Linea di rigore per Natale. Chiuderanno i Comuni, ma nel “Tempo di Avvento” bimbi e maestre in presenza a scuola
di Emilio La Greca Romano | BlogSono 1.219 i contagi da coronavirus resi noti oggi in Campania, secondo i dati contenuti nel bollettino diffuso dal ministero della Salute il 13 dicembre. Da ieri sono stati registrati altri 35 morti che portano il totale a 2.310. Siamo ormai quasi in dirittura d’arrivo al Santo Natale. Nella circolare del Viminale destinata ai Prefetti viene fatta esplicita richiesta nei controlli alle principali arterie di traffico. Saranno fatte oggetto di severa vigilanza anche le stazioni sul rispetto delle norme e delle limitazioni che riguardano i movimenti fra le varie regioni, a partire dal 21 dicembre fino al 6 gennaio. Saranno attenzionati, in termini di vigilanza, anche i Comuni nelle giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Il Capo della Polizia, Gabrieli, assicura servizi mirati e massima attenzione. Prevista intanto una nuova stretta con l’ipotesi di rendere l’Italia concretamente zona rossa nei festivi e prefestivi e, unica eccezione, una deroga agli spostamenti tra i piccoli comuni. “Dobbiamo usare un linguaggio di verità. Dichiara il Presidente De Luca. Parliamo con grande brutale chiarezza, altrimenti non ci capiamo… Ci sono due settimane decisive e se non abbiamo rigore abbiamo la terza ondata ancora più virulenta a gennaio, quando ci sarà il picco dell’influenza stagionale”. Un secco no all’apertura per piccoli Comuni, da parte di De Luca. Chiusura per i Comuni, dunque, che contano un numero di abitanti inferiori a 5000 e che si distinguono nella dimensione del 70 per cento su tutto il territorio nazionale. “Dobbiamo evitare di prendere misure di rilassamento”, ha marcatamente dichiarato il Governatore della Campania. “Ho il terrore che, a ridosso di Natale, ci sia un assalto ai treni che portano il contagio da fuori regione. Noi manterremo la linea di rigore, non apriremo la mobilità dei piccoli comuni”. Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale non lascia ben sperare: «Avremo contezza dei casi di contagio avvenuti a Natale attorno al 7 gennaio, quando riapriranno le scuole. (…) Limitare gli spostamenti, anche da comune a comune, serve a diminuire gli incontri tra le persone e, dunque, la circolazione del virus». Insomma, se le cose andranno male, (speriamo di no!) dipenderà da Natale e Capodanno! Così corre voce a Montecitorio e Palazzo Madama, nelle sedi del governo regionale, presso gli studi scientifici e le strutture ospedaliere... Ecco come esordisce Lucia Azzolina nel dettaglio da qualche finestrella televisiva: “Rientro a scuola sicuro se siamo responsabili durante le vacanze”.
Tutto dipenderà quindi dalla nostra prossima futura responsabilità di condividere obbligo di spese festive, liturgia natalizia, tradizione culinaria e altro ancora … poi quello che è stato è stato…
Certo, questa sarà pure una verità, ma monca, non completa. Potrebbe essere anche, ci auguriamo il contrario, che l’impennata delle infezioni previste in coincidenza con il diffuso rientro a scuola, alle soglie del prossimo anno 2021, dipenda, ovviamente in misura corrispondente, dalla ostinazione di aver voluto mantenere le scuole dell’ infanzia e parte della primaria aperte nel periodo prenatalizio. Per bimbi e maestre si è voluto poter credere che rischi non ve ne fossero. Ogni giorno le nostre belle maestrine sono costrette a scuola, tutelate da scafandro da palombaro; tutte le mattine sono sugli attenti a prestare servizio per orario completo, nella buona e nella cattiva sorte.. Lo Stato questa volta, in tal modo, avrà di certo risparmiato eventuali contributi per la voce spesa babysitter, rispetto alla scorsa primavera, ma ha creato un contrasto in termini, un vero paradosso. Nella nostra regione, mentre Vincenzo De Luca, il Governatore della Campania, ha promosso e promuove una prossima severa politica di restrizione festiva, un’azione di controllo a tappeto, almeno dalle recenti dichiarazioni, quasi da “secret state police” da un lato, impedendo di raggiungere la doppia casa, la fidanzata nel Comune a quattro passi, dall’altro ha favorito inevitabilmente la probabilità di contagio nei primi gradi delle nostre scuole, consentendo la “lezione-vigilanza” dei bimbi.
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