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LE RADICI DEL FUTURO PER UN SUD DIVERSO

Il Sud, grazie all’UMANITÀ DELL’ESSERE, è la Terra del nuovo italiano. La Terra dalle radici del futuro umanamente nuovo.

📅 martedì 4 aprile 2017 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Che fare per cambiare il Mezzogiorno, così come necessario, al fine di un futuro nuovo? Di un futuro dalle radici umane e territoriali completamente diverse?
Prima di tutto è necessaria una dimensione Mezzogiorno nel resto del mondo.
Per questo obiettivo è assolutamente necessario cancellare dagli scenari del Sud il suo triste mondo, fatto di “familismo amorale” ed il suo diffuso atteggiamento di “Sud piagnone”, dal fare disumanamente sottomesso e dal “protagonismo cancellato”, affidandosi da “sudditi” agli altri, agli altri di sempre, per la soluzione dei propri, tanti storici problemi.
Purtroppo al meridionale non basta, per cambiare le proprie condizioni di vita, avere unicamente il cielo sopra di sé e la strada da percorrere sotto i propri piedi.
Così facendo, ci si organizza la vita con il solo fare da futuro negato; così non c’è speranza di un futuro possibile, baciato dal successo; così si è destinati a fallire in tutto e per tutto senza appello e senza speranza di avere successo, anche sfidando coraggiosamente il mondo, con un fare individuale pronto a sfidare il mondo.

Il Sud è una grande Terra del futuro umanamente e socialmente possibile. Grazie all’umanità dell’ESSERE e delle sue profonde radici di umanità e di saperi, è la Terra del “nuovo italiano”; è la Terra della possibile rinascita italiana, innervata sulle sagge radici del passato dell’ESSERE e dei suoi intramontabili valori che possono salvare l’Italia ed il mondo da una gravissima catastrofe umanitaria; tanto, per effetto di un mondo fatuo, con egoisticamente, l’un contro l’altro armato, disumanamente indifferente all’altro della Terra in quanto UOMO.
È dal Sud, dal Sud della Terra dell’ESSERE PARMENIDEO che, partendo dalla forza dell’ESSERE, si può salvare l’Italia ed il mondo disperatamente avvitato sul vivere sempre più disumano, fatto del solo avere-apparire, dagli orizzonti sempre più lontani; dagli orizzonti tristi, con le radici del futuro sempre più cancellate.
L’orizzonte del futuro possibile, un grande orizzonte è, prima di tutto, un orizzonte valoriale, che è parte di tutti gli uomini della Terra, di tutti gli uomini ella Terra saggiamente protagonisti di futuro.
Tanto, per una saggia contemporaneità ed un mondo nuovo, con le radici del futuro possibile, espressioni di un passato da non dimenticare; di un passato da non cancellare, in quanto ci serve per recuperare la ritrovata voglia di costruire insieme un mondo nuovo; un mondo umanamente migliore con alla base una diffusa e crescente voglia di partecipare e di vivere insieme un forte impegno culturale e dei saperi e così di sentirsi parte viva gli uni per gli altri, in quanto uomini della Terra, saggiamente parte del mondo dell’ESSERE. Insieme si può combattere e vincere le sfide della contaminazione disumana fatta da un’umanità sempre più senz’anima, tutta presa dalle sole falsità umane del mondo dei nostri giorni con il falso protagonismo disumano del solo avere e dell’apparire.
Occorre un mondo nuovo. Occorre un mondo necessariamente nuovo!
Il Sud con il suo mondo dell’ESSERE PARMENIDEO, può svegliare le coscienze confuse; tanto, tra l’altro, con una straordinaria laboriosità, sgombera dalle confusioni di un fare territoriale, purtroppo, sempre più senza senso e purtroppo, assolutamente senza futuro, che va superato, attraverso la sperimentazione dell’innovazione, con la saggia creazione del nuovo umano e la elaborazione delle idee d’insieme, un saggio, nuovo inizio, per un riscatto territoriale lungamente atteso, ma da sempre negato dal fare di un potere politico devastante che ha sempre pensato al Sud sottosviluppato e sottomesso, da utilizzare per altri fini, assolutamente lontani dagli orizzonti di uno sviluppo possibile, ma da sempre ostinatamente cancellato.
L’umanità dell’ESSERE, unitamente alla cultura, alla tecnologia ed alle innovazioni è in sé l’insieme che può cambiare il Sud, sviluppandolo; è in sé l’insieme che può dare al Mezzogiorno d’Italia quegli orizzonti nuovi dello sviluppo possibile, ma da sempre disumanamente negato da un potere ottuso e da un individualismo meridionale, fortemente nemico delle nuove prospettive di sviluppo assolutamente possibili, se ben supportate dalla cultura, dai saperi, dal saggio mondo dell’ESSERE e da una grande innovazione che, tutti insieme possono rigenerare i territori e le coscienze degli uomini, determinandone una grande e diffusa Rinascita per il bene del Sud e per il più generale e solidale bene dell’Italia. Per il bene supremo dell’insieme italiano oggi fortemente in crisi, per la diffusa volontà di “dismettere le cose italiane”, dimostrandosi, così facendo, assolutamente incapaci di fare squadra facendosi male; tanto, mancando il proprio appuntamento con la modernità e con le sfide sociali di un tempo nuovo che si nega e sempre più all’individualismo cieco, premiando il saggio camminare insieme ed il fare condiviso, facendo squadra e mettendosi in rete per un futuro umanamente nuovo finalizzato al bene comune.
La prima grave sofferenza del Sud e dei Sud del mondo è stata ed è di natura antropica; tanto per una condizione umana dell’uomo rassegnato a vivere la propria vita basata essenzialmente sul “tira a campare”, negandosi, così facendo, ad ogni possibile e necessaria forma di protagonismo.
Trattasi di una grande risorsa umana assolutamente necessaria per cambiare le condizioni del Sud; tanto, con il forte credere in se stesso, per un possibile mondo nuovo anche per le terre, da sempre sedotte ed abbandonate, di un Sud purtroppo fortemente ammalato di uomo.
Il Sud familista per non essere più tale ed incamminarsi insieme verso la grande sfida dell’innovazione e quindi dello sviluppo, deve imparare a fare squadra è questa una grande necessità meridionale; una necessità, per non morire di Sud.
Il Sud deve imparare a stare insieme solidarizzando in una gara di insieme assolutamente utile alla modernità. Tanto con percorsi di saperi e di cultura del mondo dell’ESSERE che non solo permettono al Sud un mondo nuovo, ma permettono anche agli altri della Terra di liberarsi della disumana condizione di un grave e disumano avere-apparire che oggi domina il mondo e pronto ad esplodere in forma umanamente violenta. In una forma di umanità catastroficamente distruttiva, in quanto per valori spenta dentro e senza più niente dell’uomo dell’ESSERE e del suo fare assolutamente insostituibile per un saggio ed armonico vivere umano.
Il Nuovo del Sud, assolutamente possibile oltre che necessario deve saper trovare il suo fare virtuoso in una forte tenacia del fare; tanto, così facendo, recuperando quel passato che aveva ed ha le sue radici nel saggio valore umano dell’uomo con la Terra, il simbolo di un mondo che è ancora necessario tenere vivo, facendo di tutto affinché ci accompagni nel futuro possibile, con un percorso da costruire affidato a ciascuno di Noi.
Il Sud innovativo è il nuovo del Sud; tanto, con la forza della cultura, del cammino d’insieme e di quelle sfide sociali che un giorno si spera non lontano, cambieranno finalmente il volto del Sud, liberandolo dalla tristezza di sempre e riempiendolo di energie nuove, in una saggia convergenza pubblico-privato, con tante energie diverse impegnate a fare squadra, accettando da protagonista, di misurarsi con il mondo globale, in un rapporto dal fare condiviso, grazie alla forza dell’identità storica e culturale con le radici nell’ESSERE che, in un tempo possibile, si imporrà al falso mondo dell’avere-apparire, un mondo dai destini ormai segnati ed assolutamente senza futuro.
Il Sud controtendenza, con un protagonismo meridionale, mai conosciuto prima, sarà il nuovo d’Italia; sarà quel nuovo che saprà costruire una strada italiana, assolutamente nuova; una strada da percorrere insieme che, con la necessaria forza dell’insieme umano saprà, innovando, fare rinascere e fare competere l’Italia concorrenzialmente con i mercati di tutto il mondo.
Tanto, nel manifatturiero, nell’agro-alimentare ed in un made in Italy, ricercato dal mondo, per le sue vecchie e nuove caratteristiche di “eccellenze umane” realizzate da un fare umano che non teme assolutamente la concorrenza degli altri del mondo.
A tutto questo, lo sviluppo del Sud possibile, può aggiungere anche gli eccezionali comparti di grande potenzialità della moda e del turismo, un settore meridionale quest’ultimo, con grandi margini di crescita. Tanto cambiando umanamente il Sud; tanto, restituendolo all’uomo del mondo come Terra dell’ESSERE che si vuole sempre più aprire ad un mondo nuovo, garantendosi, tra l’altro, il futuro possibile, con un nuovo modello di vita e con un fare umano fortemente sinergico tra il pubblico ed il privato.
Tutto questo per riscattare il Sud, in controtendenza italiana, creando sviluppo; creando quello sviluppo possibile per quelle positività e quei valori che possono, con un attivo fare meridionale, da unione che fa la forza, determinare un mondo nuovo, fatto tra l’altro, di innovazione e quindi di crescita umana e territoriale diffusa, come non mai prima, cancellandone il passato da sviluppo negato per colpa delle sole gravi ed uniche sofferenze antropiche meridionali.
C’è da credere e con convinzione ad un nuovo Sud; tanto è possibile se il Sud si arma diffusamente di quella nuova vitalità umana che serve ai suoi territori ed alla sua gente per cambiare e proporsi saggiamente come nuovo modello di vita; di una vita del fare che, in controtendenza italiana, può cambiare il sud ed insieme al Sud le tristi condizioni di un’Italia sempre più dismessa; sempre più delocalizzata; sempre più allineata su di una grave crisi sistemica che proprio non porta da nessuna parte e che rende sempre più tristi le condizioni italiane da crescente e sofferta mala Italia.
Innovare nella tradizione. È da qui che bisogna partire per un nuovo Sud; per un nuovo modello di Sud, dove le innovazioni devono saggiamente camminare insieme alla tradizione del buono territoriale e dall’umano antico, un importante patrimonio-risorsa per cambiare il Sud e l’Italia, rendendola nuova, con i saperi intramontabili dell’ESSERE che è parte di Noi.
Un’assolutamente opportuna riflessione su che cosa fare e da dove partire per cambiare concretamente il Sud, trasformandolo nel nuovo italiano, in un nuovo italiano sviluppato ed integrata, trova la sua ragione d’essere nelle parole di Carlo Levi, affidate al suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Diceva Levi che non può essere lo Stato ad affrontare e quindi risolvere la questione meridionale; non è assolutamente lo Stato il possibile motore dello sviluppo del Sud, in quanto il Sud con tutta la sua arretratezza ed il suo sottosviluppo di lunga data, storicamente senza soluzione alcuna, altro non sono che un grave problema italiano; un grave ed imperdonabile problema di Stato, il cui fare non ha trovato sagge soluzioni per cambiare quindi sviluppare il Sud nell’armonico ed unificato insieme italiano.
Il Sud italiano gravemente ammalato di un sottosviluppo che è ancora lì ad attendere il “miracolo” di un mondo meridionale nuovo, in un Sud umanamente nuovo.
Ancora una volta i mali del Sud, sono prima di tutto, gravi mali di un fare italiano, ieri come oggi, in sé un grave e maledetto problema italiano.
Tanto, per la crisi profonda della politica e della cultura che, ieri come oggi, si negano e sempre più al futuro italiano; che ci negano e sempre più il futuro meridionale che è ancora possibile solo e sempre che riusciamo a diventare un Paese normale; è possibile, solo se l’Italia, con uomini e mezzi, torna alla buona politica e ad un insieme umano capace di amare la cultura, scoprendone la grande forza di valori e di impegno necessari per cambiare l’Italia e con l’Italia il Sud, una parte importante del nostro Paese senza il quale l’Italia non si salva; senza il quale, l’Italia resta indietro rispetto al resto del mondo ed in grave sofferenza, si lecca le ferite della sua condizione da futuro negato; dalla sua condizione triste, da futuro cancellato.
Il Sud è un grande laboratorio umano e di sviluppo. Un laboratorio con le sue radici nell’ESSERE e nei saperi e valori dell’ESSERE, la grande forza da cui partire per cambiare il Sud, l’Italia, l’Europa ed il mondo, rendendoli, prima di tutto più umani; più solidali verso gli altri del mondo che ci chiedono solidarietà ed amicizia, per un’umanità condivisa assolutamente necessaria per salvare il mondo, a crescente rischio, di una catastrofe umanitaria sempre più vicina, per gravi responsabilità umane dell’UOMO che si nega agli uomini della Terra e fa male, tanto male alla Natura ed alla Terra in cui vive.
Viviamo in Italia, in Europa e nel mondo una condizione di grave crisi; di una crisi esplosa soprattutto per il fallimento di un modello industriale, causa di un altrettanto grave malessere economico - finanziario, a cui va data al più presto la soluzione giusta; soluzione che, ancora ci suggerisce Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”.
“È un bene per tutti Noi riflettere con saggia attenzione sull’idea di Stato; al concetto dell’uomo - cittadino che ne è alla base e che non può più oltre avere la sua sola essenza nell’astratto concetto d’individuo”.
Occorre cancellare dal mondo italiano e meridionale in particolare, l’individuo come entità chiusa; occorre liberarsi della “sacra” e poco saggia trascendenza individuo - Stato. Tanto, al fine del comune obiettivo di un saggio vivere insieme, dell’uno per l’altro; occorre che, da subito, abbiamo un forte insieme italiano dal saggio rapporto che deve portare a coincidere ad un insieme solidale, sia nei valori essenziali del vivere, sia nella pratica quotidiana; tanto, saggiamente serve ad entrambi i separati mondi del Sud dal resto d’Italia.
Lo Stato ha bisogno dei cittadini; altrettanto, i cittadini hanno assolutamente bisogno dello Stato.
Tanto al Nord come al Sud. Tanto al Sud, riequilibrandone i rapporti, al fine di superare il grave deficit di sviluppo meridionale per una grave e diffusa sofferenza Stato - cittadino che, in modo devastante ce la siamo ritrovata nel triste e lungo percorso di un problema meridionale, di fatto mai cancellato, perché mai affrontato nel suo percorso d’insieme, mancando il quale, si rischia di rimanere vittime di un “Sud piagnone” che non giova assolutamente a nessuno e porta unicamente a sterili lagnanze che non giovano a niente ed a nessuno e che non portano da nessuna parte, se non a considerare i meridionali isolati ed abbandonati dallo Stato, pur vivendo in un Sud ricco e potenzialmente dallo sviluppo illimitato, per la sua civiltà del sapere dell’ESSERE nel rispetto della natura e delle umanità territoriali ricche di tradizioni, di cultura e di valori, una grande risorsa per il nuovo SUD, per la nuova ITALIA ed il nuovo mondo che, tutti insieme, si possono salvare solo se saggiamente, si sanno utilizzare le grandi risorse della CULTURA e dei SAPERI UMANI del mondo, partendo proprio dal Sud; dal Sud della Terra velina dell’ESSERE PARMENIDEO che un giorno vincerà la grande sfida del millennio universale, prevalendo con saggia forza sul mondo di un avere-apparire, il fatuo virtuale di un presente sempre più cancellato al futuro.

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