L’UOMO E LA SUA FRAGILITÀ
Chi è o che cosa è l’uomo? Neppure la scienza sa concretamente chi è o che cosa è l’uomo
di Giuseppe Lembo | BlogSiamo di fronte ad interrogativi che vanno e vengono nei diversi momenti del percorso umano con al centro l’uomo.
Il primo interrogativo è la sua fragilità. Ma oltre a questo importante interrogativo, c’è anche quello della libertà umana.
Ma interrogativo degli interrogativi è quello che riguarda il chi è l’uomo, in uno con il che cosa è l’uomo.
Sono interrogativi che ormai fanno parte di Noi; che hanno accompagnato l’uomo nel tempo nel corso di una storia infinita che ruota e con forza attorno alla domanda centrale di chi è l’uomo.
Una domanda che non ha trovato le risposte giuste e convincenti, tanto che, ancora oggi come ieri e sicuramente nel tempo futuro che verrà, si ripropone l’interrogativo del “chi è l’uomo”, con risposte che non sono risultate mai del tutto convincenti.
Tanto in tutto e per tutto quanto si riferisce all’uomo, ancora oggi non del tutto conosciuto per la Scienza che si interroga e molto spesso, sempre più spesso, proprio non riesce a trovare le risposte giuste del chi è l’uomo, lasciandone nel vago l’interrogativo che diventerà, così facendo un grattacapo per la Scienza futura che, affannosamente come oggi, si andrà interrogando sul “chi è l’uomo”; sul “chi è l’uomo della Terra”, in quanto ESSERE dalle caratteristiche conosciute e sconosciute; l’essenza del suo ESSERE ancora resta senza le tante attese e giuste risposte.
Oltre agli interrogativi già posti, c’è anche quello che riguarda le libertà ed i diritti umani che Benedetto Croce e Norberto Bobbio andavano considerando dai valori fortemente collegati alle diverse situazioni storico-politiche, per cui continuamente minacciati da inarrestabili conflitti, rendendo il tutto, fortemente effimero e volubile, rendendo l’uomo dalle caratteristiche di volubilità, un ESSERE umanamente fragile. Fragile, precario e fortemente minacciato da continui conflitti.
Nel percorso di questi miei orizzonti di pensiero oggi dedicati all’uomo, mi sono imbattuto in un nuovo libro sul chi è l’uomo; sull’uomo che, ancora oggi, è circondato da un fitto mondo di misteri inespugnabili al punto che non trova le tanto attese risposte da niente e nessuno.
Al punto che anche la Scienza, ancora oggi non sa che cos’è l’uomo, circondato ieri come oggi e forse anche nel futuro, da un velo impenetrabile di profondi ed assolutamente incomprensibili misteri.
Sono misteri che riguardano prima di tutto e soprattutto il “chi è l’uomo”, con un non sapere causa di un grande sofferto affanno per l’uomo della Terra; per i saperi dell’uomo della Terra, con un pensiero umano capace di dare le risposte giuste a tanti, tantissimi interrogativi e di dimostrarsi debolmente incapace di trovare la risposta concretamente giusta e/o più vicina alla realtà umana, al “chi è l’uomo”, un rompiscatole che fa alzare le braccia, rendendo impotente la Scienza ed i saperi dell’uomo dal cammino inarrestabile per scoprire il nuovo del mondo. Per scoprire finalmente il “chi è l’uomo della Terra”.
La Scienza non sa che cos’è l’uomo. È un ritornello che occupa a più non posso il pensiero, i pensatori e gli scienziati del mondo alla ricerca di quella magica verità, sempre più sfuggente, anche quando si pensa di averla finalmente trovata.
Nonostante tutto, è forse un bene per l’umanità che la ricercata risposta sul “chi è l’uomo” non si ritrovi mai, così mancando quella tanto ricercata verità assoluta; c’è ancora la speranza della verità che è parte del cammino dell’uomo nel suo percorso di vita passata e presente, accompagnandone il corso futuro nella ricerca della “verità” dell’uomo, per l’uomo e sull’UOMO che, con il suo ESSERE, da sempre domina i saperi del mondo.
Un nuovo libro che ha al centro delle sue pagine l’UOMO. Ne è autore lo studioso inglese Roger Scruton. Il titolo del libro in inglese è On Human Nature - Princeton University Press.
Un autore già conosciuto in Italia per i suoi libri: Essere conservatore - D’Ettoris 2015, Comprendere la musica - Cantagalli 2014, Del nuovo uso del pessimismo - Lindau 2011, Bevo dunque sono - Cortina 2010, La bellezza - Vita e Pensiero 2010.
Un libro che si ispira ai saggisti anglosassoni.
Roger Scruton filosofo inglese, con questo suo nuovo libro, si propone di andare centralmente al cuore della questione che da lungo tempo ha riguardato e riguarda il pensiero-riflessione sulla natura umana; una questione complessa, variamente discussa e dalle mille sfaccettature, con intuizioni in crescente e continuo movimento; in crescente e continuo cambiamento e con la centralità dell’uomo mutevole e parte in movimento di cambiamento nel suo divenire, caratterizzato da un inarrestabile “pantareo” cosmico.
Forse è proprio nel divenire senza sosta la causa scatenante delle mancate certezze della Scienza nel suo affannoso impegno per conoscere l’uomo, dalle caratteristiche ancora e sempre sfuggenti.
Credo significativo il pensiero di Roger Scruton, affidato alle pagine On Human Nature, all’attenzione di Marco Corona, così come pubblicati nel settimanale del Corriere della Sera - La lettura-.
Scrive Scruton in On Human Nature, come riportato nel citato articolo di Corona. “Non che volessi scrivere un grande trattato, ma solo portare all’attenzione del lettore sui fatti basilari che riguardano la natura umana, fatti che vengono spesso trascurati. In particolare ora, quando la Scienza ha scalzato la religione dal centro della visione dell’uomo”.
Una disciplina da recuperare ai saperi, per la sua utilità nel confronto umano delle idee, comprese quelle che riguardano le certezze sull’Uomo; sull’Essere “homo” verso cui la Scienza, non ha saputo né sa trovare le sagge certezze del “che cos’è l’uomo”.
Scruton con questo suo libro, vuole contrastare o almeno ridurre l’influenza di approccio all’esistenza umana, centrata sulla biologia.
Le questioni sulla natura umana non riguardano tanto la biologia, ma vanno affrontate soprattutto per la via maestra della filosofia.
Una via che può farci conoscere l’uomo e darci finalmente quelle verità nascoste di cui ha tanto, tanto bisogno l’Uomo della Terra; l’Uomo della Terra del presente e nel presente, ma soprattutto, l’uomo in divenire che nel futuro deve avere necessariamente le concrete certezze di “che cos’è”.
È per Scruton indiscutibile la Scienza per l’uomo ed il suo importante ruolo per l’umanità; nel suo cammino c’è inevitabilmente il percorso deviato delle pseudocoscienze che, senza un metodo scientifico, hanno la pretesa di dare risposte scientifiche, in assoluta mancanza degli opportuni e necessari presupposti scientifici.
Un esempio significativo è la questione della libertà; fatta passare dalla pseudoscienza come il prodotto dell’attività del sistema nervoso.
La questione della libertà non è scientifica. Riguarda, dice Scruton, il nostro modo di comprenderci l’un l’altro quando prendiamo seriamente la nostra soggettività.
Mi sento, su questo, di condividere il pensiero di Scruton; mi sento di sottoscrivere il concetto di libertà come conseguente al nostro modo di comprenderci l’un l’altro. Come saggia capacità di saper prendere seriamente la nostra soggettività.
Il messaggio fondante del libro è che, gli essere umani non vivono nello stesso modo degli altri animali; vivono in una dimensione unica che l’uomose lo organizza secondo le proprie esigenze.
In On Human Nature è centrale il ruolo dell’Io e della sua relazione con gli altri in una crescente dimensione Io/Noi.
È sempre presente la filosofia; la filosofia è in primo piano in tutte le pagine di On Human Nature per metterci a conoscenza dell’invasione dei social nella vita umana.
Tanto da produrre nuovi metodi di comprensione del se, oggi fortemente violentato dai social media che entrano nella vita di ciascuno di Noi, creando sempre più spesso una perdita di realtà con un sempre più crescente e diffuso nascondersi all’altro, causa di un vivere disumano vissuto in sofferta solitudine.
La filosofia ci dicono le pagine del libro di Scruton non riuscirà a risolvere tutte le patologie sociali, un grande male del tempo in cui viviamo.
Sulla scena umana i social avranno un ruolo importante di comprensione del sé; tanto, introducendo metodi nuovi. Tanto senza cancellare il senso di responsabilità nei confronti degli altri, una condizione essenziale della nostra esistenza.
Scruton è fortemente convinto che l’illusione più pericolosa per l’uomo è quella di considerare come concretamente possibile una soluzione politica alla condizione umana. Alla condizione umana di ciascuno di Noi.
La politica non ha e non può assolutamente avere capacità taumaturgiche di risoluzione dei problemi umani, soprattutto per quanto attiene alla condizione umana di ciascuno di Noi; al nostro intimo che è in ciascuno di Noi.
La politica è chiamata a risolvere alla soluzione dei problemi umani di altra natura; dei problemi di un insieme umano che va garantito nel vivere in PACE ed in scenari umani dove è fortemente presente il dialogo degli uni con gli altri.
Oggi l’èlite politica è carica di problemi; è carica di crescenti problemi al punto da allontanarsi sempre più dalla gente che viene considerata in sé il problema nel non facile rapporto politica/gente. Il problema è, purtroppo e sempre più, l’èlite politica, non la gente.
Sarà un problema crescente nel futuro di un tempo dal non facile rapporto tra èlite politica che governa sgovernando e la gente che si sente sempre più tradita; che si sente sempre più stanca di essere tradita.
Le ultime pagine di On Human Nature, l’autore le dedica all’arte; al potere dell’arte che garantisce all’uomo un piacere superiore e permette di raggiungere idee che diversamente non si potrebbero mai concretamente esprimere.
È compito del vero artista, dice Scruton, concludendo il suo interessante libro, impegnarsi nel difficile compito di redimere il mondo; tanto, contribuendo, con saggio fare artistico, ad aiutare l’uomo a trovare l’ordine, la verità ed il senso delle cose.
La vera arte è un libro che ha per obiettivo l’amore e la gioia.
Nella sua inopportuna deviazione l’arte moderna si è votata all’odio ed alla profanazione; così facendo, ha scelto un futuro sbagliato. Ha scelto un futuro poco saggio e con il grave rischio di essere cancellata da un tempo umanamente nuovo che vuole l’arte alla base, con il grande obiettivo di sempre che è quello dell’amore e della gioia per gli uomini e degli uomini.
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