraverso la solidarietà universale il mondo; di unire il mondo dei diversi, per evitarne catastroficamente la fine.
Tanto, così come affidato al mondo dal saggio pensiero sociologico di Zygmunt Bauman che lasciandoci, ha affidato ai saggi ed ai giusti della Terra, un importante messaggio-testamento di insieme umano, ispirato al sacro principio di un welfare mondiale.
È questa, l’unica strada possibile e percorribile per salvare il mondo da uno scontro-catastrofe da tempo annunciata che proprio non gioverebbe a nessuno della società-mondo, né in quanto parte dei dominatori “ricchi” e “potenti” del mondo, né in quanto parte degli ultimi, i poveri della Terra, diffusamente riconosciuti come rifiuti umani, del tutto indifferenti ai poteri ed ai potenti del mondo che governando-sgovernando, si sentono i padroni del mondo.
Il fare welfare umanitario universalmente inteso, porterebbe ad un rapporto di tollerante e benevola vicinanza umana che gioverebbe e non poco, a tutti della Terra, da saggiamente considerare sempre più una Terra-Stato abitata da un mondo di umanità nuova, animata da una assolutamente nuova personalità individuale da IO/NOI.
Tutto questo, per il bene del futuro del mondo, gioverebbe e non poco anche ai nuovi scenari occidentali ed al dialogo in corso America - Russia che dovrebbe, come nell’attenta analisi di Angelo Panebianco, portare ad una consensualità d’insieme, senza l’arroganza di un potere unico con minaccia di accerchiamento dall’una e/o dall’altra parte in campo; bisogna saper camminare insieme per il bene comune dell’umanità che, prima di tutto, deve saper garantire all’uomo della Terra il futuro dell’uomo e della stessa Terra ammalata di uomo.
Un futuro, purtroppo e sempre più, a grave rischio per i falsi comportamenti di una democrazia solo apparentemente democratica, ma in sé, fortemente autoritaria, tanto che potrebbe negare il futuro all’uomo della Terra, sgarrupandola e facendola precipitare in una catastrofe umanitaria barbaramente distruttiva.
Oggi l’America di Trump si confronta e sottoscrive accordi USA-URSS, dimenticandosi come partito pro-Russia dell’ultima ora, di sentire preventivamente il parere degli alleati europei; tanto, dimenticandosi dell’antiamericanismo sovietico e del suo fare poco democratico e liberale sia all’interno che all’esterno dei confini sovietici con un sovrano di vecchia maniera ed un fare illiberale, un possibile grave pericolo per l’UE sempre più sola e sempre più divisa oltre che confusa e fortemente spaventata per gli scenari nuovi all’interno dei confini europei.
Commenta molto saggiamente Angelo Panebianco “Una potenza illiberale autoritaria è un pericolo per la libertà dei suoi vicini”. Tanto, non oggi con Putin capace di essere responsabilmente campione di democrazia interna, anche se per molti aspetti limitata, ma soprattutto negli scenari possibili del dopo Putin che possono fare ritrovare la Russia contro un insieme UE fortemente ammalato d’Europa, con la diffusa crescita interna di forze antieuropeiste e con un attacco sempre più aggressivamente determinato di un terrorismo islamico che proprio non vuole bene all’Europa e fa di tutto ed in modo mirato, da ultimo, anche attraverso le devastanti e disumane azioni dei cani sciolti, trovandosi di fronte a diffuse condizioni di insicurezza e di incapacità a difendere a pieno titolo la propria democrazia, la propria libertà, il proprio diritto d’insieme alla vita dei suoi sempre più indifesi ed allarmati cittadini.
Sarà e con quali garanzie possibili, la Russia la nuova balia d’Europa, in sostituzione del lungo corso post-bellico americano? Da subito c’è lo scenario dei diversi fronti europei contrapposti con alla base, da una parte, l’antiamericanismo delle vecchie e nuove sinistre europee e dall’altra, il cosiddetto fronte UE del sovranismo degli antieuropeisti d’Europa che, in sé dimostrano tutta la loro simpatia filorussa.
Nello scacchiere europeo sono e saranno in testa la Polonia, i Paesi Baltici ed altri d’Europa che hanno conosciuto e bene l’imperialismo sovietico e ne temono nuove invadenti azioni contro, per effetto della sua nuova crescita politica.
L’Europa già confusa, divisa e spaventata sarà dualmente in fibrillazione, con molti Paesi UE pronti a saltare sul carro dei vincitori.
Un fatto di rilevante importanza per tutti è che all’Europa, questi accordi URSS-USA, così come saranno assunti dall’America in silenziosa autonomia del fare, non gioveranno assolutamente a niente, anzi ne faranno la sua debolezza e la sua divisione, di fatto già in atto.
Di certo gli scenari nuovi, indeboliranno l’integrazione europea, così come voluta dai russi e metteranno l’UE di fronte ad un cambiamento geopolitico assolutamente incerto e già presente nelle acque agitate di un declino americano da tempo in corso ed oggi accelerato dal sempre più vicino accordo tra l’America di Trump, la vecchia signora in un’Europa fortemente decadente e spaventata e la Russia di Putin, un mondo illiberale a cui non sta per niente a cuore una forte integrazione europea per un lungo cammino d’insieme e un fare politica in modo falsamente nuovo da parte di una potenza da sempre gravata di illiberalità, con conseguenze assolutamente possibili, di gravi rischi per la libertà; così come annunciato alla vigilia di questo cambiamento geopolitico accelerato, farebbe accrescere le già gravi condizioni di un insieme dell’Europa senza ritorno, per sempre debole e fortemente divisa.
I nuovi possibili scenari di un mondo gravemente liquido e carico di incertezze dal futuro negato, sono un pericoloso problema per l’intera umanità del pianeta; per l’umanità d’insieme, purtroppo, mancante delle certezze umane solidali che servono al futuro del mondo.
In tutto questo c’è come va dicendo anche il filosofo francese Michel Onfray un pericolo grave per il mondo; un pericolo così grave da portare all’atto finale della scomparsa della nostra civiltà.
In tutto questo clima di pericolo per il mondo, a rischiare di più è soprattutto e prima di tutto l’Occidente di cui Onfray nel suo ultimo libro “Breve storia del mondo” prevede la triste fine della sua storia. Sarà così?
È forse e ce lo auguriamo tutti solo allarmismo di un pensatore solitario con in testa il chiodo fisso della fine del mondo; della fine della storia del mondo.
Tutto questo, catastroficamente messo in conto, avrà prima di tutto e soprattutto, la triste morte dell’Occidente.
Le prove tecniche di nuovi scenari condivisi, un giorno si ed un giorno no, potrebbero approdare a questi tristi e devastanti risultati assolutamente da scongiurare, in quanto non giovano a nessuno, dico a nessuno. Per il futuro del mondo, l’ unico saggio obiettivo umano è prima di tutto quello di un mondo di PACE; è da costruire saggiamente insieme prima che il mondo si impossessi della patologia diffusa di una grave sofferenza umana, senza possibilità alcuna di salvezza, tale da spingere lentamente il mondo ad una non voluta decadenza e naturalmente in cammino per strade sempre più insicure.
Che cosa di tanto umanamente negativo ha mai reso possibile questa vigilia da catastrofe per l’uomo della Terra da tempo annunciata?
Le civiltà della Terra, come cristallizzazione storica, sono sempre meno positive in quanto, come ci viene dal pensiero filosofico di Bichat, non rappresentano più l’insieme delle forze umane che resistono alla morte.
Siamo ad uno scontro sempre più disumanamente violento che, pur non giovando a nessuno, è purtroppo distruttivamente in atto; è segnato da tante tappe storicamente significative di un farsi male che proprio non conosce sosta con l’anello ultimo di un Islam in veste di conquistatore che cerca potere e riscatto massacrando o almeno cercando di massacrare, anche gli “innocenti” del mondo che, impotenti muoiono vittime di un fanatismo omicida assolutamente senza senso.
Questi scenari del mondo sono purtroppo tristi ed allarmanti.
Avremo un domani peggio di oggi? c’è da augurarsi di no. Ma più che del solo augurio benevolo, c’è da saper diventare come umanità d’insieme, protagonisti di futuro, impegnati a cambiare le cose del mondo.
Oltre a resistere, è assolutamente necessario sentirsi impegnati per cambiare il corso delle cose del mondo; tanto, per quello che ciascuno può, senza esaltarsi in falsi protagonismi del fare e/o mettersi da parte da rassegnati, con la convinzione senza se e senza ma che, così è, che così devono andare le cose del mondo e che non c’è assolutamente niente da fare per cambiarne il corso.
Questa rassegnazione che chiude le porte anche alla speranza non ci giova; non giova a nessuno, dico a nessuno del mondo, facendo tra l’altro, morire, prima ancora della fine del mondo, la speranza ultima a morire.
I forti e non solo i forti, ma anche i deboli del mondo, come umanità d’insieme, si attrezzino nella saggia direzione di quel testamento-messaggio che il sociologo Zygmunt Bauman, morendo ha lasciato in eredità ai giusti e saggi della Terra.
Un messaggio di concreta speranza, assolutamente non utopico; non fine a se stesso, ma di grande possibile umanità d’insieme, per così insieme garantire all’Uomo della Terra il futuro del mondo, evitandone la disumana scomparsa nell’universo che da sempre e come sempre ci deve solo affascinare con la nostra saggia volontà di futuro umanamente possibile e saggiamente giusta e necessaria per un futuro del mondo umanamente certo e giusto.
Come fare per mettere insieme i forti ed i deboli del mondo? Come fare per rendere umanamente protagonisti anche gli scarti umani del mondo, al futuro della Terra? Ce lo dice, lasciandocelo in eredità Bauman, suggerendo alla governance del mondo, un “welfare mondiale”, con alla base un’operatività umana positiva e coinvolgente e capace di garantire insieme la PACE di tutti con tutti; tanto, in un saggio incontro delle diversità-ricchezza del mondo, purtroppo oggi e sempre più complessivamente in cammino e con scivoloni catastrofici dietro l’angolo che potrebbero avere un futuro del mondo, fatto di sola distruzione e di morte.
La via nuova per il sogno-certezza per un mondo nuovo è una ed una sola; è la via del pensiero, della cultura, della PACE solidale, dei tanti esempi di civiltà dei popoli.
Tutto questo può saggiamente salvare il mondo e può permettere altrettanto saggiamente all’uomo della Terra di ritrovarsi insieme a percorrere il cammino di PACE, garantendo, così facendo, al mondo che minaccia di crollare, le certezze di un mondo umanamente nuovo e disintossicato da patologie invasive nemiche della buona salute umana, alla base di un vivere insieme, saggiamente unito, cancellando, per il bene comune, la dominante sempre più invasiva di stupidità, di incultura e di un apparire senza se e senza ma, fortemente amico dell’avere a tutti i costi, che con cinismo contribuisce a fare crollare il mondo, picconandone, pietra su pietra, le radici, fortunatamente ed in parte ancora ricche di umanità dei saperi del mondo e di grandi esempi di civiltà umana che non può morire e che non può assolutamente essere cancellata da chi si ostina ferocemente a costruire disumanamente la fine del mondo.

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