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ROMA INCONTRA L’EUROPA

UNA SFIDA, SENZA APPELLO, PER LA
VERA EUROPA DEI POPOLI D’EUROPA

📅 venerdì 7 aprile 2017 · 📰 AttualitàSalerno

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Nello spirito sempre più crescente di un euroscetticismo diffuso, il 25 marzo 2017 Roma è tornata per la seconda volta ad essere la capitale costituente dell’Europa nel suo sessantunesimo anniversario dalla fondazione.
Ventisette gli Stati membri presenti, con il pesante vuoto di un membro illustre ed importante quale l’Inghilterra che, con la Brexit, si è tristemente tirato fuori dall’insieme stellato di 60 anni fa, con i patti costituenti sottoscritti a Roma e negli stessi luoghi che sono all’origine dell’attuale UE.
A riceverli all’ingresso del Campidoglio il Premier Paolo Gentiloni e la Sindaca di Roma Virginia Raggi. Accolti nella sala affrescata degli Orazi e dei Curiazi, senza riserva alcuna, è stata firmata la Dichiarazione che rinnovava in sé l’impegno d’insieme per un nuovo e concreto inizio di un’Europa dal tempo nuovo, solidalmente unita e saggiamente impegnata a camminare insieme, come insieme politico, sociale ed umano di un solo popolo d’Europa.
Roma, con il suo grande fascino antico, ha risposto bene e saggiamente alle attese della vigilia, con non poche preoccupazioni per la sicurezza e l’ordine pubblico.
Tutto nel verso giusto; tutto nello spirito dei saperi italiani e dell’ospitalità amica, una grande virtù italiana che viene da lontano.

C’è solo da augurarsi che non si è trattato di un evento unicamente celebrativo e dai risultati cancellati da un fare europeo che, purtroppo, nei fatti, ha sempre meno di “insieme europeo” e di umanità saggiamente condivisa con un’anima concretamente europea; concretamente da insieme umano dei popoli di un’Europa che unita, guarda al futuro, partendo da un presente con un passato dalle forti radici, parte di una storia importante che rappresenta in sé un come eravamo insostituibile patrimonio umano e valoriale del mondo, un grande, grandissimo bene da conservare saggiamente al futuro del mondo, dove, come oggi, sarà ancora centrale per il futuro delle nostre civiltà del passato che, per evitare di farsi male, rinnegandosi, devono assolutamente pensare al passato; alle radici inossidabili di un importante passato che, come Italia ed Europa è parte di Noi.
Il futuro dell’Europa, affinché sia significativamente utile ai popoli d’Europa, deve necessariamente andare ben oltre i semplici trattati e le volontà del comune impegno formalmente sottoscritte.
Deve diventare fare condiviso con la soluzione dei problemi, creando condizioni umanamente possibili per tutti i popoli d’Europa, molti dei quali, vivendo in una Unione europea fortemente stretta, sono, sempre più, dal futuro compromesso; sono, sempre più, dal futuro negato.
Basta, quindi, con gli egoismi europei e del mondo! Gli egoismi non giovano ai popoli della Terra. Gli egoismi, come ha sottolineato il Papa Francesco, generano populismi, a volte gravemente rovinosi. Gli egoismi generano populismo fortemente rovinosi nel nostro tempo, un tempo che globalmente va, purtroppo e sempre più, verso gli egoismi; gli egoismi del tutto per sé, in un mondo sempre meno saggio di solo avere ed apparire.
Sono problemi gravi; sono problemi da affrontare e saggiamente risolvere. Per affrontarli e soprattutto risolverli, così come necessario per il mondo, proprio non bastano le sole buone intenzioni di un insieme umano unito e solidale.
Occorrono fatti; occorrono saggiamente fatti sempre più concreti.
L’Europa, questo lo deve sapere! Il mondo nella sua universalità deve saperlo! Europa e mondo devono saggiamente camminare insieme per trovare concretamente le soluzioni possibili ai tanti problemi dell’UOMO della Terra che, tristemente e sempre più spesso, muore d’Europa; muore di un mondo populisticamente avvitato su se stesso e così, ristretto e soffocato com’è, non sa “guardare oltre”, pensando positivamente al futuro del mondo.
Opportune e giuste sono state le parole di Papa Francesco ai capi di Stato e di Governo a Roma per un evento che deve fare storia, per un forte e comune impegno per “guardare oltre”; per saper saggiamente guarda oltre.
I 27 capi di Stato e di Governo, a Roma per un grande evento europeo, devono saggiamente riflettere; devono riflettere e farne tesoro, andando ben oltre gli intenti del formale rinnovo dei Trattati del 1957.
Un’occasione importante quindi per riflettere ed agire per il bene comune, ricordandosi, come ha ricordato il Papa Francesco che, “l’Europa non è un insieme di regole da osservare, non un prontuario dai protocolli da seguire”.
È stata questa una grande occasione per riflettere insieme; una grande occasione per i Capi di Stato e di Governo per un forte impegno comune, trovando saggiamente le vie nuove e giuste da seguire e così, per il bene dei popoli d’Europa, cambiare concretamente l’Europa, al fine di un esempio importante per cambiare il mondo che ha bisogno di un nuovo corso per garantire la vita ai tanti che sono ancora vittime disumane di vite negate.
L’Europa non ha bisogno di cammini diversificati e/o a più velocità; l’Europa dei popoli d’Europa, ha, prima di tutto, bisogno di un forte umanesimo condiviso; ha bisogno di una forte umanità europea che deve unire tutto quanto è sempre più diviso, pensando, tra l’altro, inopportunamente, ad un cammino differenziato ed a più velocità, l’anticamera di un futuro europeo negato, con i popoli solo formalmente uniti, ma di fatto disuniti e con alla base negativamente, diverse caratteristiche di sviluppo; con diverse possibilità di crescere e di potersi opportunamente sviluppare con parità di sole opportunità d’insieme.
L’integrazione europea deve andare oltre i soli aspetti formali; deve diventare un’integrazione concreta e capace di non lasciare nessuno indietro; nessuno indietro, né come cittadini europei, né come popoli facenti parte dell’Unione che deve saggiamente, uscire allo scoperto, dimostrando di esserci concretamente e di avere idee funzionalmente utili per la crescita e lo sviluppo di tutti i suoi membri, nessuno escluso.
Dopo 60 anni, dal Trattato di Roma, che idea di Europa abbiamo? Che idea di Europa hanno i cittadini che hanno creduto in un’Europa dell’insieme solidale, ma che tale non è, essendoci una cooperazione più formale che sostanziale? Una cooperazione più dei burocrati e tecnologi d’Europa che dei popoli d’Europa che, purtroppo, si sentono fortemente traditi per il lavoro che non c’è e soprattutto per le crescenti sfide di un terrorismo islamico pronto a colpire i cosiddetti infedeli ovunque in Europa e per una migrazione globale, dalle caratteristiche crescenti di una vera e propria invasione di massa da cui è assolutamente difficile sapersi e poteri difendere.
Tanto, con gravi, comuni e sempre più diffuse sofferenze, l’amaro, triste fare di un’Europa mancante di linee comuni, come condivisione di un altrettanto comune e forte identità d’insieme che l’Europa, purtroppo non ha, in quanto solo insieme di facciata, con i poteri del fare nelle sole mani dei burocrati e tecnocrati d’Europa e della Commissione costituita non da eletti, ma da nominati che si allineano alle volontà dei forti (Germania in testa) che di fatto assolutisticamente e senza appello, governano da sovrani l’insieme d’Europa, imponendo scelte e decisioni uniche, soprattutto quando si tratta di scelte e decisioni importanti e che hanno in sé, un peso determinante per poter costruire insieme un futuro possibile dei popoli d’Europa.
Il messaggio di Roma, per una nuova Europa, senza false ipocrisie, deve avere in sé una grande forza d’insieme solidale; tanto, è assolutamente necessario per un’Europa non più disunita, ma forte della saggezza del suo camminare insieme per cambiarne concretamente il corso, ben oltre le sole utopie del possibile, con la forza di tante idee nuove che servono all’Europa dei popoli d’Europa, in tante sue realtà, bisognosi come non mai prima, di solidarietà diffusa, con un “reddito universale” economicamente sostenibile e socialmente innovativo.
L’orgoglio di essere europei di un insieme dei popoli d’Europa, deve essere un orgoglio umanamente sentito; un orgoglio di un’appartenenza ad un insieme di popoli che vogliono camminare insieme con percorsi di vita fatti di reciproco rispetto e di un forte e comune impegno per unire il mondo. Tanto, per un comune mondo di Pace; per un futuro di Pace, conservando in modo forte, i valori dell’appartenenza alle proprie radici ed alla propria identità, un grande bene d’insieme delle differenze, da utilizzare saggiamente per vivere meglio il multiculturalismo ed il meticciato di una vita nuova, aprendosi agli altri ed amando la propria vita, in una dimensione di umanità universale, impegnata a costruire un muovo umanesimo, al fine di diventare un’identità dell’ESSERE universalmente inteso, mantenendo fortemente in sè la propria identità.
Creando, così facendo, un mondo in cui siamo, in quanto ESSERE, universalità umana nel proprio particolare di UOMO della Terra.
L’Europa, superando divisioni e posizioni di privilegio degli uni sugli altri, nel tempo nuovo del Terzo Millennio, deve finalmente ritrovare una nuova identità d’insieme; tanto, prima di tutto e soprattutto, appellandosi ad una concreta e forte umanità d’insieme; un’umanità senza se e senza ma, capace di unire tutto quello che da sempre è stato storicamente diviso.
Deve, tra l’altro sapersi riconsiderare come parte d’insieme di quel continente antico (Europa, Asia, Africa) e del suo tempo passato connesso con l’Asia (Eurasia).
Credo che sia veramente giunto il tempo nuovo per superare il suo disagio storico di un frazionamento politico improntato da sempre allo scontro degli uni con gli altri; dell’uno con l’altro e con gli altri.
Occorre che i suoi popoli con specifiche caratteristiche identitarie, una grande risorsa-ricchezza per tutto l’insieme, sappiano ritrovarsi e così pensare di agire saggiamente uniti, creandosi, così come necessario, una grande risorsa-ricchezza per tutto l’insieme, finalmente da fare UE fortemente unita dall’identità d’insieme e così sapersi ritrovare e pensare di agire saggiamente unito, creandosi, così come necessario, una frontiera ed un’unità che serve a tutti, per affrontare e vincere le grandi sfide che sono davanti a Noi, come umanità globalmente in cammino alla ricerca di mondi nuovi. Di mondi, prima di tutto, umanamente nuovi, obiettivo possibile e necessario che devono portare i popoli d’Europa e del mondo, a camminare insieme nel rispetto degli uni per gli altri; tanto, superando, nel nome santo dell’Europa Unita, falsi percorsi d’insieme e trattati convenzionali, fortemente mutevoli nel tempo e determinati egoisticamente da lontane sfere d’influenza di chi ancora ostinatamente si rifiuta di capire i tempi in cui viviamo.
Tempi, purtroppo, di grave disagio uomo-uomo ed uomo-Terra e con un crescente declino della secolare preminenza europea nel mondo; in un mondo fortemente cambiato, con motivi diffusi di un grande disagio, che si può tentare di superare solo stando convintamente insieme; tanto, con grande reciproco rispetto e con un forte impegno finalizzato al raggiungimento del saggio bene comune che necessita assolutamente del superamento di un sempre più emergente populismo e con i nazionalismi a cui sta stretto vivere in un’Europa poco solidale e con le sue istituzioni purtroppo ancora ispirate alle vecchie condizioni nazionalistiche - autarchiche che non servono, anzi sono fortemente dannose per camminare umanamente, politicamente, culturalmente, economicamente e saggiamente insieme, pensando a costruire un grande insieme europeo di Pace, di libertà di benessere, cancellando, così facendo, i tempi tristi delle due guerre mondiali, con gli uni che barbaramente uccidevano gli altri d’Europa; che uccidevano i propri fratelli europei.
L’impegno del nuovo insieme europeo deve essere finalizzato al mai più degli uni violentemente contro gli altri d’Europa, al solo triste fine di determinarne violenze, distruzioni e morti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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