ORTI IN CITTA’ E’ BELLO
di Paolo Abbate | BlogCirca un mese fa scrissi su questo giornale della possibilità di creare degli orti tra le mura di Sapri, dove esistono decine di piccoli appezzamenti di verde, resti di - orti giardini ormai abbandonati.
Nell’articolo – diretto soprattutto all’ amministrazione comunale - scrivevo che questi orti si intravedono camminando per le stradine del centro storico, al di là dei muretti che le cingono. Alberi di aranci, limoni, melograni, fichi, viti rampicanti fanno capolino e fa rabbia vederli così sprecati, perché l’ortolano di certo non regala i loro frutti.
Rivalorizzando gli orti giardini abbandonati si potrebbe formare una rete di cittadini disponibili a ricuperare un patrimonio verde che tende purtroppo ad essere abbandonato. L’iniziativa avrebbe senza dubbio un valore non solo ecologico, ma anche sociale ed economico.
L’articolo registrò molti contatti, ma nessuno dei sapresi ha preso sul serio questa iniziativa, sebbene vi fossero dei precedenti in tale direzione. Il comune infatti ottenne dei
finanziamenti per un progetto che riguarda i disabili ma, ahinoi, l’area utile individuata è a 5 chilometri dal paese e soprattutto scoscesa , pertanto difficilmente raggiungibile da persone svantaggiate.
Inoltre il Lab.31, associazione saprese, avanzò recentemente la proposta al comune di Sapri di riutilizzare l’orto sociale di S.Croce dove già esisteva, prima di essere spazzato
via dalla “furia iconoclasta” degli amministratori precedenti. L’orto – si proponeva – potrebbe essere anche allargato a cittadini interessati.
Questo succede a Sapri mentre nel mondo sono tutti pazzi per l’orto. Infatti non solo la regina Elisabetta e Michelle Obama curano orti urbani, addirittura ricavati sul tetto della Casa Bianca, ma sembra proprio che i contadini metropolitani del nuovo millennio siano in aumento e l'Italia fa parte dei paesi in cui questa pratica sta prendendo piede.

A Roma gli spazi urbani trasformati in aree verdi condivise si chiama Zappata Romana e a questi spazi bisogna aggiungere i 65 orti spontanei individuali censiti dal Comune di Roma. Giovani, anziani, famiglie intere e associazioni, insomma, si riprendono il giusto spazio da dedicare all'autoproduzione alimentare. A breve vedrà la luce anche il primo orto accademico nella facoltà di Architettura della Sapienza di Roma; ma non solo l'Università, anche le scuole di Roma si sono imbattute in questa esperienza. Grazie all'iniziativa 'Orti in condotta' i bambini delle scuole elementari e dell'infanzia potranno coltivare con le loro manine ortaggi e verdure.
Mille orti nelle scuole, nelle comunità locali rurali e urbane dell'Africa. È il nuovo ambizioso progetto della rete mondiale di Slow Food che ha come obiettivo quello di contribuire al raggiungimento della completa sovranità alimentare.
Questo succede in Italia e nel mondo: mentre a Sapri vi è abbondanza di orti abbandonati probabilmente disponibili, nel mondo si creano dal nulla. Ma mai possibile che “chi ha il pane non abbia i denti”, recita un noto proverbio?







